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lunedì 21 dicembre 2015

il ragazzone

Quando viene sera e la notte abbraccia il cielo e la strada, tutto cambia. Nel buio della notte trovo riparo, tutto tace. In inverno le strade sono più vuote, l'umidità si spalma a terra come fosse appena piovuto, ma di pioggia non se ne vede da un bel po'.
La casa si scalda lentamente, il freddo mi è entrato nelle ossa e cerco di scaldarmi con un caldo pail. Seduto sul letto, guardo fuori. La notte corre veloce e quando sono sul punto di chiudere la mia ricerca, ecco un piccolo dono prenatalizio.
Un ragazzo di 24 anni alto più di un metro e novanta, mi contatta e in men che non si dica ci accordiamo per un incontro fugace. Il ragazzo è sveglio e pur arrivando dall'altro capo della città, nel giro di venti minuti è sotto il portone di casa mia. Gli apro, sistemo il mio gloryhole. Grazie alle ultime modifiche apportate dall'uomo dalle mani d'oro, posso alzare il buco dei desideri per adattarlo all'altezza del mio giovane ed altissimo ospite.
La porta si apre e la luce del pianerottolo illumina l'ingresso, il ragazzone saluta e si avvicina al buco. Sento tirare giù la zip dei pantaloni e vedo spuntare dal mio gloryhole un bellissimo membro già eretto. Mi avvicino e non posso che ammirare quello splendido e già turgido membro, di dimensioni ragguardevoli sia in lunghezza che larghezza. Lo accolgo nella mia bocca. 


Il suo glande è morbido e vellutato, la sua larghezza è davvero ragguardevole e non vi nascondo che fatico ad accoglierlo tutto nella mia bocca, mi concentro come posso sul suo bel glande. Ma il ragazzone non si è abbassato i pantaloni, si è limitato solo a liberare il suo uccello dalla prigione dei pantaloni, facendolo uscire dalla zip. Le operazioni sono un po' difficoltose, mi fermo e gli chiedo di abbassarsi i pantaloni e mettersi più comodo. Non sento gemiti particolari scaturire dal mio lavorio, mi chiedo se non gradisca, ma se dalla sua bocca non escono consensi, il suo uccello mi dice il contrario, perché è più vivo e duro che mai. La sua voce è gentile, per nulla impacciato e mentre mi fermo a guardare e toccare con delicatezza il suo uccello di marmo gli chiedo: "Immagino che non è la prima volta che ti fai toccare da un uomo".
"No, no, è già successo" mi risponde con un filo di voce strozzata dal godimento dei miei tocchi.
Vedo dal buco le sue possenti gambe: massicce, villose, sode. Mi viene voglia di vederlo meglio e quindi gli chiedo se vuole passare dalla mia parte.
"Per me non ci sono problemi, fai come vuoi" mi risponde gentilmente. Ed allora lo faccio passare dalla mia parte.
Smonto il gloryhole e mi compare un ragazzo altissimo e dal fisico robusto ma ben proporzionato. Ha delle mani grandissime, un torace ampio e delle spalle grandi e ben disegnate. Il mio sguardo finisce sul suo volto: lo trovo molto carino. Mi appare nella mia mente un'immagine: il busto scultoreo di Caracalla. Questo ragazzone non ha la barba ma l'ovale del suo viso è identico, i suoi tratti sono marcati ma gentili, è estremamente virile, gli occhi neri e un poco intimiditi. Lo faccio accomodare.
Si toglie il giubbetto, lo appoggia sulla sedia della mia camera, lo faccio sdraiare sul letto ed io mi inginocchio davanti a lui e riprendo ad occuparmi di quel magnifico uccello che nel frattempo non ha minimamente perso la sua splendida erezione.
Mi godo il suo membro. Lui, disteso, si rilassa e prende tutto i piacere che gli sto donando, non geme ma il suo corpo mi indica con interminabili fremiti quanto piacere sta provando. Lentamente, aiutandomi con la mia sapiente mano, lo porto vicino all'orgasmo, mi fermo, rallento e poi riprendo e poi decido di farlo godere. Mentre lavoro il suo membro accarezzo il suo ventre in carne ma sodo, accarezzo i suoi villosi testicoli, faccio godere il mio contemporaneo Caracalla.
E poi esplode, esplode di piacere. Lo pulisco e mentre lo faccio lui si scusa: "Eh! ci metto sempre troppo a venire". 
Io rimango basito, non mi è sembrato ci avesse messo tanto, né tanto né poco, un giusto tempo, ho avuto modo di farlo godere e l'ho fatto venire quando ho deciso, senza troppo affannarmi. Lo rassicuro.
"Non credo, mi è sembrata una cosa normale, perché dici questo? Meglio così che venire dopo cinque secondi, non trovi?"
"Si certo, ma ci vorrebbe una cosa giusta, né troppo in fretta né troppo lungo".
"Secondo me sei stato nella media e poi un bel membro come il tuo, è un piacere giocarci, non mi sono stancato affatto".
Poi sembra pensarci ed aggiunge "Si, ma quando vado con le ragazze non sono sempre contente, mi dicono che ci metto troppo e poi siccome ce l'ho grosso mi dicono che così le rompo".
"Sono delle sceme" lo penso e lo dico e penso subito che forse ho esagerato ma persevero.
"Ma ti pare! Ma ad averceli quelli come te, un bel ragazzo alto, massiccio, dotato, resistente. Dai retta a me, quelle non sanno cosa dicono".
Non mi pare convinto, le mie parole non lo rassicurano. Si riveste, riprende il suo giubbetto e ci salutiamo. Davanti alla porta ha qualche problema ad allacciarsi la giacca. "Copriti bene che fuori fa freddo" gli dico in modo un po' paternalistico.
"Grazie" mi saluta e si congeda dicendomi che spera di tornare presto. Lo spero anch'io.
Buone notte ragazzone.