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venerdì 20 giugno 2014

Non me lo ricordavo così grosso

Il cielo è finalmente sgombro da nubi. Si vedono poche stelle sparute, le più luminose, quelle che riescono a sopraffare, con il loro vigore, le luci della città.
Questi giorni addietro, le nubi ci han tenuto compagnia per troppo tempo, essendo giugno. Non vi è stata notte in cui i lampi non hanno percorso quel lungo tratto che congiunge la terra alle nuvole.
Di sera le nubi grigie assumevano colori violacei, lividi del cielo. In lontananza i lampi illuminavano i contorni di queste in maniera netta e dettagliata. La pioggia scrosciava potente, sentivo il frastuono di miliardi di gocce infrangersi al suolo, mi affacciavo alla finestra e vedevo una nebbia fitta fatta di acqua, gente che fuggiva, cercando un riparo, formiche impazzite senza meta. Il vento schiaffeggiava gli alberi, spezzando rami o devastando i teneri germogli. Ma ora tutto è passato.
La sera prima ho aspettato pazientemente la mezzanotte, faceva freddo ma non nel mio cuore.
Questa sera aspetto un ragazzo che mi dice di esser già venuto, in tutti i sensi. Recupero nella memoria il suo incontro, era un ragazzo deciso e con un bell'arnese.
"Sono sotto casa", mi dice chiamandomi al telefono ed io:"Ti ricordi il piano? La porta?" e lui "Si, si".
Apro e lo aspetto. Entra deciso, sembra già eccitato, si sbriga a chiudere la porta e lo sento slacciarsi i pantaloni, la cinghia tintinna mentre se li cala già voglioso. Velocemente mi porge il membro dal buco, lo agita come fosse un'esca, un richiamo per me. Sorrido e mi appresto a farlo godere. 
Il membro è barzotto, lo accolgo nella mia bocca ed in tempi velocissimo si erge al massimo della sua potenzialità. E' un cazzo davvero importante, bello grosso, largo e lungo, non me lo ricordavo così grosso. Si ferma, lo toglie e poi lo rimette, sembra agitato oppure incredibilmente eccitato. Mi oriento sulla seconda ipotesi, perché il suo membro sembra scoppiare, è voglioso, carico e pronto ad esplodere. Mi chiede di fargli delle foto, lo accontento, per me e per lui; gli faccio  i complimenti e lui sembra sempre più eccitato. I suoi gemiti sono sempre più forti, ad ogni mio assaggio, ad ogni mio tocco. "Dai smanettalo" mi dice deciso. "Dai fammici divertire un altro po'" gli rispondo un po' deluso, mi sembra troppo presto per venire. Capisco però che non ce la fa, che è troppo carico ed ha bisogno di venire. Allora esaudisco il suo desiderio, glielo prendo in mano ed inizio a segarlo, non passano che pochi secondi ed il suo cazzo si svuota della crema candida e calda, si svuota con un gemito di piacere che riempie la stanza. Si tira indietro, non mi da il tempo di pulirlo, gli do un pezzo di carta, si pulisce da sé, mi saluta piuttosto rapidamente e se ne va. 
Di solito non amo queste prestazioni rapide e senza troppa passione, ma debbo dire che il suo cazzo me lo fa perdonare. Le stelle continuano a brillare e per fortuna la tempesta sembra finita.









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