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giovedì 18 dicembre 2014

Il Mutaforma

Ti svegli una mattina e scopri di aver vissuto in una città preda della corruzione. Gente che ha sfruttato soldi pubblici e povera gente, fomentando l'odio e poi lucrando su chi era stato oggetto di odio e razzismo. Poi ti muovi per la città e ed il tardo pomeriggio, quando il sole tramonta, ti appare uno spettacolo magnifico.
Il cielo di Roma era meraviglioso. L'azzurro intenso ad occidente, quasi sbiadito, cangiava in un turchese sempre più intenso man mano che lo sguardo volgeva verso oriente. Poi, mutava lentamente in un azzurro sempre più intenso, quasi a prepararsi al blu intenso della notte. Nuvole basse e sparse, raggruppate o solitarie, sembravano incendiate. Arancio acceso e poi via via, guardando ad ovest, assumevano color malva e punti di rosa eleganti e per nulla volgari. Guardando il cielo, con le cupole delle mille chiese capitoline in silhouette, tra le foglie gialle ed arancio dei platani del lungotevere, ho pensato che quasi quasi Roma si stesse risvegliando, invece di addormentarsi dolcemente, cullata dal lieve respiro del Tevere. Eppure quella grande bellezza nasconde un orrore quotidiano.
Ed ecco che la mia tana ha un senso, quel rinchiudersi nella mia stanza, lascio al di là i veleni di una società che non condivido più. Ogni tanto fa bene ritirarsi in un luogo che senti sicuro.
Questa sera aspetto qualcuno. Ci ho parlato e mi ha fatto una buona impressione. Ha 44 anni, non ha mai provato una bocca maschile, sembra eccitato, curioso, voglioso. Mentre aspetto fumo e mi rilasso. 
Trilla il telefono, è arrivato. Gli do le ultime informazioni, sale, entra, quella luce del pianerottolo che filtra nel mio ingresso e che vedo dal mio gloryhole, mi fa vacillare dal desiderio.
Saluta e si spoglia, si avvicina al buco ed infila il suo uccello già barzotto. Lo accolgo nella mia bocca, lo sento crescere, sento i suoi gemiti di piacere riempire la stanza, godo nel farlo godere.
Quel cazzo è lì, per me, da tenere eccitato e da eccitare fino allo spasmo più intenso che posso.
"Sei bravissimo" mi dice con un filo di voce, travolto dalle sensazioni di piacere che percorrono tutto il suo corpo. Lo ringrazio e mentre ancora mi occupo del suo membro turgido e voglioso mi dice: "Hai tre desideri". Mi fermo perplesso, non mi pare di aver strofinato una lampada. Ma lui prosegue imperterrito:"Perché non mi dici questi tre desideri che io esaudirò". Decido di assecondare il suo gioco, credo di aver capito chi ho di fronte. 
"Bene, il primo lo sto già facendo, giocare con il tuo uccello quanto voglio. Il secondo è che, visto che si tratta di un bell'uccello, desidero essere scopato. Per il terzo ci debbo pensare un altro po'".
Lui prontamente ed eccitato dai miei desideri mi dice: "Va bene, non vedo l'ora che mi riveli anche il terzo desiderio". Gioco ancora con il suo cazzo, in effetti non è veramente male, è molto largo, ha un glande vellutato e profumato, mi piace molto tenerlo in erezione e vederlo ogni tanto da vicino, maneggiarlo con cura, accarezzarlo, sentirlo pulsare voglioso e potente.





Ma lui non cede:"Allora, hai pensato al terzo desiderio". Ed allora penso che quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare:"Voglio che mi succhi il cazzo", dico all'improvviso.
Silenzio, rimane interdetto, probabilmente non si aspettava questa richiesta. Ed io sottolineo sicuro:"Si, voglio che me lo prendi in bocca". Timoroso mi risponde: "Ma io non l'ho mai fatto, però se è questo che desideri, lo faccio". 
"Bene", faccio io con tono deciso, "Allora adesso è venuto il tuo momento".
Mi stacco dal suo uccello, mi alzo, mi abbasso gli slip ed infilo il mio cazzo barzotto nel buco. Dall'altra parte lo sento chinarsi, inginocchiarsi, pronto ad ubbidire. Sento il mio glande che viene avvolto in un caldo ed umido abbraccio. La sua bocca inesperta prova a darmi piacere e lo fa con successo. Gioca con calma e pazienza, usa la lingua e le labbra ed affonda il mio cazzo nella sua gola. Ripete con precisione ciò che io ho fatto a lui oppure, essendo uomo, sa cosa piace ad un altro uomo e lo fa come se lo dovesse fare a lui stesso.
Sono eccitato, sto godendo e più volte mi fermo e mi ritraggo. Lo rinfilo e sento la sua bocca pronta ad accogliermi. Ho l'impressione che non lo faccia per suo piacere il suo solo scopo è quello di dare piacere a me. Vuole esaudire il mio desiderio.
Mi fermo e decido che è venuto il momento di farlo entrare nel mio mondo.
Lo invito a spogliarsi del tutto mentre io smonto il gloryhole. Tolto il pannello mi appare un uomo che porta splendidamente i suoi 44 anni. Non è molto alto, ha un fisico ben proporzionato e ben fatto, non posso non notare le sue natiche ben scolpite e tornite. Ha due occhi scuri e luminosi, furbi ma mansueti. Ha un bel viso, regolare e sbarbato, i capelli sono corti e ben tagliati. Lo faccio accomodare.
Sul letto riprendo a giocare con il suo bel cazzo largo e duro, poi lo faccio girare ed inizio a leccare il suo buchetto stretto e vergine, coperto da una leggera peluria. Le sue natiche mi ispirano piccoli e dolci morsi, lo sento gemere di piacere quando affondo la mia lingua dentro il suo ano vergine ed immacolato.
Mi viene voglia di scoparlo ed infilo un dito per capire la sua predisposizione. Lo faccio con delicatezza e cura. "Immagino tu non sia mai stato scopato" gli chiedo. Mi guarda leggermente attonito, mi risponde di non averlo mai fatto ma se voglio posso provare.
Prendo il lubrificante ed un preservativo. Indosso il condom e poi mentre lubrifico il suo buchetto, mi masturbo per arrivare alla piena eccitazione. Sono pronto.
Gli chiedo di alzare le chiappe all'insù e di inarcare la schiena, lo penetro con delicatezza e senza esitare. Mi fermo e sento la sua resistenza, il dolore della prima volta. Esco.
Poi lo infilo di nuovo, sempre con molta delicatezza, questa volta entra ed entra tutto. Inizio a scoparlo, con decisione e duramente, ma forse esagero e purtroppo debbo fermarmi. Il dolore è troppo per lui.
Sembra sfinito, dal dolore, dall'emozione, dall'aver fatto qualcosa che non immaginava di dover fare quella sera stessa. Cerco di tranquillizzarlo e gli chiedo di fare a cambio. "Tocca a te, devi esaudire il mio secondo desiderio". 
Si rialza dalla posizione a carponi, gli passo un preservativo e lo calza con sicurezza, nel frattempo è il mio turno di lubrificare il mio buchetto. Mi metto prono ed aspetto che la sua verga larga e dura inizi a frugare attorno al mio ano voglioso. Con cura si avvicina, appoggia il suo glande. Conosce il suo cazzo e sa che è molto largo e deve avere pazienza. Provo anche io un forte e lancinante dolore, ma so gestirlo, lo faccio fermare, uscire, respiro ed afferro il suo cazzo portandolo di nuovo vicino al mio buco. Lui lo infila con delicatezza e questa volta entra ed entra tutto.
Inizia a scoparmi con foga e decisione, io godo e lo lascio sfogarsi, si alza sulla gambe e mi scopa con gran desiderio di venire e godere. Aumenta la velocità della sua monta, sento i suoi respiri aumentare, sento il suo cazzo gonfiarsi ancora di più e poi odo il suo gemito di piacere, intenso e forte, mentre rallenta gli affondi. Il suo corpo è un fremito di piacere.
Con attenzione sfila il suo membro e con un balzo scende dal letto, mi giro e sto per invitarlo a sedersi sul letto per rilassarsi ma non mi permette di parlare. "Devo andare via subito, non ho nemmeno cenato stasera". Lo guardo attonito e mentre cerco di dire qualcosa lui è già nell'ingresso mentre si pulisce velocemente l'uccello. 
E' cambiata la sua voce, il suo modo di comportarsi. Ha qualcosa di grottesco, accentua la virilità dei sui gesti e del parlare, mentre si riveste mi fa discorsi del tipo dell'uomo che non deve chiedere mai. Sorrido e capisco il suo atteggiamento, forse si è catapultato in una situazione più grande di lui, cose che non ha mai fatto e che forse non immaginava di poter fare o peggio: che gli è piaciuto fare.
Non chiedo altro, assecondo il suo stato d'animo perso ed imbarazzato, imbarazzato con se stesso.
Veloce come una saetta mi saluta educatamente e fugge dalla mia tana.
Nel chiudere la porta mi domando chi era l'uomo vero che ho incontrato stasera: il genio della lampada o l'uomo che non deve chiedere mai.

giovedì 27 novembre 2014

Vieni quando lo decido io

La sessualità delle persone non è semplice. Ci fanno credere che sia tutto circoscritto ad un meccanico entrare e uscire. Nella mia vita ho spaziato ed assaporato tutti i frutti del piacere ed in tutte le salse e situazioni, sempre con la testa ben piantata sulle spalle, perché in fondo, l'eccesso non fa per me e la mia razionalità ha sempre guidato la mia passione. Il rispetto per me e per l'altro, ha sempre il primo posto. Tutto nasce dal feeling con l'altro, tutto sta nel leggere l'altro e trarne il maggior piacere possibile, un equilibrio di dare e avere che non dovrebbe spezzarsi.
La notte scorre veloce, una chiacchiera online con qualcuno che cerca e cito testuali parole: "Maturi sottomessi da dominare". La cosa mi accende l'interruttore della sfida. 
Mi contatta lui, mi chiede dove, come, se possibile venire subito al gloryhole. Mi sento di accettare l'ospite, mi sento un rapace che gira attorno alla preda, pronto a piegare le ali e a scendere, rapido, in picchiata. 
Scambio di numero telefonico, contatto immediato, l'uomo ha voglia. Ha poco più di 40 anni, si descrive bene e porta una buona dote. Lo aspetto. Nel frattempo una sigaretta ci sta bene, il fumo che lieve e denso si leva dalla cicca, si mischia col fumo ed i pensieri che caccio fuori dalla mia bocca.
E' arrivato, gli do le ultime indicazioni. Si apre la porta silenziosamente, timidamente entra l'uomo con il carico dei suoi desideri. Chiude l'uscio e si sistema, tolta la giacca si slacciano i pantaloni che calano lenti lenti. Si avvicina al buco e infila il suo uccello nel buco. E' piccolo e moscio, me ne occupo subito.
Ripenso alle caratteristiche della persona che cercava: maturo e sottomesso. Sorrido.
Immagino che mi veda così: pronto a farlo godere, a fargli provare piacere per il solo fatto che ha un cazzo ed io debbo succhiarlo con devozione e remissione.
La mia bocca dolcemente ma non docilmente, accoglie il suo membro addormentato, odo un gemito di piacere, sommesso e inaspettato, come se provasse qualcosa di inatteso, un nuovo piacere, un piacere diverso. In poco tempo il suo membro cresce e si erige, non è niente male. Il suo glande è rosa, morbido, vellutato, ben pulito e profumato. E' ben dritto anche se curva leggermente alla sua destra, esteticamente bello a vedersi.





Mi piace quel membro, non è enorme, direi normale, di certo ne ho visti di molto più grandi, ma quando lo prendo nella mia bocca, posso assaggiarlo tutto, sentirlo mio, giocarci come più mi piace: titillarlo sotto il frenulo o stimolare il suo glande, prenderlo tutto in profondità, aumentare il ritmo, rallentarlo e tutto questo mi da come riscontro una serie di gemiti sempre più forti ed intensi.
Il mio gioco lo porta all'esasperazione, sento la sua asta pulsare nella mia gola, sento il suo glande gonfio e pronto ad esplodere. Mi fermo. Aspetto. Riprendo con delicatezza e dolcezza. Accellero all'improvviso il su e giù nella mia bocca, sento i suoi gemiti aumentare, aumentano sempre di più. Mi fermo. Un fremito di dissenso pervade il suo corpo. Attendo e poi riprendo allo stesso modo, fermandomi sempre un attimo prima del suo coito. E continuo così, ancora e ancora, una dolce tortura con cui metto in chiaro chi è che decide.
"Mi fai venire?" mi chiede con un filo di voce. Ed io "Non ancora". E riprendo il mio gioco dolcemente sadico. Sento il suo sfinimento, ricordo ancora le sua parole chiave di ricerca, sorrido e continuo.
"Vuoi venire?" gli faccio con voce calma e ferma. "Si, ti prego" mi risponde sfinito e preda della lussuria. "Chiedimi per favore" gli dico spietatamente e lui senza battere ciglio "Per favore mi fai venire?". Riprendo il mio gioco, lo porto all'acme, sento che sta per venire. Mi fermo.
La sua frustrazione sale, prosegue a chiedermi: "Per favore", "Ti prego". Ed io:"Pensavo che cercassi sottomessi, ma a volte i giochi si capovolgono". Non gli do tregua e lui, preso dall'intenso piacere, non riesce a sottrarsi e non riesce a fermarmi, ma il gioco è bello quando dura poco ed allora decido io.
Con la mano afferro il suo cazzo esausto, lo sego con decisione e velocemente ed in poco tempo ecco uscire una eccezionale colata di sperma caldo, esce e esce ancora, ne sono sorpreso anche io, sebbene sappia che dopo una così prolungata manipolazione, il fermarmi prima del punto del non ritorno del coito, spinga ad una produzione massiccia di liquidi virili. E' sfinito e soddisfatto e con una punta di sorpresa per come le vicende sono andate. Si riprende e si siede sulla panca all'ingresso. Scherza divertito con me, i ruoli sono scomparsi perchè è così che deve essere quando i giochi terminano. "Posso tornare a trovarti?" mi dice prima di chiudere dietro di se la porta di casa. "Ma certamente" rispondo io sicuro e pacato, perché dentro di me mi aspettavo quella richiesta. 





venerdì 21 novembre 2014

Tornando a casa

L'aria frizzante di una serata limpida. Il blu della notte, scuro ed appagante, qualche piccola luce di stella lontana che si fa spazio tra le luci della città. Tra le miserie di gente che viene da lontano, rinchiusa in case non sue ed in attesa di un futuro migliore, altre persone in casa loro, strette dalla morsa della crisi, gridano il loro dolore, il dolore di una sconfitta profonda, sociale. L'intolleranza verso il più debole è la vigliaccheria sotto la pelle di chi non alza la testa per chiedere qualcosa di più a chi dovrebbe darlo. Tutto cambia, ma il cambiamento è circolare e tutto torna sempre al punto di partenza, l'unica cosa che muta e che scorre è il tempo, inesorabile e spietato, l'unico metro delle nostre piccole vite condizionate dagli altri.
Che spazio rimane alle nostre vite se non qualche attimo di futile piacere.
Appagante, narcotico, l'oblio di un istante per poi tornare ad essere quello che siamo. Quel piacere che spezza il tempo, che ci fa precipitare in un'altra dimensione e per un attimo siamo noi stessi, col nostro piacere e con la nostra intima essenza.
"Ciao, sto tornando da un viaggio di lavoro e pensavo di venire a provare il tuo gloryhole, prima di tornare a casa posso passare da te. Mi dici dove devo venire esattamente?"
Una telefonata inaspettata, il caso di trovarmi disponibile, sapere bene chi verrà a trovarmi perché, già da giorni ne parlavamo. Dò la mia disponibilità e gli dico come raggiungermi.
Aspetto, nel silenzio della mia casa, le finestre chiuse per il freddo e la penombra che mi riappacifica con le mie paure e le mie ansie. La calda luce di una lampada, attenuata da un sottile telo di cotone blu.
"Sono sotto". Gli apro e gli do le ultime indicazioni. Si apre la porta e filtra la luce del pianerottolo, preludio del piacere reciproco che ci daremo.
Saluta, l'uomo pronto a questa nuova esperienza: il gloryhole, la bocca di un uomo, il mistero, la trasgressione che alza i livelli di adrenalina nel sangue. Ricambio il saluto e gli dico di mettersi comodo come più gli piace. Si cala i pantaloni, gli slip, si avvicina al buco e mette dentro il suo membro addormentato e raggrinzito dall'aria gelida di un inverno ormai arrivato.
Mi avvicino, il suo pene è caldo e morbido, lo accolgo nella mia bocca. Sente gemere l'uomo dall'altra parte. Deve essere alto, ma ancora nel limite della comodità del mio buco, per lui e per me.
Il suo pene cresce e cresce ancora, lo sento erigersi con forza, sboccia il glande, mi fermo e lo guardo, è un bel cazzo, dalla carnagione scura, leggermente curvato, un bel membro duro e pronto a godere.




Mi chiede di andarci piano perché sono dieci giorni che non viene. Mi immagino la sua voglia, la sento la sua voglia. Ad ogni mio tocco morbido di lingua corrisponde un gemito di piacere più o meno forte, dipende dal punto che tocco e sono i suoi gemiti a guidarmi magicamente nel donargli un piacere forse inaspettato.
"E' la prima volta che ti succhia un uomo?" gli chiedo curioso. Mi risponde leggermente imbarazzato "Mi è capitato solo una volta, con una coppia, il marito me lo prese in bocca, ma non ha nulla a che vedere con quello che sto provando adesso". Sorrido e riprendo a godere del suo desiderio, della sua voglia, dei suoi gemiti, del suo cazzo turgido e gonfio, voglioso di venire, svuotarsi e godere. Il gioco dura ancora un po', poi quel pulsare sempre più ravvicinato del suo bel cazzo, i suoi testicoli saliti ed attaccati alla sua asta, il suo glande gonfio e duro come l'acciaio, mi fanno capire che ho poco spazio per godere ancora di quella verga mirabile.
Ed allora, lo afferro con la mia mano, lo sego con passione, velocità, decisione e delicatezza, tutte assieme. Ed in poco tempo eccolo, quel grido soffocato nella gola, quel gemito più potente degli altri, quel primitivo e virile rigurgito di un suono gutturale che dai testicoli corre verso lo stomaco e poi si ferma nella gola, quel suono che sale dal profondo del nostro io, il desiderio di un piacere che finisce nel momento stesso in cui ha avuto inizio. Ed è il naturale seguito quello svuotarsi di tanta crema abbondante che fuoriesce dal suo glande, una liberazione, una vera liberazione.
Lo pulisco con cura e gli restituisco il suo membro. Mi ringrazia e mi dice che è stata una esperienza davvero eccitante ed appagante. Parliamo un po' ma lo libero presto perché so che deve tornare a casa dopo un lungo viaggio. Buonanotte e torna presto.




sabato 15 novembre 2014

Il ragazzo dell'Est

"E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" disse una volta Albert Einstein. 
Ciò che è diverso, fa paura. L'ho provato a volte sulla mia stessa pelle. Le persone vivono la loro vita ed assumono a normalità il loro vissuto, tanti vissuti uguali fanno la normalità di una società. Ma purtroppo la vita non è generosa con tutti e tutte. Lo comprendo ma è difficile metabolizzarlo. 
Mi sono sentito vilmente meschino, quando la nebbia del pregiudizio ha velato la mia mente. "Ah. Un dettaglio, sono straniero, Rumeno. Ti infastidisce?".
In pochi istanti quella nebbia è salita, mi ha avvolto la mente e gli occhi. Un pensiero di dire "no". Poi ho cercato di fare luce, di scindere tra quello che volevo fare prima di quel "dettaglio" ed il "dettaglio" stesso. Il mio istinto mi deve guidare a prescindere dal pregiudizio.
Prima di quella precisazione, avevo avuto un'ottima impressione di questo ragazzo di 34 anni. Mi aveva contattato lui, avevamo a lungo chiacchierato e lui lo aveva fatto sempre con un tono pacato ed equilibrato. Le risposte giuste alle mie domande.
La mia sorpresa raddoppia poi, quando mi dice che vuole passare quella sera stessa, che è incuriosito dal mio gloryhole e che vuole provare una esperienza del genere, che non ha mai provato una bocca maschile, ma, è molto lontano da casa mia, vive in provincia di Rieti, a circa 50 chilometri da Roma e quindi impiegherebbe un bel po' di tempo per raggiungermi e vuole avere la certezza di essere ricevuto. 
Prosegue col dirmi che mi capisce se non voglio incontrarlo per la sua nazionalità, immagino allora  che in altre occasioni abbia ricevuto dei no. 
Devo decidere e decido per il si. Perché è una persona che mi ispira, perché è disposto a farsi 50 chilometri per provare questa esperienza, perché voglio spezzare quel pregiudizio che aleggiava nella mia mente.
Ci accordiamo definitivamente. Aspetterò un bel po' ma aspetterò.
Puntuale, nonostante la distanza, mi avverte di essere arrivato. Gli do le ultime indicazioni e lo aspetto dietro al mio gloryhole.
Si apre la porta lentamente, bussa entrando e chiede il permesso. "Vieni pure" gli faccio io con voce serena. Mi saluta e rimane fermo. "Beh, hai fatto tanti chilometri, adesso debbo ricompensarti in qualche modo". Lui sorride ed inizia a slacciarsi i pantaloni, li abbassa assieme agli slip e si avvicina.
Il suo pene anche da moscio ha una bella forma, mi avvicino, è scuro di carnagione ed è profumato. Lo accolgo nella mia bocca e sento subito un gemito di piacere. In pochi istanti il suo cazzo si erige, è grande, largo ed il suo glande è morbido e vellutato. Godo nel sentire il suo piacere.




La mia lingua, le mie mani, la mia bocca si prendono cura di quel cazzo senza alcun pregiudizio, sento il suo pene duro come l'acciaio e penso che anche lui gradisca. Ogni tanto mi fermo e gli chiedo qualche cosa: il suo nome, da quanto tempo è in Italia e come si dice cazzo in romeno. "Pula" mi fa lui ridendo. Sono una persona curiosa, non c'è niente da fare.
Mi sembra giusto prolungare il più possibile il tempo del suo godimento, sarà lui a chiedermi quando vuole venire. E così gioco con quel bel cazzo, lo faccio godere, lo sento sempre più duro e vicino al coito. Ad un certo punto mi chiede sfinito "Vorrei venire". Afferro allora la sua bella mazza, lo sego con delicatezza ed in poco tempo il suo cazzo erutta copiosa crema che non ha nulla di diverso da quella dei miei avventori italiani. Lui gode, il suo piacere è ben udibile, un gemito liberatorio di chi la libertà sa che prezzo ha, quello della fatica e del lavoro, del vivere lontano dalla propria casa e dai propri affetti primari. Ma anche la libertà di vivere il sesso senza pregiudizi.
Lo pulisco per bene e parliamo ancora e poi mi dice: "Ma senti, possiamo non parlare dal buco?".
Io sorrido ed apprezzo questa sua richiesta, smonto il gloryhole e compare innanzi a me un ragazzo dal viso tondo e simpatico, un naso ben disegnato, piccolo e delicato, i capelli neri e folti e due occhi intelligenti e scuri come la pece. Ha un bel sorriso, è un bel ragazzo. Parliamo del suo paese, dei romeni che non si comportano bene e me ne spiega anche le ragioni: vengono da zone della Romania molto degradate e poco civilizzate. Ci salutiamo e ci stringiamo la mano, dopotutto la Romania, ovvero l'antica Tracia, è stata parte integrante dell'Impero Romano e quindi lo sento un po' come un fratello, anche la sua lingua è molto vicina alla mia. Un incontro interessante per tanti fattori, non c'è che dire.




mercoledì 12 novembre 2014

Buono il Caciucco

Sono stati giorni di tempesta. L'autunno ha reclamato il suo momento con forza e decisione. Una battaglia furente tra sole e nuvole. E la pioggia cade copiosa.
Gli alberi hanno lasciato andare al vento le ultime foglie rimaste, alcuni di loro hanno ceduto al vento. Ma dopo tutta questa violenza, il sole è tornato caldo e sereno.
Io, aspetto. Aspetto momenti migliori, mi godo l'ultimo tepore di un sole breve. Ascolto la pioggia che scende violenta, guardo dall'alto la strada inondata, poveri passanti con ombrelli di fortuna e mezzi rotti che, accartocciati su loro stessi e con passi veloci, rasentano i muri dei palazzi.
Giorni addietro, mi contatta un ragazzo di 35 anni, mi dice che è interessato a provare il mio gloryhole. Non ha mai avuto una esperienza del genere, né tantomeno ha mai provato una bocca maschile, è curioso.
Abbiamo provato a trovare un momento giusto per entrambi, ma abbiamo dovuto far passare qualche giorno. Mi racconta via etere che non è romano, è qui per lavoro, sarà ospite della mia città per un paio di settimane. Con grande serietà, si è mostrato deciso e sicuro.
E' puntuale, mi contatta per confermarmi l'appuntamento. Non è vicino e si sposta con i mezzi, ma non ne fa un problema, mi sorprende. Molto spesso gli stessi romani mi pongono il problema della distanza e dei mezzi pubblici. Eppure questo straniero non fa problemi, si mostra pronto  a raggiungermi senza problemi, in orario serale ma non troppo tardi, ma questo mi sembra ovvio e acconsento.
La sera dell'appuntamento la città è serena, esattamente come il cielo sopra di noi. Pazientemente sistemo tutte le mie cose, allestisco con cura il gloryhole ed aspetto.
Puntuale, mi avverte che è sotto casa. Gli do le ultime indicazioni, poi aspetto dietro al mio gloryhole che entri. Mentre apre la porta, bussa con educazione e chiede il permesso. Lo saluto e lo invito ad entrare. Non percepisco grande emozione, forse una lieve curiosità. "E adesso?" mi dice con una voce serena. "Beh avvicinati e vieni a godere". Si slaccia i pantaloni, la cinta tintinna mentre quelli calano lenti. Vedo le gambe virili e villose, si avvicina, si masturba il membro addormentato ma senza troppa convinzione. Gli ripeto di avvicinarsi e di lasciarsi andare, di rilassarsi e lasciare fare a me. Si adagia sulla parete e mi lascia il suo piccolo membro. Non è certo un uccello di grandi dimensioni, lo accolgo nella mia bocca e subito sento l'affare ingrossarsi. Delicatamente assaggio il suo glande, ruoto la lingua intono alla sua cappella, così facendo porto il suo membro in completa erezione. 
Anche al massimo della sua potenza il suo pene non è da record, però è molto duro e sopratutto profuma incredibilmente. E' fresco e sa di qualche cosa di fruttato. E' un doppio piacere leccarlo ed assaggiarlo. 







Noto che il ragazzo non esprime il suo piacere con gemiti rumorosi, rimane in silenzio, forse è imbarazzato.
"Come va? Ti piace?" gli chiedo in un momento di pausa. E lui:" Hai delle labbra fantastiche, mi devo proprio ricredere, sei molto bravo". Sorrido e penso dentro di me a che cosa doveva ricredersi, forse immaginava che non gli sarebbe piaciuto, che avrebbe provato, si sarebbe tolto la curiosità e non raggiungendo il piacere, mi avrebbe ringraziato e se ne sarebbe andato deluso. Ma non è così.
Riprendo il mio lavorio, ma il ragazzo mi incuriosisce e voglio parlarci ancora un po' e lo faccio mentre lo tengo in tiro e lo faccio godere.
"Quindi sei a Roma per lavoro. E da dove vieni?". Sapevo già che era Toscano ma non sapevo da quale città provenisse. "Sono di Livorno. Ci sei mai stato?" ed io "No, ho visitato altre città della Toscana ma Livorno mi manca". "Beh, non ti sei perso proprio niente" mi dice un po' sconsolato. Così tra una leccata e un'altra mi dice che è sposato, che era curioso di provare e mi riconferma le mie ottime capacità amatoriali. Mi piace tenerlo in tiro, farlo godere e poi fermarmi a parlare. Poi quando vedo il suo cazzo perdere un po' di erezione, riprendo a succhiarlo, con foga o delicatezza o entrambe le cose. Ma poi lo sento sfinito, sento che vuole godere, mi sono fermato un paio di volte prima che raggiungesse l'orgasmo e quindi credo che sia venuto il momento di farlo godere.
Con la mia bocca mi muovo veloce, ingoio il suo cazzo fino alle tonsille, lo tiro fuori quando sento il suo glande duro come l'acciaio e pronto a schizzare. Lo prendo nella mia mano e proseguo fino a sentire finalmente i suoi gemiti e sentire l'usuale groppo alla gola che prende nel momento dell'orgasmo, quel respiro strozzato accompagnato da un gemito liberatorio che preannuncia la fuoriuscita della calda e bianca crema.
Eccolo, che gode, liberandosi di un piacere nascosto e segreto. Ecco il suo sperma uscire copioso come lava, senza schizzi ma caldo e copioso ed inondare la mia mano che stringe il suo membro con decisione e delicatezza. Lo pulisco e gli restituisco il suo suo pene che per qualche intenso momento è stato mio. Si riveste, si tira su i pantaloni e si allaccia la cinta. Mi saluta con educazione e mi ringrazia. Se ne va augurandomi una buona serata. Ed io lo saluto e mentre si chiude la porta, penso al segreto che porterà dentro di sé, di questo viaggio a Roma, dove ha provato qualcosa di nuovo e così piacevole. Mi domando sempre se questi segreti saranno per sempre tenuti nascosti o se   saranno rivelati mai a qualcuno. Rimane un piacevole dubbio.




giovedì 30 ottobre 2014

venerdì 17 ottobre 2014

il giovedì calcetto e poi...........

Il caldo stampa la sua impronta umida ed appiccicosa sulla mia polo verde smeraldo. Arrivo a casa matido di sudore e stanco. Apro le finestre e l'aria si precipita dentro casa e percorre silenziosa e fresca tutte le stanze. Mi libero di tutto. Fumo la mia sigaretta con avidità.
Per strada, mi son fermato ed ho comprato le sigarette presso un distributore automatico.
Metti la tessera, togli la tessera, metti i soldi, prendi il pacchetto, prendi il resto. Una voce femminile, suadente e calda, mi invita a compiere semplici ma noiosi gesti per accontentare uno dei miei vizi. Non voglio fumare subito, mi avvio verso il portone, guardo in alto e vedo la mia finestra e penso all'altro vizio che devo accontentare.
Ed eccomi, rilassato e spogliato di tutte le vesti, adagiato sul letto, con la fresca aria serale che mi accarezza la pelle recandomi sollievo. Aspetto. 
Sin dalle prime battute che ho scambiato con il ragazzo che devo incontrare questa sera, mi sono trovato a mio agio. Una persona spiritosa, auto-ironica, insicura del proprio aspetto fisico, in cerca di qualcosa di trasgressivo. Mi ci ritrovo anche io in questa descrizione, accidenti.
Si è trattata di una lunga chiacchierata, durata giorni, in orari diversi e in momenti diversi della giornata. 
"Io posso la sera, mi hai detto che sei sposato, ovviamente non potrai!" così avevo subito sentenziato, senza trovare spiragli per un possibile incontro. 
"No, no, tranquillo, posso anche io di sera".
A questa risposta ero rimasto sorpreso e ribadivo "Ma come, gli sposati solitamente possono solo il pomeriggio" e lui con grande tranquillità ed un pizzico di malizia "Ma gli sposati giocano a calcetto due volte a settimana". Non smetterò mai di imparare sulle abilità nascoste degli uomini.
Decidemmo il giorno e l'ora: un dopo calcetto, una doccia più veloce del solito, un saluto rapido agli amici, una chiamata a casa per dire che si va a bere qualcosa tutti insieme e invece, direzione gloryhole. Tutto era stato studiato alla perfezione.
I giorni che ci separavano dall'incontro, erano un continuo di messaggi, mai pesanti o noiosi, ma uno scambio di racconti di ciò che accadeva nella vita reale.
"Stasera vado a giocare a calcetto", ed io crucciato "Ma come, allora potevi venire oggi!"
"No, oggi no, dopo usciamo tutti assieme per l'addio ad un celibato".
"Ah, va bene allora, e dove andate di bello"
"In uno strip club, immagina 10 maschi arrapati, sarà un delirio"
"Ma scusa e tua moglie? Sa che andrete in uno strip club?"
"Ovviamente no, andiamo tutti in pizzeria, abbiamo detto così alle nostra compagne"
Uomini. 
Giunge il secondo giorno dedicato al calcetto. Questa volta il post partita sarà dedicato a me.
Il ragazzo sembra emozionato, mi indica ogni suo spostamento. 
Inizio partita, corredato con tanto di foto di pantaloncini e scarpini, eccitante in qualche modo.
Doccia. Ma senza foto, purtroppo.
Partenza dai campi di calcetto.
Parcheggio.
Portone.
Gli dico cosa fare e diligentemente esegue. La porta si apre, entra con circospezione, saluta sorridendo, una piccola risata imbarazzata. Cerca di rompere il ghiaccio con qualche battuta divertente ed azzeccata e poi mi fa i complimenti per il gloryhole.
Cerco di tranquillizzarlo con qualche scambio di battuta, si spoglia.
Ed eccolo avvicinarsi al buco e mettere un tenere e profumato uccello, fresco di doccia, nel mio buco glorioso.
Lo accolgo nella mia bocca, cambia la situazione, che da scherzosa diviene seriamente goduriosa. Non c'è più spazio per battute, per esclamazioni o scambi di vedute. Il silenzio cala dolcemente e le parole si trasformano in mugolio di piacere.
Il suo uccello non è grosso e curva leggermente, ma è largo e ben fatto, il suo glande morbido e vellutato. Io sono il primo uomo che lo fa godere.




I suoi gemiti sono sinceri e sorpresi. Con un filo di voce mi dice che sono bravo, sorrido e mi dedico a lui.
Ogni tanto si ferma e si ritrae, non vuole venire, vuole assaporare ogni istante di quel godimento che riceve e di cui si nutre avidamente, vorrebbe che non finisse mai. La serata scorre veloce, le auto passano nella strada sottostante, scorre la vita e tutto il resto del mondo ignora cosa succede dentro quella camera, non è sorprendente?
Proseguiamo questo prendere e lasciare, proseguo a tenere sul filo del godimento questo giovane ragazzo che sembra non volersi staccare dal mio gloryhole.
Sfinito, mi chiede di poter venire ed io lo accontento. Lo bacio sul glande, lo ingoio con delicatezza e passione, la mia mano scivola sull'asta lenta e poi veloce, sento la sua cappella gonfiarsi a dismisura, è giunto il suo momento. Mi stacco e con la mano massaggio quel bel cazzo voglioso di liberarsi quasi di un peso, del peso di un piacere così tanto prolungato e voluto, ed in un attimo sgorga dal piccolo buco rosaceo una mare di denso sperma che cola sulla mia mano per poi cadere a terra pesante e denso. Lo pulisco, gli chiedo come va, mi risponde, sudato e stanco, con una battuta divertente "Cavolo ho sudato più adesso che durante la partita di prima".
Si riveste e mi saluta educatamente. Chiude la porta dietro di sé portandosi ancora un po' di sbigottimento, un po' di smarrimento dovuto all'eccesso di piacere. Io fumo e mi riposo, forse un po' vuoto, forse un po' pensieroso.





lunedì 13 ottobre 2014

23 anni e una richiesta

Strano questo autunno. Le foglie iniziano ad ingiallire, ma il sole è ancora caldo ed il tepore si espande per la città. Le finestre aperte fanno entrare i rumori dell'estate, la gente che ride sguaiata, la musica delle feste di quartiere. Sembrano serate di luglio. E' tutto un inganno. C'inganna il sole, c'inganna la brezza delicata. Rimane, fedele a se stessa, la luna che risplende alta e piena nel cielo di una notte stellata ma opaca per l'umidità dell'aria.
Aspetto un ragazzo: giovane, di bell'aspetto e dal bel cazzo. Mi ha già fatto visita qualche tempo fa, vuole riprovare, vorrebbe spingersi oltre e sperimentare nuove cose.
Mi sento a volte, e troppo spesso, una nave scuola.
Il buco sembra quasi una porta magica sui desideri più segreti e remoti degli uomini che lo vengono a visitare.
Mi si chiede sempre di più e sempre meno di quello che desidero io. Dovrei aggiustare il tiro.
Il ragazzo è sotto casa, gli apro, sa già cosa deve fare. Entra in casa e si sveste e mi porge il suo bel cazzo nel buco.
Gode della mia bocca ma quasi subito mi chiede di passare dalla mia parte. Smonto il gloryhole.
Mi compare un ragazzo giovane e carino, ha i capelli corti e neri neri, un fisico magro ma ben definito, le gambe muscolose e virili, pochi peli ma ben distribuiti. Ha un viso dolce ed i lineamenti delicati, non troppo marcati, si vede chiaramente la sua giovane età, un viso tra l'adolescente e l'uomo che verrà.
Si spoglia del tutto e ci adagiamo sul letto. Riprendo a succhiarlo con la delicatezza e la passione che mi è propria. Lo sento godere, lo vedo toccarsi i capezzoli ed accarezzarsi il corpo languidamente.
La mia mano scivola sulle sue natiche, adagiate sul mio letto. Le tiro su con facilità, il ragazzo è piccolo di statura e magro, in tal modo posso infilare il suo bel cazzo nella mia gola con foga e destrezza. Mentre palpo le sue natiche, mi accorgo che sono lisce, sode e ben fatte. Le stringo.
Il ragazzo mi guarda e mi fa:"Sai, mi piacerebbe se mi facessi un massaggio prostatico". Sorrido, le mie dita si erano dirette con naturalezza ed istintivamente verso il suo buchetto caldo e stretto. Annuisco e prendo un po' di lubrificante con cui umidifico l'ano voglioso.
Delicatamente inserisco l'indice della mia mano destra, sento i muscoli dell'ano resistere e faccio attenzione a non forzare. Qualche smorfia di fastidio gli si scolpisce in volto ma dura poco, il dito è dentro completamente.
Mentre succhio delicatamente il suo giovane e duro cazzo, il mio dito esplora le sue viscere più segrete. Il mio dito sa dove andare e trova rapidamente la prostata del giovane ragazzo. Come fosse un grilletto, il mio dito la titilla ripetutamente, sento il suo piacere crescere, sento il suo godimento fatto di erezione e gemiti ansimanti. Ogni tanto mi fermo e poi riprendo. 
"Mi piacerebbe se provare a prenderlo dietro, non l'ho mai fatto ma ho giocato con qualche oggetto e mi piace, sempre se vuoi ovviamente".
Gli dai un dito e si prendono tutto il braccio, in questo caso non proprio il braccio. Eppure il desiderio di prendere un giovane vergine mi assale con vigore. Lo faccio girare, inizio a leccargli con voracità il giovane e peloso buchetto, la mia lingua apre una strada già aperta dal dito indice, infilo un preservativo e prima di penetrarlo mi faccio ulteriore strada sempre con il mio indice. Lo penetro, ho fatto un buon lavoro, non sembra provare dolore. Il mio cazzo è dentro ed inizio a scoparlo, ma mi chiede di fermarmi, gli brucia troppo e gli fa male, inconvenienti della prima volta.
Mi fermo con un po' di disappunto, lo rimetto supino e riprendo a succhiarlo, il mio dito scivola nuovamente nel suo buchetto ben lubrificato, la mia mano sinistra scivola su e giù sull'asta del suo cazzo, assieme alla mia bocca. Il mio indice destro, posizionatosi nuovamente sulla sua prostata, ne segue il lento gonfiarsi ed indurirsi e la massaggia senza sosta. I suoi gemiti si fanno più forti, il mio dito si ferma e sente solo il violento ingrossarsi della sua prostata e suggerisce alla mia bocca quando staccarsi per proseguire a menare il suo cazzo turgido e gonfio fino all'esplosione vigorosa, un fiume di sperma ed il dito che sente la prostata pulsare all'impazzata fino allo stremo. Lo pulisco con delicatezza, ci fermiamo a parlare mentre lui si riveste. Ci salutiamo sull'uscio di casa con una stretta di mano ed un paio di baci sulle gote virili. "Allora ci risentiamo" gli faccio io e lui "Ci sentiamo e ci rivediamo presto". E va via, raggiunge i suoi amici per passare una serata in compagnia, tenendo per se quello che è successo nella mia stanza. Quanti segreti pesano sopra il mio cuore.

domenica 28 settembre 2014

22 anni un gran bel torello ed un ragazzo in gamba

La sera scorre lenta, le auto sciamano innervosite verso le proprie case, persone affamate e stanche della giornata lavorativa, suonano i clacson al minimo ostacolo. La pioggia è scesa copiosa nei giorni passati, ha lasciato un velo di terra rossa su tutta la città. Ora l'estate sembra allontanarsi, il caldo asfissiante è stato spazzato via dall'acqua piovana. Temperature più miti rendono la notte serena e la mattina, il fresco ti sveglia mentre ti muovi per la città. L'estate sembra essersi spostata di un mese, è fine settembre ma l'anticiclone delle Azzorre staziona sopra di noi. Non dimentico le serate invernali al mio gloryhole, quando fuori il freddo gelava le mani e quando gli uomini entravano nel mio ingresso, trovano un tepore che diventava caldo grazie alla passione, la quale sgorgava dalle vene irrorate dal sangue, pompato dal cuore che smaniava per il piacere che si propagava per tutte le estremità.
Agogno adesso quel freddo. 
Dopo tanto parlare e tanti appuntamenti, è giunto il giorno di un ragazzo dalla tenera età di 22 anni. Un ragazzo che mi ha colpito per la semplicità con cui mi parlava e per il fatto che a questa così giovane età fosse già sposato. Mi raccontava di un errore di gioventù e del tentativo di riappropriarsi della sua vita e dare una possibilità all'altre parte del suo matrimonio.
E' sotto casa, mi avverte ed io gli do le ultime dritte. La porta di casa si apre e sento un educato "Posso? E' permesso?" e nel frattempo un rumore di suole che si puliscono sullo zerbino.
Lo invito ad entrare, la porta si chiude dietro ad un paio di jeans puliti e profumati. Si avvicina al mio buco, si cala i pantaloni e mi dona il suo giovane membro pulito ed addormentato. Lo accolgo nella mia bocca, è morbido, succoso, la sua giovinezza di sente dalla pelle e dalla morbidezza del glande. Lo sento gemere e sento il sangue scorrere lungo il suo corpo ed affluire nel suo morbido membro fino a farlo ergere con forza e vigore: la bellezza di avere 22 anni. Non è un pene enorme ma molto duro e di una buona larghezza, a volte non guardo le dimensioni ma sono altri fattori che mi spingono ad invitare un maschio.
Il ragazzo sembra estasiato, come mi han detto altri, ci so fare meglio delle donne. Ma non è in dubbio questa cosa, come fa un uomo a non sapere cosa si prova quando te lo succhiano? Un uomo sa donarti piacere, non può farlo una donna che ha un corpo diverso dal tuo, per quanta passione possa metterci non potrà raggiungere questi livelli. Non dico che non ci siano donne capaci di farlo, ma sono sicuro che sono in poche a poterselo permettere.
Il suo giovane cazzo sussulta ad ogni mia morbida carezza, ad ogni mio affondo di gola, il suo pube ha una peluria folta ed ispida ma profumata, i suoi testicoli sono ricoperti da morbidi peli neri come la pece, li pennello con la mia lingua.
Il ragazzo però non ha un'altezza consona al mio gloryhole, lo sento in difficoltà, credo stia in punta di piedi. Gli chiedo come va, e gli chiedo se vuole passare, ne avevamo già parlato e sembrava concorde nel fare questo passo.
Decidiamo di metterci più comodi, smonto il gloryhole e mi trovo davanti un ragazzo con un pizzetto che fa da corollario ad un viso rotondo e cordiale, un sorriso simpatico ed intelligente, quel pizzetto gli da qualche anno in più rispetto a quelli che ha, nel senso che senza sembrerebbe un ragazzino adolescente. Ha la maglietta mentre i pantaloni li ha già abbandonati all'ingresso. Lo faccio entrare, lo vedo sudare, e gli dico che forse è il caso che si tolga anche la maglietta. Si spoglia di fronte a me che lo guardo dal letto. Il suo fisico mi eccita, ha un petto villoso con un folto pelo nero. Non è alto, ma il suo fisico è massiccio ed il suo torace è largo e possente, le sue spalle sono muscolose e il suo addome non è piatto ma si sposa bene col resto del corpo, le sue gambe invece mi eccitano a morte, sono muscolose, pelose e mentre si piega per togliersi i calzini, le sue natiche fanno bella mostra di sé e sorrido.
Si adagia sul letto ed io riprendo a succhiare il suo bel membro leggermente addormentato, ma basta poco che ritorna vigoroso come prima, nel frattempo gli accarezzo le cosce muscolose e virili, le mie mani scorrono e percorrono tutto il suo corpo che amo accarezzare e a lui piace. Le sue mani scivolano sulle mie natiche e so cosa vuole. Mi metto carponi sul bordo del letto e lui in piedi, dietro di me, indossato un preservativo inizia a scoparmi con foga e decisione, mi monta come un vero torello, godendo e facendomi godere, con la voglia di sentire anche me godere dei suoi movimenti e della sua passione. Se la cava bene il ragazzo, è resistente ed affonda con forza e vigore senza essere ripetitivo nelle sue movenze. Lo sento accelerare, qualche colpo netto e forte e se ne viene godendo ed ansimando.
Ci rilassiamo, è sudato, ha lavorato il ragazzo. Lo asciugo e lo pulisco e parliamo della sua storia, gli chiedo curioso del suo giovane matrimonio cosa che, al giorno d'oggi mi risulta alquanto strana. Ascolto e comprendo, non ci sono bebè di mezzo ma preferisco tenere per me queste piccole ma pesanti confidenze. Permettetemi questa dimenticanza. E' un ragazzo intelligente, lavora e studia, come molti ragazzi di oggi ma non come tutti loro.
Si riveste il giovane virgulto, lo saluto e gli stringo la mano sperando di rivederlo quanto prima. So che non abita a Roma, ma credo che lo rivedrò. Prima di uscire mi chiede se ci sono tabaccai aperti, ha finito il tabacco, purtroppo non credo ce ne siano aperti, eccetto i distributori, ma quelli vendono solo pacchetti di bionde. Gli do allora qualcuna delle mie: "Me ne basta una, dai" ed io "No, non si da mai una sigaretta, se ne danno sempre tre, tienile". Mi sorride ed è leggermente imbarazzato "Ok la prossima volta te le riporto", io mi metto a ridere e lo gli do una pacca sulla spalla dicendo "Ma che mi ridai!". Ci salutiamo, bella serata. 

giovedì 25 settembre 2014

Una fantastica doppietta

"Sono qui sotto". Ogni volta che leggo questa frase sullo schermo del mio telefono, mi si annoda lo stomaco. Sento crescere in me la voglia ed il desiderio. E' come se dovessi affrontare una nuova sfida a godere e a far godere il più possibile. L'adrenalina sale, mi affretto ad aprire il portone e a rispondere con le dovute informazioni. Mentre aspetto, immobile, quasi raggelato dall'emozione, il mio cuore palpita all'impazzata, i miei occhi sono fissi sul buco in attesa che la luce fioca del pianerottolo illumini il mio ingresso. La porta si apre, in totale silenzio una figura maschile entra, è un ragazzo di 40anni, un militare, l'ennesimo, li adoro, sono seri ed educati ma soprattutto sempre vogliosi. Ci scherzo ogni tanto e dico loro che a forza di stare sempre tra uomini, il livello del loro testosterone si alza a dismisura e li rende sempre vogliosi e carichi, un po' come le donne che se stanno assieme per molti giorni e mesi, regolarizzano tutte assieme il loro ciclo mestruale (confidenze che mi han fatto le mie amiche). Il bel militare si spoglia, lo sento armeggiare con i suoi pantaloni, si toglie le scarpe, si sfila tutto, rimane completamente nudo. Sempre in silenzio si avvicina al buco e mi porge un piccolo membro addormentato. Alla sua vista mi avvicino, mi inginocchio e dolcemente lo accolgo nella mia bocca. Fin dal primo assaggio, sento l'uomo gemere di piacere, ad ogni leccata e succhiata, corrisponde un suono gutturale o una vocale liberatoria. Il suo membro cresce, diventa sempre più duro, fino a sorprendermi per la sua durezza ed erezione.
Lo sento voglioso, percepisco la sua emozione e la sua adrenalina, tutto si manifesta in quell'erezione spaventosa e nei suoi testicoli ben depilati e compatti pronti per liberarsi di tutto il suo piacere.
Mi dedico anche a loro, giustamente e con gusto, li succhio, li lecco, li pennello con la mia lingua e poi riprendo nella mia bocca il suo membro d'acciaio, lo ingoio fino alle palle e quando lo tengo al caldo nella mia gola, sento i suoi gemiti aumentare, gemiti che sono un misto di piacere e di scoperta per una sensazione che sembra nuova oppure gemiti che manifestano una inaspettata sorpresa per piacere intenso.
La sua voglia è tanta, lo sento, ed allora aumento l'intensità del suo piacere, lavoro di mano e di bocca quel marmoreo cazzo e lo porto al limite dell'orgasmo, mi tolgo e bastano due carezze che tutto il suo piacere cola dal suo glande lucido e gonfio. Immagino la sua pelle tirata e i mille brividi che gli percorrono tutta la schiena, immagino la sua stanchezza e il tremolio delle gambe per l'intenso piacere. Lo pulisco e gli chiedo come si sente e lui "Fantastico": è la prima parola che gli sento pronunciare da quando è entrato. Come promesso, smonto il gloryhole e ci conosciamo. E' un ragazzo simpatico, un mio coetaneo, ha un bel fisico, un corpo liscio e levigato, qualche tatuaggio discreto ed un viso solare. Lo faccio accomodare, ci mettiamo sul letto e parliamo, è un bravo ragazzo e mi dice qualcosa di sè ed io ricambio raccontando di me. Le domande sul gloryhole sono inevitabili ed io rispondo soddisfatto, lui apprezza quello che ho fatto e si complimenta per l'idea e la realizzazione e mi descrive minuziosamente tutte le emozioni che ha provato.
Proseguiamo in un chiacchiericcio come vecchi amici, ma non posso non notare che la sua erezione non si è mai attenuata, lo guardo negli occhi e gli dico "Facciamo un bis?" e lui "Certamente, ci mancherebbe!". Ed allora mi avvicino a lui e riprendo in bocca il suo cazzo di marmo, questa volta posso leccare meglio i suoi testicoli depilati, la mia lingua affonda negli spazi inguinali, le mie mani sollevano il suo morbido culetto e posso spingere meglio il suo cazzo nella mia gola. Lo sento e lo vedo di nuovo gemere di immenso piacere. Poi mi sposta la testa dal suo cazzo, ha visto i preservativi sul comodino, sorride ed io capisco cosa vuole. Si alza in piedi, io lubrifico il mio buchetto voglioso e lui abilmente indossa un preservativo. Mi metto carponi sul letto e lui dietro di me appoggia quel membro durissimo sul mio buchetto, lo sento spingere delicatamente, e lentamente il suo cazzo scivola dentro di me. Entra ed entra tutto ed una volta dentro, il maschio voglioso stringe le mie morbide natiche ed inizia a muovere il bacino ed a togliere per poi affondare con decisione il suo cazzo nel mio buco ormai rilassato. Questa volta mi lascio andare io, lascio andare il mio corpo, le natiche all'insù e le gambe opportunamente divaricate per adattare il mio buco all'altezza del maschio. Mi scopa con foga, affonda e sbatte con vigore, lo sento godere ed io ho brividi lungo tutto il mio corpo, li sento scorrere come fiumi in piena che travolgono tutto ciò che incontrano. Lo sento ansimare, il respiro che accelera e anche i suoi colpi accelerano, è sempre più forte e più veloce ed alla fine, dopo un intenso piacere, lo sento esplodere dentro di me. Sfinito si distende sul letto, ed io, con cura, gli sfilo il preservativo e lo pulisco nuovamente. Ci siamo divertiti e nel salutarci mi dice che tornerà, tempo ed impegni permettendo ed io lo aspetterò con vero piacere, ma la prossima volta, voglio il tris, si perché mentre si rivestiva notavo ancora una intensa erezione, lo avevo anche ripreso nella mia bocca ma il tempo  è tiranno e a malincuore dobbiamo rinunciare. Ci salutiamo soddisfatti entrambi. Adoro i militari.

martedì 23 settembre 2014

Una misura fuori dal normale

Fa caldo, sembra di stare a Bangkok. L'umidità nell'aria si taglia a fettine, si suda anche stando fermi senza null'altro fare. La sera non si sta meglio, a volte una lieve brezza percorre rapida la mia casa, recandomi un temporaneo quanto illusorio refrigerio. I grilli cantano e le cicale ogni sera diventano sempre di meno. Quest'oggi ho preso appuntamento con un ragazzo di 35 anni, abbiamo parlato molto via web, sembra una persona simpatica e alla mano.  Purtroppo la sera non è libero, per ivv  motivi relazionali, quindi approfittiamo di un mio pomeriggio libero per poter soddisfare le sue curiosità.
Infatti, mi ha confessato di non aver provato mai una cosa del genere e quanto meno una bocca maschile, ma è molto incuriosito da questa esperienza.
Ricordo che quando misi su il gloryhole, era questo il mio scopo: attrarre quei maschi che non hanno mai provato ma che vorrebbero farlo, ho sempre immaginato la situazione: il silenzio, carico di tensione per il mistero, l'adrenalina che scorre nelle tue vene, il non dover interagire direttamente con un uomo e quindi liberarsi in fretta degli abiti e iniziare a godere senza intermezzi di imbarazzo. Ho scoperto poi col tempo che questa situazione ti dona, forse, una sicurezza che non ti aspetti e sei pronto a lanciarti in cose più ardite: il contatto fisico diretto.
Lo aspetto, leggo, fumo una sigaretta. Mi avverte che è sotto casa, gli do le ultime indicazioni e mi metto dietro al mio buco in attesa. Si apre la porta, il ragazzo saluta, la voce rotta dell'emozione, un saluto per spezzare quell'imbarazzo nonostante una parte di legno come divisorio tra due mondi e due esperienze. L'aver parlato molto via web, gli ha consentito di lanciarsi in questo timido saluto, come se in fondo mi conoscesse già. 
Si toglie la maglietta e poi si abbassa i pantaloni e mi porge nel buco un bellissimo membro già in fase di erezione. Lo accolgo nella mia bocca, ha un glande liscio e profumato, inizio a lavorarlo con le mie labbra e la mia lingua, lo sento crescere in fretta. Dall'altra parte, sin dal primo approccio, ho sentito emettere di gemiti di piacere e con un sorriso tra i denti mi sono applicato ancora di più. Il membro cresce, diventa enorme, è uno splendido uccello, dritto e lungo e di buona larghezza, supera di molto i 20cm.






Il ragazzo mi dice esplicitamente che lo faccio impazzire di piacere e che non ha mai provato una simile sensazione. Io gli faccio i complimenti per lo splendido cazzo, sembra imbarazzato da questo complimento e mi dice che in fondo per lui è normale. Sono sorpreso, solitamente un uomo con quel membro è molto più spavaldo. "Ma la tua ragazza ti fa i complimenti per il tuo membro? Insomma non ti dice che è bello grosso" gli chiedo incuriosito e lui "Ma si, qualche volta". Sciocca, penso dentro di me o particolarmente furba mi risponde la parte più scaltra di me.


Entrambi vorremmo che il gioco non finisse mai ed in effetti giochiamo a lungo, mi fermo, riprendo, lo tocco, lo accarezzo non potrei staccarmene subito e lui, dall'altra parte, vorrebbe che il gioco continuasse in eterno: me lo dice senza ritegno, tra un gemito ed un altro. Ma sento che il ragazzo è veramente esausto e va ricompensato per tutto quello che mi ha dato, non solo quello splendido membro duro e virile ma per il suo modo educato e cortese, per il suo carattere timido ma sicuro.
Allora afferro nella mia mano il suo membro ed inizio a segarlo con dolcezza e morbidezza, accelero  e accelero sempre di più fino a vedere i suoi testicoli gonfi salire sempre di più ed il suo glande, il suo glande sembra stia esplodere. Un respiro strozzato, un coito godurioso e tanta crema che sgorga da quell'idrante di carne.
Lo pulisco diligentemente, mentre si riveste parliamo e ci confidiamo che sarà ancora meglio la prossima volta. Ti aspetto bel ragazzone.




sabato 13 settembre 2014

Contro ogni più rosea previsione

Quando mi venne l'idea di costruire un gloryhole privato, prendendo spunto dai numerosi video di americani e tedeschi visti sui siti hard che voi tutti conoscete, mai avrei immaginato che le cose avrebbero preso la piacevole piega degli ultimi tempi. Avevo immaginato di rivolgermi ad un pubblico di uomini incuriositi da questa proposta, uomini vogliosi, carichi, curiosi, prettamente eterosessuali, al massimo bisessuali, i quali intimiditi dal doversi rapportare vis a vis con un altro uomo, si lanciavano in una esperienza con una persona dello stesso sesso, facilitati dal non doverla vedere.
Con l'esperienza, ho capito anche, che uno dei punti di forza di tutto questo processo di piacere è dato anche da altri fattori non proprio trascurabili.
Innanzitutto l'immediatezza della situazione: si entra, ti spogli e subito inizi a godere. Nessun convenevole di presentazione, nessun gesto impacciato per rompere il ghiaccio, non dover avere dubbi sul fatto di poter piacere oppure no da un punto di vista estetico (ma forse questa è una mia insicurezza e non vale per loro). 
Ho capito poi che l'ambientazione ha un forte impatto erotico: le luci soffuse, l'ingresso della casa che si trasforma in una sorta di darkroom del piacere, la quiete del posto, anzi, il silenzio quasi inquietante di un luogo che non conosci. Io dimentico che, chi viene per la prima volta, forse ha immaginato una situazione che invece non trova, ma forse la trova migliore di come l'ha immaginata.
Ed infine il mistero: l'adrenalina che circola copiosa nelle vene, perché il non sapere chi c'è dall'altra parte, ti fa scorrere un brivido lungo la schiena, è indubbio. Uomini sicuri di sé che con lieve sconsideratezza, condita da un coraggio virile, affrontano l'ignoto, sapendo che godranno ma non sapendo quanto. 
L'uomo di cui vi racconto oggi, era già venuto ed aveva già provato quelle emozioni, aveva varcato la soglia per conoscermi meglio ed a fine serata era entusiasta per tutto quello che aveva provato e saggiato. Ebbene sì, aveva sperimentato, come altri prima di lui, per la prima volta in assoluto, cose che mai aveva fatto. Rimasti in contatto, mi ha chiesto un altro incontro, ma anche questa volta vuole il gloryhole e la magia che esso crea, lo vuole come antipasto.
Entra, si spoglia, mi porge il suo membro, lo accolgo nella mia bocca e subito raggiunge un'erezione considerevole. Ha un bel cazzo questo ragazzo di 35 anni, non è molto lungo ma è largo, decisamente largo e duro, duro da morire.
La mia lingua lo esplora, la mia gola lo ingoia, i suoi gemiti sono linfa vitale per la mia eccitazione  e per il mio piacere. Si scosta, si abbassa e sempre in silenzio, senza proferire parola alcuna, infila la mano nel buco, tasta l'aria, cerca qualcosa, capisco.
Mi alzo, mi spoglio, ed avvicino il mio membro al buco. La sua mano l'accoglie, lo tira a sé con grande delicatezza e subito dopo lo sento avvolgere in un caldo ed umido riparo, sento la sua lingua percorrere ogni centimetro del mio glande, sento il mio cazzo duro scendere nelle profondità della sua gola, un lento e poi veloce risucchio di piacere immenso.
Poi, mi ridona il suo e riprendo a farlo godere. Questo scambio mi piace, ma, tornando al discorso iniziale, ecco: non lo avevo previsto, eppure accade e continua ad accadere e non me ne dispiaccio affatto.
Giunge il momento in cui il maschio vuole qualcosa di più, qualcosa che non aveva preso l'altra volta. Si allontana dal buco, lo sento armeggiare con qualcosa di plastica, non credo sia una caramella. Mi restituisce il suo cazzo vestito con un profilattico. Mi giro, lo appoggio al mio buco che ho ben lubrificato e lo faccio entrare con gran delicatezza e poi lascio a lui il compito di muoversi secondo il suo ritmo. Ma la posizione è scomoda, scomoda per entrambi ed allora decidiamo di abbattere il muro, come la prima volta. 
Ritrovo questo ragazzone, più basso di me, dal corpo senza peli, massiccio e ben fatto, un sorriso simpatico e tipico del meridione, le gambe muscolose, un fisico da torello che non può che eccitarmi. 
Entra, io mi metto carponi sul letto e lui dietro di me, in piedi, riprende a godere dentro di me. E' una furia ma sempre garbato, gode e mi fa godere, io mi rilasso, porgo le natiche all'insù, divarico le gambe per raggiungere un'altezza idonea alla sua e schiaccio il petto sul mio materasso, lui assapora il mio calore e poi, se ne viene liberamente, dopo essere uscito da me.
E' matido di sudore nonostante le temperature si siano abbassate, ma noto che fuori il cielo sia coperto e inizio a percepire una cappa di umidità che scende lenta sulla città. E' anche vero però, che lui ha fatto molto più movimento di me nell'ultimo quarto d'ora.
Parliamo sfiniti e consumati dal nostro piacere, ci fumiamo una sigaretta in compagnia e poi lui deve raggiungere dei suoi colleghi, lo lascio andare, tanto so che ci rivedremo. 
A volte le cose prendono delle pieghe che non avremmo mai immaginato, sappiamo a volte così poco di cosa pensa la gente e come reagisce alle cose, io non posso che prendere atto che questa volta, una mia idea ha preso una piega più piacevole di quanto avessi potuto immaginare.

giovedì 11 settembre 2014

Il marinaio

A volte sembra quasi che l'universo ti ascolti. Quell'erotico pensiero dei miei giorni di mare, si è manifestato, prima ciberneticamente e poi realmente.
Da tempo comunicavo con un ragazzo di 39 anni, attratto dal mio gioco e dal desiderio di voler "provare". Un'altra anima curiosa, dalla vita diurna insospettabile ma con un desiderio dentro di trasgressione e libidine. Finalmente sembra giunto il momento di concretizzare i nostri discorsi eterei. Prendiamo appuntamento, qualche piccolo inconveniente lo fa ritardare, mi disturba la cosa, si sa, ma non posso farci niente.
Si assenta precipitosamente dai suoi compiti, avvertendomi che poi deve ritornare al suo posto di lavoro. E' un marinaio, così si è identificato, immagino si riferisca alla Marina Militare, non è romano ma campano, sangue caldo e passionale. Finalmente mi avverte che sta arrivando.
Il sole è ormai tramontato da diverse ore, la notte è tiepida e la luna, piena e dall'argentea luce, fa capolino con tutta la sua magnificenza nell'immensità del cielo blu notte. Mi avverte che sta sotto casa, gli faccio seguire alla lettera il rituale, entra e la luce del pianerottolo illumina il mio ingresso dove regna una luce fioca e calda. Ci salutiamo e ci rallegriamo dell'agognato incontro finalmente concluso. Non si spoglia, lo sento slacciarsi i pantaloni, la cinta dei pantaloni tintinna nell'ombra, si  slaccia la patta e tira fuori il suo membro addormentato. 
Quando gli uomini compiono questo gesto semplice, il solo slacciarsi la patta, mi eccita ma non h a effetti positiva per il gioco, difatti questi non riescono ad appoggiarsi del tutto alla mia parete, ne consegue che il cazzo, sebbene di buone dimensioni, non è ha completa disposizione della mia bocca. Mi avvicino e lo accolgo con le mie labbra, un benvenuto al mio gloryhole. Il suo membro è morbido, grosso e profumato, lentamente lo sento crescere nella mia bocca. In breve tempo raggiunge una completa e potente erezione. Ha un cazzo bellissimo, largo e lungo, morbido; l'asta è venosa e turgida. E' un piacere farlo godere. All'inizio è avaro di gemiti e di mugolii, ma col passar dei secondi inizia a manifestare il suo piacere, non solo con una splendida erezione ma anche con respiri e smanie di piacere.
Lo succhio con passione, come merita quel bel cazzo: mi ispira. Lo accolgo tutto nella mia gola e quando lo faccio lo sento gemere ancora di più. E' resistente, posso lavorarlo con dolcezza, calma e passione, i miei movimenti si fanno più rapidi, sento il glande gonfiarsi ed i suoi gemiti aumentano sempre di più, non voglio fermarmi, lo voglio portare all'apice prima di togliermi, sacrificherò la ripresa video per dargli più godimento possibile.
Il suo cazzo sta esplodendo è duro come il marmo ed il suo glande è raddoppiato rispetto alla prima fase di godimento. Sento il suo respiro aumentare, lo sento gemere sempre di più, al momento opportuno mi tolgo e bastano pochi movimenti di mano per vederlo sciogliersi in una copiosissima ed esplosiva eiaculazione. Mi pento di non averlo ripreso. 
Lo pulisco, ma lui sembra non volersi allontanare, sta assaporando il momento o vuole che lo riprenda nella mia bocca, lo massaggio dolcemente e lui ci sta, gli lecco i testicoli dalla folta ma curata peluria, sembra non si voglia staccare da lì, non proferisce parola sembra quasi preso  dall'estasi, dal profondo ed intenso piacere che gli ho regalato. Finalmente si scosta, si rimette nei boxer colorati il suo bel membro ormai rilassato ma pur sempre di pregevole forma e dimensione. Mi ringrazia e mi augura buonanotte e si rituffa nell'oscura quiete della notte per tornare ai suoi compiti di marinaio. Chissà cosa fanno i marinai a terra. Mentre mi accingo a sistemare tutte le mie cose, mi arriva un messaggio "Sei stato fenomenale". Ringrazio e sorridendo mi tuffo anch'io nella notte quiete e profonda. La luna mi osserva divertita e m'illumina d'argento. Notte notte luna.





lunedì 1 settembre 2014

Bono davanti e di dietro

L'ultimo giorno di agosto, l'ultimo giorno d'estate. Il caldo umido di questi giorni, mi ha lasciato boccheggiare sul divano, tra un pasto e l'altro, tra un ozio e l'altro.
Abbandonati i cieli tersi della mia vacanza lusitana, il cielo di Roma si è sempre presentato opaco, sbiadito e pesante. Lieve brezza percorre la mia casa, gli odori delle cucine sottostanti inebriano le stanze di mille fragranze. Ma l'estate per me è sempre corta.
Passeggiare la sera senza essere ingombrati da vesti pesanti. Mi balena il ricordo dell'accoccolarsi a se stessi, il piacere di sentire il tepore di un piumino sulla tua pelle, respirare l'aria fredda e pungente di un pomeriggio di tramontana. Rifletto e vorrei una estate eterna.
La notte scende più velocemente, ogni giorno che passa il sole si fa da parte qualche secondo prima. Le ombre si allungano in maniera diversa, anche le cicale sembrano scomparse e sento i grilli cantare. La città si riempie lentamente e la gente passeggia per le strade nell'ultimo giorno di vacanza, quasi a celebrare la dipartita delle proprie ferie estive, un commiserevole ultimo struscio serale per la via sotto casa e non più per la strada dei luoghi di vacanza.
Aspetto un giovane uomo. Già mi ha fatto visita, si ricorda di me, vuole ritornare e riprovare le delizie che ha saggiato la prima volta. Ha  30 anni, di bell'aspetto, dotato di un considerevole equipaggiamento, non posso che essere lieto per il suo bis. E' sotto casa, gli apro ed aspetto dietro al mio gloryhole. Entra, un silenzio assordante ci unisce. Lo sento spogliarsi, si spoglia del tutto, rimane completamente nudo, si avvicina e mi porge nel buco un membro già eretto. Ha uno splendido uccello, dritto, in bella mostra porge il suo glande rosa e vellutato, è lungo e largo, ha una forma splendida. Lo accolgo nella mia bocca, provo splendide sensazioni a riempirmi di quella giovane carne, lo sento godere ed ansimare ad ogni mio assaggio, lo gusto con calma lo voglio per me.
Proseguo nel mio lavorio, ad un certo momento mi fermo ed interrompo quel silenzio di sensuale tensione "Va tutto bene? ti piace vero?", lo sento sorridere e mi risponde "Si, mi piace molto". Soddisfatto per la risposta, riprendo con vigore e passione la mia missione. Poi, improvvisamente mi chiede "Mi dai il tuo?" Sorpreso, mi ricordo del nostro primo incontro, mi aveva chiesto la stessa cosa. "Va bene" acconsento, mi alzo mi denudo e porgo il mio cazzo nel buco. La sua bocca rapidamente avvolge il mio uccello che, ancora addormentato, non tarda a svegliarsi. Le sue labbra si muovono rapide e voglioso, la sua lingua esplora ogni centimetro del mio membro ormai turgido e gonfio. Poi, un brivido, una sensazione di godimento più forte: la sua lingua è scivolata sui miei testicoli e li esplora con estrema dolcezza, questi finiscono ingoiati nella sua bocca e la sensazione di piacere mi divora la nuca.
"Non ricordavo fossi cosi bravo", sorride e mi ringrazia e prosegue incessante a darmi piacere, a prendere il suo piacere. Mi devo scostare ogni tanto, il piacere è così intenso e rischio di venire troppo presto. Mi allontano e lui mi domanda "Ma ti piacerebbe leccarmi dietro?". La richiesta mi lascia basito, non lo avevo mai fatto, mi butto ed acconsento, mi chino e lo vedo girarsi, ha delle natiche lisce, bellissime, tonde e sode, mi porge il suo buco, è perfettamente liscio e depilato, morbido succoso ed io non resisto, lo inizio a leccare.
Sento i suoi gemiti di piacere, la mia lingua, seppur con qualche difficoltà, lo accarezza e lo riempie, poi mi fermo e lui si rifà sotto con il suo splendido uccello, ancora duro e umido come l'avevo lasciato. Lo riprendo in bocca e lo faccio gemere nuovamente e poi mi chiede se lo voglio di dietro. Annuisco, gli dico che sarebbe più comodo dalla mia parte, ma titubante mi dice che preferisce provarlo dal buco, mi promette che la prossima volta oltrepasserà quella soglia. 
Prendo un preservativo, con qualche difficoltà glielo infilo e poi mi lubrifico per bene, mi giro e lentamente faccio scivolare quello splendido paletto di carne dentro di me. 
Mi appoggio al mio buco e lascio a lui l'onere del movimento, sento la parete scricchiolare, si muove con foga e decisione, ogni tanto mi fermo e lo sfilo, la posizione non è proprio comoda e poi lo rimetto dentro. Si ferma anche lui e mi chiede "Ma se spegni tutte le luci, insomma se si fa buio totale? In questo caso passerei di là". Inutile fermarmi a pensare alle più o meno profonde motivazioni che hanno smosso questa richiesta, lo voglio, gli dico di si, spengo tutte le luci e smonto il gloryhole.
Lo faccio entrare e mi metto carponi sopra il letto. Con delicatezza si appoggia al mio buco, lascia scivolare dentro di se il suo duro randello e poi inizia a muoversi con grande vigore e virilità, lo sento dentro di me sempre più profondamente, provo grande godimento, impazzisco dal piacere, lo sento ormai entrare e uscire totalmente dal mio buco ormai largo. Ma ho voglia di altro, nella mia testa è rimasto quello splendido buchetto depilato, tutto da riempire con la mia lingua, gli chiedo di darci il cambio, lui si sfila e si mette carponi sopra il mio letto. 
Gli occhi ormai si sono abituati alla poca luce nella stanza, la luce che filtra dalla finestra spalancata, il lampione dalla luce arancione che illumina la gente, la quale, ignara di ciò che succede a qualche metro sopra la sua testa, cammina indisturbata. 
Una splendida visione, il suo corpo virile, le spalle e la schiena perfettamente disegnate, le natiche sode e rotonde, le stesse che avevo visto prima solo di sfuggita, ora sono di fronte a me, pronte per essere afferrate e palpate. Riesco a vedere lo stacco dell'abbronzatura del corpo da quelle morbide e polpose chiappe candide come la neve, mi chino e riprendo a giocare con la mia lingua dentro il suo morbido buco.
Geme, gode, lo sento, lo voglio, infilo il mio dito con delicatezza, massaggio la sua prostata e lecco i suoi testicoli, con la mia mano destra tengo il mio membro che sta diventando sempre più duro.
Prendo un preservativo, lo infilo e lentamente lo penetro. Scivola piano dentro, entra del tutto e una volta scomparso, inizio a muovermi ritmicamente dentro di lui. Aumentano i suoi gemiti, afferro le sue polpose natiche, scivolano le mia mani sulla sua schiena liscia e virile. Aumento i miei colpi sono vicino all'orgasmo e sbattendo sempre più forte mi libero stremato delle mie ultime forze. Prendo fiato, mi sfilo lentamente, lui, timido e preda ancora di piccoli spasmi di piacere, rimane fermo. 
"Girati, adesso pensiamo a te", lo adagio sul letto ed inizio a succhiarlo aiutandomi con la mia mano ed in breve sento salire tutto il suo coito, parte dal basso ventre, percorre l'asta possente, arriva nel glande gonfissimo ed esplode come una fontana scaricandosi tutto sopra il suo liscio ventre e sopra il suo petto. Un orgasmo forte e violento che lo lascia senza respiro.
Si riprende in fretta però, sempre nell'ombra di uno sconosciuto motivo, mi chiede di andare in bagno, lo sento lavarsi per bene, lo sento rivestirsi, parliamo per pochi istanti, mi dice che deve andare al lavoro, lo saluto e lo ringrazio. Lui ringrazia me e spera di tornare presto.
Una serata che mi ha lasciato sfinito. E' un bel modo di chiudere il mese di Agosto.