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martedì 30 agosto 2016

Perfetto

Il mio corpo sa di estate. Le mie labbra assaporano ancora il salato del mare africano. La mia pelle, riarsa dal sole, è scura come bronzo dorato. I capelli un po' arruffati e selvaggi, consumati dalla salsedine, risplendono d'argento un po' di più rispetto al giorno della mia partenza.
Le voglie, assopite dalle giornate trascorse in riva al mare sulla spiaggia dorata "sul cui corpo fanciulletto giacque", si risvegliano all'ombra del Colosseo.
La città ancora è vuota, poche auto girano raminghe, spaesate dall'assenza di tante loro compagne. Io ci provo. Appena tornato voglio esaudire i miei desideri e le mie voglie piccanti accantonate dal dolce ozio agostano.
Mi metto in caccia, so dove scovare le mie prede. Mi basta accendere il telefono lasciato in  letargo. In molti mi hanno cercato durante il mio periodo di permanenza lontano dal Gloryhole.
Rispondo ad alcuni di loro, chissà che non siano ancora vogliosi. Mi risponde un ragazzo che venne a trovarmi diverso tempo fa, ricordo poco di lui, rileggendo le nostre chiacchiere passate mi sembra degno di attenzione.
Ci accordiamo abbastanza rapidamente.
"A che ora posso venire?"
"Anche adesso, non ho problemi"
"Ma devo mangiare e poi farmi una doccia"
"Va bene mangia pure e poi vieni"
Ci sono attimi di silenzio, poi il telefono vibra di nuovo.
"Guarda, mi faccio una doccia e vengo subito"
Sorrido, il desiderio non governa solo me a quanto pare, deve essere un male di fine agosto.
"Va bene, ti aspetto"
Mi sembra tutto così naturale, eppur son passati mesi da quando non preparo il mio gloryhole. Fa parte di me, non c'è nulla da fare.
Fa caldo, la serata è piacevole ma ancora un po' afosa, sono nudo dietro al mio gloryhole: nudo e voglioso.
Vibra il telefono.
"Sono arrivato", mi precipito alla finestra vorrei carpire qualche cosa in più di lui, posso solo dare una fugace occhiata poi devo subito aprire per farlo salire ed ultimare gli ultimi passi del mio rituale.
Ecco, aspetto dietro al mio gloryhole, voglioso e in trepidante attesa. 
Entra. Saluta cordialmente ed in pochi secondi sento sciogliersi la cinta dei pantaloni: che suono inebriante!
Sento cadere a terra il cotone leggero di un paio di pantaloni corti e vedo comparire nel mio gloryhole un membro barzotto ed in fase di erezione. La voglia consuma entrambi.
Con calma, mi inginocchio e prendo in bocca il suo cazzo semiturgido. Assaporo il suo glande, profuma di pulito, profuma di maschio, profuma di voglia esplosiva.
Le mie labbra esplorano il suo membro in tutta la sua lunghezza, la mia gola ospita quel turgido uccello che si gonfia e si erge sempre più. Mi fermo a guardarlo, è splendido, perfetto, pulsante di vita e di voglia.
Ad ogni mio tocco si spandono in casa gemiti sommessi di immenso piacere. La mia lingua fruga tra le sue parti intime ben curate e depilate. Pennello i suoi testicoli, a dir la verità piccoli ma colmi di nettare bianco e caldo. Affondo tutto il suo cazzo nella mia gola e sento un gemito che mi ripaga dello sforzo. Ha un bellissimo cazzo, largo, lungo, duro e profumato.





Proseguo a godermi quel bell'uccello voglioso quando il mio ospite mi chiede qualcosa di inaspettato.
"Ma se mi metto un preservativo, tu lo prenderesti dietro?"
La sua voglia è veramente tanta, penso tra me e me. 
"Non amo molto prenderlo dal Gloryhole, lo trovo un po' scomodo e poi ho paura che si rovini il mio prezioso manufatto", dicendo quest'ultima frase rido divertito.
"Ok, hai ragione" mi dice con una voce educata, comprensiva ma leggermente dispiaciuta.
Riprendo il suo uccello nella mia bocca. La lingua gioca con il suo frenulo, lo sento morire di piacere. 
"Ti piace?" gli chiedo soddisfatto
"Mi piace qualsiasi cosa tu gli faccia!" mi risponde pieno di entusiasmo.
Riprendo a giocare con il suo membro ma tra una affondo ed un altro, tra una leccata ed un bacio su quel morbido e delicato glande, inizia a salirmi la voglia ed il desiderio di essere penetrato.
"Beh, quasi quasi potrei provare a metterti un preservativo e a mettermelo dietro. Ti va ancora di farlo?"
"Certo che si!" mi dice entusiasta.
Prendo un condom, ma prima di metterglielo, mi godo ancora un po' con la bocca quello splendido membro.
Con sapienza srotolo il preservativo dal glande fino alla base dell'asta dura e venosa. Metto abbondante lubrificante sul suo uccello e nel mio buchetto voglioso, Con calma e lentamente appoggio il suo glande duro sul mio buco voglioso e senza accorgermene, questo scivola dentro senza che io provi alcun dolore.
Lo desideravo davvero quel cazzo.
Lui percepisce il dolce e rigenerante calore del mio corpo, con delicatezza inizia a muoversi dentro di me, ma lo sento un toro in gabbia, fosse per lui mi monterebbe con foga e vigore, ma la parete di legno è una barriera a tutto quest'impeto.
"Ma se mi mettessi una maschera?"
"Intendi dire che vuoi passare dalla mia parte per proseguire in maniera più comoda quello che stiamo facendo?"
"Si, ma ti vuoi mostrare?" 
La richiesta della maschera mi sembra più una delicatezza nei confronti che una sua richiesta di anonimato.
"A dirti la verità mi intriga non farti vedere cosa succede, i sensi diventano più attenti"
Appoggio la sua idea, mi metto alla ricerca della mascherina che solitamente faccio indossare ad un altro dei miei avventori, ma non riesco a trovarla, sono troppo eccitato al pensiero, lui si accorge della mia difficoltà.
"Guarda, mi tiro su la maglietta, così non vedo"
"Va bene, ma per il resto conviene che ti spogli del tutto"
"ok hai ragione"
Una volta pronto, smonto la parete che mi separava da tutto quel vigore e la mia sorpresa è grandissima.
Quest'uomo avrà la mia età, è poco più basso di me, ha un fisico bellissimo, ben definito, splendide spalle larghe e ventre piatto e disegnato. Il suo cazzo duro svetta dal quel corpo stupendo ed io rimango a guardarlo, come guardavo impietrito la bellezza dell'Ercole Farnese al Museo Archeologico di Napoli tanti e tanti anni fa.
Mi riprendo ed afferro la sua mano, lo faccio entrare nell'antro del mio piacere. Afferro dolcemente il suo membro ancora duro e voglioso. Mi metto carponi sul letto ed accompagno il suo cazzo al sicuro, nel mio caldo corpo ancora voglioso ed ansimante.
Appena sentito il calore del mio corpo, le sue mani scivolano sulle mie candide natiche, la frenesia appena percepita al gloryhole, si rivela in tutta la sua magnifica potenza. Inizia a muoversi dentro di me con grande foga e passione, mi allarga le natiche per poter entrare dentro bene e tutto. La sua voglia, il suo immenso desiderio finalmente si esprimono nella loro erotica completezza. 
"Ti piace?" mi chiede mentre rallenta il suo dondolio dentro di me
"Si molto, è fantastico e a te piace?"
"Si, hai uno splendido culo: è caldo, è bellissimo starci dentro"
Proseguiamo a dare libero sfogo ai nostri instanti animaleschi, quando sta per venire si toglie, vuole darmi sul corpo il suo  candido nettare e così fa. 
Esplode in un tripudio di getti di caldo sperma inondandomi il corpo e mentre lo fa, scariche elettriche attraversano il suo corpo, in preda a spasmi di godimento.
Quando l'orgasmo ha finito di percorrere tutto il suo corpo, lo faccio adagiare con gentilezza sul mio letto, lo faccio riprendere e rilassare. Lo pulisco con diligenza, ma il suo membro non intende ammansirsi. Rimane turgido e splendidamente eretto. Non posso non giocarci ancora, ma non senza chiedere il permesso al suo proprietario, il quale acconsente curioso e sfinito.
Osservo quello splendido corpo adagiato sul mio letto, osservo il regalo del fato per il mio ritorno a casa. Il tempo finisce. Alzo l'uomo, mio coetaneo, lo accompagno alla porta della camera. Gli dico che chiuderò la porta così potrà vestirsi senza vedermi. Mi ringrazia. Prima di uscire di casa mi bussa alla porta, mi saluta e mi ringrazia.
Dopo una buona mezz'ora vibra di nuovo il telefono, è il mio ospite, ci teneva a dirmi che il suo uccello è ancora duro al pensiero di tanto godimento, mi confessa che non aveva mai avuto esperienze omosessuali, una confessione che mi sembra in realtà una confessione a se stesso tanto per esorcizzare un piccolo timore. Lo ringrazio e lo saluto, lui ricambia gentilmente dicendomi che spera presto di poter tornare a trovarmi. 
Le nostre voglie sono placate o quasi.