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giovedì 30 ottobre 2014

venerdì 17 ottobre 2014

il giovedì calcetto e poi...........

Il caldo stampa la sua impronta umida ed appiccicosa sulla mia polo verde smeraldo. Arrivo a casa matido di sudore e stanco. Apro le finestre e l'aria si precipita dentro casa e percorre silenziosa e fresca tutte le stanze. Mi libero di tutto. Fumo la mia sigaretta con avidità.
Per strada, mi son fermato ed ho comprato le sigarette presso un distributore automatico.
Metti la tessera, togli la tessera, metti i soldi, prendi il pacchetto, prendi il resto. Una voce femminile, suadente e calda, mi invita a compiere semplici ma noiosi gesti per accontentare uno dei miei vizi. Non voglio fumare subito, mi avvio verso il portone, guardo in alto e vedo la mia finestra e penso all'altro vizio che devo accontentare.
Ed eccomi, rilassato e spogliato di tutte le vesti, adagiato sul letto, con la fresca aria serale che mi accarezza la pelle recandomi sollievo. Aspetto. 
Sin dalle prime battute che ho scambiato con il ragazzo che devo incontrare questa sera, mi sono trovato a mio agio. Una persona spiritosa, auto-ironica, insicura del proprio aspetto fisico, in cerca di qualcosa di trasgressivo. Mi ci ritrovo anche io in questa descrizione, accidenti.
Si è trattata di una lunga chiacchierata, durata giorni, in orari diversi e in momenti diversi della giornata. 
"Io posso la sera, mi hai detto che sei sposato, ovviamente non potrai!" così avevo subito sentenziato, senza trovare spiragli per un possibile incontro. 
"No, no, tranquillo, posso anche io di sera".
A questa risposta ero rimasto sorpreso e ribadivo "Ma come, gli sposati solitamente possono solo il pomeriggio" e lui con grande tranquillità ed un pizzico di malizia "Ma gli sposati giocano a calcetto due volte a settimana". Non smetterò mai di imparare sulle abilità nascoste degli uomini.
Decidemmo il giorno e l'ora: un dopo calcetto, una doccia più veloce del solito, un saluto rapido agli amici, una chiamata a casa per dire che si va a bere qualcosa tutti insieme e invece, direzione gloryhole. Tutto era stato studiato alla perfezione.
I giorni che ci separavano dall'incontro, erano un continuo di messaggi, mai pesanti o noiosi, ma uno scambio di racconti di ciò che accadeva nella vita reale.
"Stasera vado a giocare a calcetto", ed io crucciato "Ma come, allora potevi venire oggi!"
"No, oggi no, dopo usciamo tutti assieme per l'addio ad un celibato".
"Ah, va bene allora, e dove andate di bello"
"In uno strip club, immagina 10 maschi arrapati, sarà un delirio"
"Ma scusa e tua moglie? Sa che andrete in uno strip club?"
"Ovviamente no, andiamo tutti in pizzeria, abbiamo detto così alle nostra compagne"
Uomini. 
Giunge il secondo giorno dedicato al calcetto. Questa volta il post partita sarà dedicato a me.
Il ragazzo sembra emozionato, mi indica ogni suo spostamento. 
Inizio partita, corredato con tanto di foto di pantaloncini e scarpini, eccitante in qualche modo.
Doccia. Ma senza foto, purtroppo.
Partenza dai campi di calcetto.
Parcheggio.
Portone.
Gli dico cosa fare e diligentemente esegue. La porta si apre, entra con circospezione, saluta sorridendo, una piccola risata imbarazzata. Cerca di rompere il ghiaccio con qualche battuta divertente ed azzeccata e poi mi fa i complimenti per il gloryhole.
Cerco di tranquillizzarlo con qualche scambio di battuta, si spoglia.
Ed eccolo avvicinarsi al buco e mettere un tenere e profumato uccello, fresco di doccia, nel mio buco glorioso.
Lo accolgo nella mia bocca, cambia la situazione, che da scherzosa diviene seriamente goduriosa. Non c'è più spazio per battute, per esclamazioni o scambi di vedute. Il silenzio cala dolcemente e le parole si trasformano in mugolio di piacere.
Il suo uccello non è grosso e curva leggermente, ma è largo e ben fatto, il suo glande morbido e vellutato. Io sono il primo uomo che lo fa godere.




I suoi gemiti sono sinceri e sorpresi. Con un filo di voce mi dice che sono bravo, sorrido e mi dedico a lui.
Ogni tanto si ferma e si ritrae, non vuole venire, vuole assaporare ogni istante di quel godimento che riceve e di cui si nutre avidamente, vorrebbe che non finisse mai. La serata scorre veloce, le auto passano nella strada sottostante, scorre la vita e tutto il resto del mondo ignora cosa succede dentro quella camera, non è sorprendente?
Proseguiamo questo prendere e lasciare, proseguo a tenere sul filo del godimento questo giovane ragazzo che sembra non volersi staccare dal mio gloryhole.
Sfinito, mi chiede di poter venire ed io lo accontento. Lo bacio sul glande, lo ingoio con delicatezza e passione, la mia mano scivola sull'asta lenta e poi veloce, sento la sua cappella gonfiarsi a dismisura, è giunto il suo momento. Mi stacco e con la mano massaggio quel bel cazzo voglioso di liberarsi quasi di un peso, del peso di un piacere così tanto prolungato e voluto, ed in un attimo sgorga dal piccolo buco rosaceo una mare di denso sperma che cola sulla mia mano per poi cadere a terra pesante e denso. Lo pulisco, gli chiedo come va, mi risponde, sudato e stanco, con una battuta divertente "Cavolo ho sudato più adesso che durante la partita di prima".
Si riveste e mi saluta educatamente. Chiude la porta dietro di sé portandosi ancora un po' di sbigottimento, un po' di smarrimento dovuto all'eccesso di piacere. Io fumo e mi riposo, forse un po' vuoto, forse un po' pensieroso.





lunedì 13 ottobre 2014

23 anni e una richiesta

Strano questo autunno. Le foglie iniziano ad ingiallire, ma il sole è ancora caldo ed il tepore si espande per la città. Le finestre aperte fanno entrare i rumori dell'estate, la gente che ride sguaiata, la musica delle feste di quartiere. Sembrano serate di luglio. E' tutto un inganno. C'inganna il sole, c'inganna la brezza delicata. Rimane, fedele a se stessa, la luna che risplende alta e piena nel cielo di una notte stellata ma opaca per l'umidità dell'aria.
Aspetto un ragazzo: giovane, di bell'aspetto e dal bel cazzo. Mi ha già fatto visita qualche tempo fa, vuole riprovare, vorrebbe spingersi oltre e sperimentare nuove cose.
Mi sento a volte, e troppo spesso, una nave scuola.
Il buco sembra quasi una porta magica sui desideri più segreti e remoti degli uomini che lo vengono a visitare.
Mi si chiede sempre di più e sempre meno di quello che desidero io. Dovrei aggiustare il tiro.
Il ragazzo è sotto casa, gli apro, sa già cosa deve fare. Entra in casa e si sveste e mi porge il suo bel cazzo nel buco.
Gode della mia bocca ma quasi subito mi chiede di passare dalla mia parte. Smonto il gloryhole.
Mi compare un ragazzo giovane e carino, ha i capelli corti e neri neri, un fisico magro ma ben definito, le gambe muscolose e virili, pochi peli ma ben distribuiti. Ha un viso dolce ed i lineamenti delicati, non troppo marcati, si vede chiaramente la sua giovane età, un viso tra l'adolescente e l'uomo che verrà.
Si spoglia del tutto e ci adagiamo sul letto. Riprendo a succhiarlo con la delicatezza e la passione che mi è propria. Lo sento godere, lo vedo toccarsi i capezzoli ed accarezzarsi il corpo languidamente.
La mia mano scivola sulle sue natiche, adagiate sul mio letto. Le tiro su con facilità, il ragazzo è piccolo di statura e magro, in tal modo posso infilare il suo bel cazzo nella mia gola con foga e destrezza. Mentre palpo le sue natiche, mi accorgo che sono lisce, sode e ben fatte. Le stringo.
Il ragazzo mi guarda e mi fa:"Sai, mi piacerebbe se mi facessi un massaggio prostatico". Sorrido, le mie dita si erano dirette con naturalezza ed istintivamente verso il suo buchetto caldo e stretto. Annuisco e prendo un po' di lubrificante con cui umidifico l'ano voglioso.
Delicatamente inserisco l'indice della mia mano destra, sento i muscoli dell'ano resistere e faccio attenzione a non forzare. Qualche smorfia di fastidio gli si scolpisce in volto ma dura poco, il dito è dentro completamente.
Mentre succhio delicatamente il suo giovane e duro cazzo, il mio dito esplora le sue viscere più segrete. Il mio dito sa dove andare e trova rapidamente la prostata del giovane ragazzo. Come fosse un grilletto, il mio dito la titilla ripetutamente, sento il suo piacere crescere, sento il suo godimento fatto di erezione e gemiti ansimanti. Ogni tanto mi fermo e poi riprendo. 
"Mi piacerebbe se provare a prenderlo dietro, non l'ho mai fatto ma ho giocato con qualche oggetto e mi piace, sempre se vuoi ovviamente".
Gli dai un dito e si prendono tutto il braccio, in questo caso non proprio il braccio. Eppure il desiderio di prendere un giovane vergine mi assale con vigore. Lo faccio girare, inizio a leccargli con voracità il giovane e peloso buchetto, la mia lingua apre una strada già aperta dal dito indice, infilo un preservativo e prima di penetrarlo mi faccio ulteriore strada sempre con il mio indice. Lo penetro, ho fatto un buon lavoro, non sembra provare dolore. Il mio cazzo è dentro ed inizio a scoparlo, ma mi chiede di fermarmi, gli brucia troppo e gli fa male, inconvenienti della prima volta.
Mi fermo con un po' di disappunto, lo rimetto supino e riprendo a succhiarlo, il mio dito scivola nuovamente nel suo buchetto ben lubrificato, la mia mano sinistra scivola su e giù sull'asta del suo cazzo, assieme alla mia bocca. Il mio indice destro, posizionatosi nuovamente sulla sua prostata, ne segue il lento gonfiarsi ed indurirsi e la massaggia senza sosta. I suoi gemiti si fanno più forti, il mio dito si ferma e sente solo il violento ingrossarsi della sua prostata e suggerisce alla mia bocca quando staccarsi per proseguire a menare il suo cazzo turgido e gonfio fino all'esplosione vigorosa, un fiume di sperma ed il dito che sente la prostata pulsare all'impazzata fino allo stremo. Lo pulisco con delicatezza, ci fermiamo a parlare mentre lui si riveste. Ci salutiamo sull'uscio di casa con una stretta di mano ed un paio di baci sulle gote virili. "Allora ci risentiamo" gli faccio io e lui "Ci sentiamo e ci rivediamo presto". E va via, raggiunge i suoi amici per passare una serata in compagnia, tenendo per se quello che è successo nella mia stanza. Quanti segreti pesano sopra il mio cuore.