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lunedì 28 luglio 2014

Un tipo curioso

L'estate corre veloce tra un acquazzone e un altro, non ricordo un luglio tanto piovoso. Tutto questo mi rende nervoso, ho voglia di andar via, dove il sole può scaldarmi.
Le cicale hanno ripreso a cantare, la città mi sembra un poco più vuota, ma solo a tratti. Di colpo, con la pioggia, tutto si paralizza e mi sembra di piombare nei mesi invernali. La mattina mi sveglio con lo scrosciare della pioggia e l'unica differenza con l'inverno o l'autunno, sono le bianche e candide lenzuola, con cui la sera mi copro per non sentire il fresco della notte. 
Anche la sera, fa fresco. Ricordo le belle estati trascorse in giro con il motorino, il vento tiepido in faccia, la città illuminata dalle luci arancioni dei lampioni, la gente per le strade che siede ai tavolini all'aperto, a bere birra e vino bianco ghiacciato. 
La mente vola: aspettavo sotto Palazzo Venezia, proprio sotto al famoso balcone da cui Benito Mussolini proferiva i suoi discorsi totalitaristici, il casco sotto il braccio, seduto sulla sella del mio vecchio cinquantino.
Sono passati 15 anni da allora, non esistevano foto da inviare, applicazioni, telefoni cellulari evoluti. Quattro chiacchiere via chat ed un appuntamento. La sera era calda, agosto stava finendo, la gente per le strade era poca. Aspettavo nel dubbio di un incontro fantasma. Scruto le persone che si dirigono verso di me "Potrebbe essere lui, no è troppo vecchio", "Forse è quello, cavolo speriamo di no" poi da lontano vedo una figura attraversare la strada e dirigersi con sicurezza verso di me, mi ha riconosciuto, gli avevo descritto il motorino ed ero l'unico sotto il balcone. 
Poco più basso di me, dal fisico compatto e robusto, incastonato in una camicia dalle maniche arrotolate, un paio di jeans chiari, le spalle larghe ed una camminata sicura, inizio a sperare sia lui.
Si avvicina sempre di più, inizia a sorridermi, un sorriso bianco ed accattivante, i capelli neri come l'ebano, un ciuffo che gli copre leggermente un occhio, un viso che lentamente, con il suo avvicinarsi, acquista sempre più nitidezza nei lineamenti, che sono marcati ma non esageratamente, direi perfettamente virili, gli occhi, quegli occhi dal taglio bellissimo e scuri, mediterranei.
Si ferma davanti  a me "Ciao, eccoci qui, dove andiamo a farci questa birra?". Io sono sorpreso, per la sua bellezza, per quel sorriso e per quella semplicità di porsi verso di me che nemmeno conosce.
Lo faccio salire sul motorino e ci dirigiamo verso via Cavour, conosco un pub dietro S.Maria Maggiore, ci andavo spesso con i miei amici dell'università. Entriamo e ci accomodiamo, beviamo un paio di birre, parliamo di noi, ci raccontiamo le nostre storie in pochi sorsi di birra. E' un ragazzo alla mano, semplice e maturo. Dopo un'oretta di chiacchiere e due birre che ti stordiscono ma non troppo, usciamo a prendere aria. "Andiamo da me? ti va?", non posso dirgli di no, mi piace molto. Ci dirigiamo di nuovo verso piazza Venezia, saliamo verso Largo Magnanapoli ed imbocchiamo una viuzza, da lontano vedo sventolare la bandiera dell'Italia. "Sono un agente di polizia, mi appoggio qui quando sono a Roma, ti va bene?" Questo particolare non me lo aveva rivelato, forse temeva qualcosa oppure, sapendo dell'immaginario collettivo per il fascino della divisa, non voleva piacere solo per quello. Entro in quelle piedaterre senza alcuna pretesa, pulito e abbastanza spoglio, un divano letto che apre e poi, si avvicina a me e mi bacia. La passione ci prende e ci ritroviamo in poco tempo nudi e sul letto, il suo corpo è virile, le gambe massicce e muscolose, le sue braccia sono forti e delicate, mi abbracciano e mi gestiscono con dolcezza e decisione. Ha uno splendido cazzo, duro, largo e mi penetra con estrema delicatezza e godiamo due volte. Sfiniti entrambi, per il sesso e per le birre, ci fermiamo a parlare, è notte fonda ormai, è l'ora delle confidenza. Mi apro a lui e gli racconto la mia situazione affettiva complicata e dolorosa, avevo una relazione all'epoca ma non ero soddisfatto. Dolcemente mi invitò a dedicarmi solo al mio compagno, era sincero. Ci salutammo, non dimenticai facilmente quel volto, lo risentii mesi dopo ma la mia vita era cambiata radicalmente, ero felice.
Le estati sono sempre ricche di ricordi.
Aspetto un uomo, era colpito dal mio annuncio, la curiosità di provare qualcosa di diverso, credo sia sposato, come spesso accade. "Sono al portone, cosa debbo fare?" Gli do le ultime dritte, lo attendo dietro al mio gloryhole. La porta si apre, entra, richiude la porta, si guarda attorno, le luci soffuse lo eccitano, lo so. In silenzio si avvicina, si cala i pantaloni.
E' già eccitato, il suo membro è dritto e ben scappellato, non è enorme ma è comunque un bel cazzo.
Lo accolgo nella mia bocca, lo sento gemere fin dal primo approccio. E' resistente il tipo, posso giocare con il suo uccello un bel po', ogni tanto mi fermo e lo guardo, lo accarezzo dolcemente, lo massaggio soffermandomi sul frenulo, tintillandolo e sentendo le sue esclamazioni di piacere, mi viene voglia di riprenderlo in bocca e di farlo godere.
Sento il suo membro gonfio, carico, duro, pronto ad esplodere. Lo prendo nella mia mano ed inizio a segarlo, piano e veloce e poi ancora piano e poi di nuovo veloce, sento che sta per venire e proseguo sempre più veloce, il suo respiro si ferma, lo sento godere e dopo qualche istante inizia a fluire dal suo cazzo una calda e bianca crema che cade copiosa, rallento il mio movimento, cerco di far uscire tutto il suo sperma, mi fermo. Lo pulisco, "Ti è piaciuto?" e lui "Si, accidenti, mi è piaciuto molto, grazie", si riveste soddisfatto, mi saluta, apre la porta e scompare. Spero in un agosto più mite e soleggiato, tra poco parto, lo so.








martedì 15 luglio 2014

La sua prima volta

Queste mese di luglio non è ragionevole. Il pomeriggio viene spezzato da tuoni violenti e pioggia battente ed improvvisa. Tutto passa in pochi istanti, ma quel cielo azzurro e terso dei mesi estivi dove sta? Dov'è quella luce forte e bianca che ti acceca e che mi fa riemergere dalle tenebre invernali?

"NOW I CAN FORGET YOU COS I'M OVER THE LOVE 
KARMA CAN PROTECT YOU COS I'M OVER THE FUN
I NEEDED THE SHAME, I NEEDED THE PAIN
I NEED TO FEEL NOTHING FOR YOU
NOW I CAN FORGET YOU COS I'M DONE"

(Over the love, Skunk Anansie, Wonderlustre, 2010)

Canto a squarciagola nella mia auto, mentre ritornano a casa, in questa serata ancora fredda che di estivo ha veramente poco. La strada bagnata, le gomme dell'auto che guizzano e si tuffano in piccole pozzanghere che si sono formate nell'asfalto a groviera della mia città. Salgo e sono piuttosto stanco per la giornata di lavoro o forse mi sento solo stanco di questo tempo di merda.
"Cosa fai stasera? Sei al Gloryhole? Potrei passare? La mia donna è fuori e sono solo a Roma". Leggo questo messaggio e sorrido maliziosamente, mi ricordo molto bene di lui, ne ho già raccontate le gesta nel post "Il Glory fa bene alla coppia", è il ragazzo molto alto, e curioso di fare nuove scoperte. Gli rispondo che può passare senza problemi, lo aspetto. "Mi preparo ed arrivo!" mi risponde con un altro messaggio dai toni entusiastici. 
Questo ragazzo ha 35 anni, è alto più di me e dire che io non sono di certo basso, ha un fisico longilineo, villoso al punto giusto, senza esagerazione, ha i capelli corti e folti di un nero acceso e due occhi scuri e penetranti, ha un bel sorriso ed un viso dai lineamenti virili ma non marcati, insomma è veramente un bel ragazzo. E' passato molto tempo dal nostro ultimo incontro, ma ricordo ancora il suo bel cazzo duro e armonioso. Mi preparo e preparo il mio gloryhole.
Mi chiama al telefono, niente messaggio, quasi avesse raggiunto con me una naturale intimità. Gli apro, sale e lo vedo entrare dal buco. "Come stai? tutto bene?" mi fa con voce amichevole ed eccitata. "Si tutto ok, è da un bel po' che non ci vediamo", gli rispondo con medesimo tono. "Non sai che voglia che ho" e mentre lo dice si spoglia, si toglie la maglietta e si abbassa i pantaloni, si avvicina e mi mette nel buco il suo cazzo già in tiro. Lo accolgo nella mia bocca e inizio ad assaporarlo dolcemente e senza fretta, lo sento gemere e godere. Proseguo in un crescendo di intensità e di passione, poi me lo toglie dalla bocca, indietreggia e si riposa. Si, lui è molto alto e fa fatica ad arrivare al buco, deve abbassarsi con le gambe e questo lo stanca, ma credo si sia allontanato anche perché è talmente eccitato che forse stava già per venire.
"Fammi vedere il tuo" mi dice a bruciapelo, una richiesta che dopotutto non dovrebbe sorprendermi, lo ha già chiesto altre volte. Lo accontento, mi tolgo gli slip e gli porgo il mio cazzo. Sento che lo prende in mano, lo inizia a segare, mi massaggia il glande con la mano ben lubrificata dalla sua saliva. Sento che prende la panca dell'ingresso, la posiziona davanti al buco, si siede e prosegue nel suo massaggio. Di tanto in tanto sento qualcosa di più caldo che avvolge il mio cazzo, è la sua bocca, piccoli e timidi assaggi. "Certo che hai un bel cazzo, è più grosso del mio", questa volta rimango sorpreso da questa affermazione, non riesco a seguire i suoi pensieri, chissà cosa gli frulla nella sua testa. "Ti ringrazio, anche tu hai un bel cazzo ma non saprei se più grosso del mio" in effetti forse il mio è poco più largo e più lungo.
Prosegue nel suo massaggio e poi mi chiede del lubrificante per poterlo massaggiarlo ancora meglio. Mi allontano prendo un gel a base acquosa, ne verso qualche goccia sulla sua mano che spunta dal buco e riprendo la posizione. 
"Ah, adesso si" esclama contento ed anche io rimango di stucco, perché la sua mano, così ben lubrificata, mi provoca brividi di piacere molto intensi. 
"Ti piace? Sono bravo?" mi chiede come un timido scolaro che sta provando a fare le prime operazioni aritmetiche. 
"Beh, non me l'aspettavo, sono sincero, te la stai cavando molto bene", lo rincuoro per il suo operato che veramente mi sta provocando sensazioni di grande piacevolezza.
"Sai, mi piacerebbe prenderlo dietro, che ne dici?"
A questa proposta rimango veramente basito, non me la sarei mai aspettata, d'altronde sapevo che era una ragazzo curioso, che per lui queste cose sono tutte nuove, mi aveva confidato che ero stato il primo uomo che glielo aveva succhiato e che il mio era il primo cazzo che aveva preso in mano e in bocca.
"Guarda, che non è una passeggiata, insomma ci vuole un attimo di preparazione, potrebbe farti molto male" gli rispondo garbatamente e mi sento di volerlo avvertire di certi dolorosi inconvenienti di un rapporto anale, soprattutto se sei vergine.
La mie mente in pochi secondi ripercorre la mia giovinezza e non posso non pensare alla mia prima volta, al primo uomo che volle prendere la mia verginità. Io ero un cucciolo di 19 anni, insicuro, nascosto dietro un aspetto non certo gradevole, pessimi occhiali, taglio di capelli inverosimile, abbigliamento un po' nerd.
"Potresti essere molto più carino di quello che fai credere" mi disse Massimiliano, molto più grande di me, aveva 35 anni, un sorriso bianco e splendido, gli occhi verdi come uno smeraldo ed i capelli neri e folti. Ricordo di lui questi particolari e ricordo di lui il suo splendido cazzo, non so se, perché era il primo che vedevo o se, perché forse lo fosse realmente, ma aveva veramente un bellissimo ed enorme uccello. 
A quell'epoca non c'era internet, esisteva un suo antenato, un canale televisivo locale aveva una pagina teletext dedicata agli annunci per incontri e ve ne era una parte dedicata a uomini che cercano uomini. 
Si metteva un annuncio,  si lasciava il fermo posta, tu trovavi quello che ti interessava, scrivevi una lettera a mano e sottolineo a mano, e la spedivi al fermo posta indicato. Era un processo molto lento, ma c'era la magia dell'attesa, l'ebbrezza del primo incontro, un incontro al buio perché non potevi scambiarti le foto, era un mondo con meno immagini ma con più immaginazione. 
Abitavamo, io e Massimiliano, nella stessa zona, ci incontrammo e ci piacemmo.
Mi aveva portato diverse volte in un appartamento tranquillo, in centro, a Largo Argentina, dove ci eravamo baciati, il primo bacio, e dove lo avevo preso per la prima volta in bocca. Ma una giorno mi chiese qualcosa di più, qualcosa che forse mi sentivo pronto a fare ma di cui non ancora ero sicuro. Gli chiesi, ovviamente, di mettere un preservativo, non c'erano lubrificanti come oggi, mi mise di schiena, poggiato ad una scrivania, delicatamente mi appoggio il suo enorme membro sul mio buco vergine, si muoveva lentamente, mi baciava dolcemente sul collo e mi abbracciava stringendomi a sé. Poi spinse più forte ma con delicatezza, sentii il suo pene eretto e durissimo entrare lentamente e provai un intenso dolore, come un coltello che trafigge la carne, un dolore che ti leva il respiro, lo feci fermare ma fece l'errore di non togliersi del tutto. Si fermò e poi riprese, il suo cazzo entrò del tutto e iniziò a muoversi dentro di me con delicatezza ma decisione, ma il dolore era troppo grande, lo feci continuare perché volevo godesse ma non resistetti, gli chiesi di fermarsi del tutto, acconsentì anche se percepii il suo disappunto.
Mentre ricordavo, il bel maschio dall'altra parte del buco, mi chiede ancora "Allora? voglio che mi scopi". Mi riprendo e gli rispondo "Intanto vieni da questa parte che ci mettiamo più comodi, poi vediamo che succede".
Smonto il mio gloryhole, mi compare il suo viso sorridente e curioso. Lo faccio accomodare nella mia stanza, si sdraia supino sul letto e mi chiede di massaggiarlo. "Mi fa male la schiena, devo aver fatto un movimento fatto male". Pazientemente le mie mani carezzano e massaggiano la sua schiena, ha un dorso perfetto, non muscoloso ma ben strutturato, le mie mani esplorano il suo corpo e iniziano a scendere verso le natiche. Ha un bel culo, lo inizia a palpare, non riesco a resistere ed affondo la mia lingua a ricercare il suo buchetto vergine. Lui sussulta, inarca la schiena per un piacere che forse non ha mai provato, mi confida che la donna qualche volta gli lecca il buchino ed allora cerco di fare meglio, perché so che so fare di meglio. I suoi gemiti sono sempre più forti, inarca la schiena si tira su e senza fermarmi, con la mano destra, lo premo sulla schiena e lo invito a rilassarsi. Questo piacere è troppo forte per lui, sta godendo da matti, non riesce a capacitarsi di quello che prova, "Ma mi ha messo la lingua tutta dentro!" afferma con sorpresa, io sorrido e proseguo. 
Ad un certo punto mi fermo, e lui si gira e mi chiede ancora di scoparlo. "Ti ripeto, non è una passeggiata, ti farà male", "Voglio che mi scopi, voglio provarlo" mi risponde deciso e concreto. 
Io sono in ginocchio sul letto, lui si pone davanti a me e mi afferra nuovamente il cazzo massaggiandolo delicatamente, me lo fa diventare durissimo. 
Se lo vuole, lo accontento, prendo un preservativo, lo infilo, poi prendo un po' di lubrificante e lo metto sul suo buco guardandolo negli occhi. "Come mi devo mettere?" mi dice incuriosito ed eccitato. "Va benissimo così" e gli afferro le gambe, lo metto giu di schiena e guardandolo fisso negli occhi gli appoggio il pene eretto sul suo buco ben lubrificato, inizio a spingere, lo sto facendo entrare.
Il suo viso fa una smorfia che non dimenticherò mai, gli occhi spalancati, la bocca aperta a prendere più aria possibile, una smorfia di dolore ed un grido che rimane in gola. Mi fermo e mi tolgo. "Cazzo se mi hai fatto male, mi hai aperto il culo!". Mi metto a ridere, ma non ho intenzione di fermarmi, l'ha voluto lui. Gli tengo le gambe aperte, mi riposiziono e riaffondo il mio membro dentro il suo buco. Il mio cazzo entra lentamente ed entra tutto, sono dentro di lui e la sua faccia esprime ancora dolore e sorpresa.
Comincio a muovermi, lo faccio con decisione, quasi con forza, non mi chiede di fermarmi, se lo facesse mi toglierei subito, ma non lo fa. Lo scopo con foga e con forza, non mi respinge, mi tira a sé, mi stringe a se, sa cosa sta provando, piacere e dolore e non sa decidere se chiedermi di fermarmi o di proseguire. Con una gesto di pudore e di vergogna distoglie lo sguardo dai miei occhi che invece sono ben fissi e decisi sui suoi. "Mi fa male" mi dice più volte ma non chiede di fermarmi, ed io continuo imperterrito con forza e decisione ed affondo sempre di più, sento che sto per venire, voglio venire dentro di lui e lo faccio. Esplodo di piacere guardando questo maschio dal bel viso e dallo splendido corpo, esplodo conscio di avergli preso la verginità, di avergli fatto provare sensazioni che non ha mai provato, mi sento padrone della situazione e sono conscio di aver posseduto un ragazzo curioso e non avvezzo a certe cose.
Mi sfilo tenendo il preservativo ben stretto, lui si riprende lentamente, gli do della carta per pulirsi. 
Quasi preso da una gran fretta, cerca i suoi vestiti, non lo sento turbato o ferito o umiliato, sorride e scherza ancora con me, ma si riveste velocemente. "Provare nuove esperienze è alla base della conoscenza e certe cose vanno provate se ci va, però, mai più, adesso ho provato ma non ho intenzione di rifarlo", io sorrido e gli faccio "Ti avevo avvertito che non era una passeggiata".
"Eh si, ma tu mi ha scopato con foga quasi con cattiveria", mi fa riflettere questa sua affermazione, non penso proprio di averlo fatto con cattiveria, ho fatto solo quello che lui voleva che io facessi, a quel punto l'ho vissuta come una sfida e, forse si, sono stato molto determinato ma mentre lo scopavo non pensavo al mio godimento, pensavo a fargli sentire certe sensazioni che non aveva mai provato.
Però sono un bastardo, mentre si riveste gli dico "Aho, domani mi raccomando gioca al superenalotto" e lui mi risponde con un divertito "Ma vaffanculo". Ridiamo entrambi. Prima di uscire dalla porta di casa, si avvicina e mi abbraccia come un fratello, "Alla prossima bello". Chiudo la porta dopo averlo visto dileguarsi giù per le scale. Una serata davvero speciale.


martedì 8 luglio 2014

Il Dono

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Uno scambio equo

Mentre tornavo a casa, si alzava un vento fastidioso. Gli alberi si piegavano, le fronde venivano schiaffeggiate ritmicamente. Alcune foglie, staccatesi dai rami, danzavano dolcemente nell'aria per finire a terra, prematuramente. Le nubi nel cielo correvano veloci, alcune nere, altre grigie, altre ancora candide come la neve. Era tutto in movimento.
La serata è calda, forse il gloryhole è più adatto in inverno, quando, dal freddo dell'esterno, passi al tepore della mia casa.
Mi arriva un messaggio, un ragazzo che tempo addietro mi aveva rifilato una clamorosa buca. Non si era presentato all'appuntamento, però mi aveva avvisato per poi scomparire del tutto. Pare però  non si sia dimenticato di me, ed ora un messaggio nel quale mi chiede di passare.
Acconsento. Eseguo il mio classico rituale, cerco di non dimenticare nulla al di là del mio gloryhole. In breve tempo il ragazzo di 33 anni è sotto il portone. Gli apro e gli do le ultime indicazioni per raggiungermi.
Si apre la porta, silenziosamente, si avvicina al buco, è fermo, lo studia, ha dei pantaloni corti mimetici, se li slaccia, li abbassa, ed abbassa anche gli slip. Si avvicina e sempre senza fiatare infila il membro moscio nel buco. Mi avvicino io allora, lo prendo delicatamente in bocca, lo sento gemere e sento la sua verga inturgidirsi. E' un bel cazzo, scappellato, largo ma purtroppo è all'ingiù.
A volte mi capitano quei cazzi duri come l'acciaio che curvano verso l'alto quasi volessero indicare la strada per il  paradiso. Sono difficili da gestire, è faticoso accoglierli nella tua bocca dall'alto verso il basso, preferisco i membri belli dritti che si lasciano ingoiare senza dover fare gincane nella mia gola.
Questo pisello è all'ingiù, non mi entusiasma, però noto che è più facile da assaporare e da accogliere nella mia gola. Mi diverto con quel bell'uccello massiccio, lo assaggio, lo esploro con la mia lingua la Questa sfugge quasi al mio controllo per raggiungere i testicoli ben depilati, allo scopo di assaporarli e titillarli. Mentre assaporo questo bel maschio, mi rammento di una sua richiesta, avrebbe voluto vedere anche il mio. Mi fermo allora, e memore di questo ricordo gli faccio "Ma vuoi vedere anche il mio?". Rapidamente il ragazzo si toglie e mi dice di si. Mi alzo in piedi, mi tolgo gli slip, che erano la sola cosa che tenevo addosso, con questo caldo. Con un po' di fatica inserisco il mio cazzo nel buco. Dovete sapere, cari lettori, che il gloryhole dalla parte dell'avventore è completamente liscio, provvisto di maniglie per aggrapparsi, insomma è studiato nei massimi dettagli per assumere comode posizioni. Dalla mia parte purtroppo non è così. La struttura in legno non è piatta, sono costretto ad avanzare il bacino per poter infilare il mio cazzo e quindi assumere una posa non certo comoda.
Appena infilo il cazzo nel buco, sento la sua mano afferrarlo, delicatamente. Inizia a segarlo e mi chiede "Posso?" ed io "Ma certo fai quello che ti senti di fare". Non finisco di dire questa frase che sento il ragazzo inginocchiarsi e con gran rapidità il mio cazzo viene avvolto da un calore piacevole, lo sento bagnarsi di saliva, sento la sua lingua avvolgerlo e coccolarlo.
Il ragazzo si scalda ed inizia a succhiarlo con foga e passione, lo ingoia fino alle palle, mi afferra i testicoli per spingere nella sua gola il mio membro ormai eretto.
Come chi non mangia da giorni o da settimane si avventa su un tozzo di pane, così il ragazzone si avventa sopra il mio cazzo, senza nemmeno gustarlo. La voluttà si impadronisce di lui, inizia a segarlo mentre mi succhia, per darmi piacere? per dagli piacere? per riempire la sua mano del mio cazzo come questo riempie la sua famelica bocca? Gli dico che deve andarci piano, che se fa così mi farà venire. Allora rallenta ed inizia a gustarlo come si deve. Provo piacere, mi rilasso alla grande, sebbene la mia posizione non sia comodissima. Per una volta capisco cosa succede dall'altra parte del gloryhole. Non vedo, non so cosa fa, la cosa rafforza i miei sensi, raddoppia il godimento.  Ad un certo punto gli chiedo di fermarsi e di ridarmi il suo cazzo. Da bravo obbedisce e mi restituisce il suo membro ancora ben eretto. Riprendo dove mi ero fermato, mi spingo sempre di più per portarlo all'orgasmo, mi avverte che sta per venire mi tolgo e lo afferro con la mia mano, lo sego, lo massaggio, il suo cazzo è ben lubrificato dalla mia saliva. Ed eccolo sciogliersi in potenti getti e fiotti di sperma che mi prendono in pieno petto. Ed il ragazzo si scioglie anche lui, si rilassa e si lascia andare. Lo pulisco, ci fermiamo a parlare un po', mi dice che gli è piaciuto molto, che forse tornerà di nuovo. E' una persona simpatica ed educata, perché non farlo tornare, se vuole?
Ci salutiamo e ci auguriamo una buona serata, in fondo stasera mi è andata bene, ho avuto uno scambio equo.









lunedì 7 luglio 2014

Un giavonotto educato e porcello

La curiosità muove il mondo. Io sono una persona curiosa e mi piacciono le persone che vogliono fare nuove scoperte, che non hanno quelle barriere mentali che ti fanno rinunciare a priori alle cose.
A meno che non ci siano dei pericoli fondati, il lanciarsi in qualcosa che non sai se può piacerti oppure no, la trovo una cosa estremamente stimolante, sia per me sia per chi ho di fronte.
Vincere la propria timidezza, le proprie insicurezze, ci rende più sicuri di noi stessi e ci permette di avere una visione più ampia della realtà in cui viviamo.
Un giovanotto quasi della mia età, mi contatta e vuole provare, vuole lanciarsi in una esperienza che non ha mai provato, non tanto per il gloryhole ma anche perché sa che dall'altra parte c'è un uomo tale e quale a lui. Mi aveva chiesto di passare nel pomeriggio, ma io ero impegnato, una giornata in piscina mi ci voleva proprio, adoro nuotare anche se ho messo da parte questa passione.
Nell'acqua mi sento libero, mi sento leggero, mi sembra di volare. Il caldo di questi giorni poi, non fa altro che farti desiderare il fresco dell'acqua e il bacio del sole per asciugarti.
Gli chiedo se è possibile vederci la sera, acconsente senza problemi, fissiamo quindi il nostro appuntamento, il giovanotto è così voglioso che mi dice che potrebbe venire anche prima del nostro appuntamento, acconsento.
Sono a casa ed eseguo tutti i miei rituali, preparo il gloryole, sistemo la camera ed aspetto. Mi arriva un messaggio molto prima dell'orario previsto: "Io sono già qui, quando vuoi salgo". Ancora qualche secondo per prepararmi a dovere e poi gli rispondo dandogli il via e fornendodlgi le ultime informazioni per raggiungermi. 
Attendo dietro al buco. Si apre la porta e filtra la luce del pianerottolo dentro al mio ingresso, una voce molto virile e pacata chiede il permesso, gli dico di accomodarsi. Senza alcun indugio, visto il buco, vedo il nostro giovanotto avvicinarsi, abbassarsi i pantaloni e porgermi il suo membro. Si rilassa.
Accolgo nella mia bocca un piccolo pene. Non serve molto lavoro che questo inizia a crescere notevolmente, è un bel cazzo scappellato, dritto e duro, profuma di pulito e di maschio.
Sento i suoi gemiti al passare della mia lingua, ad ogni mio affondo di tutto il suo membro nella mia gola. Gli chiedo come si chiama e quanti anni ha, mi risponde con un tono di voce molto pacato, virile e con un italiano perfetto e senza accenti. "Le cose che hanno scritto di te non ti rendono giustizia, è una cosa fantastica, mi stai facendo godere tantissimo". Sono orgoglioso per le sue parole, sento il suo glande ingrossarsi a dismisura e i suoi gemiti aumentare, mi fermo ed allora prendo i suoi testicoli depilati in mano e li lecco con delicatezza, li assaporo, li accolgo interamente nella mia bocca, ma quello che lo fa più godere, è quando la mia lingua si muove leggera sul suo scroto.
Allora, con la punta della mia lingua, disegno cerchi concentri, leggiadre pennellate che gli provocano mille brividi, poi ogni tanto, all'improvviso ritorno sul suo glande, lo succhio e lo ingoio del tutto. Trattiene il respiro ad ogni mio affondo. Riprendo con la lingua a dipingere tutto il suo scroto. "Non immaginavo potesse essere così piacevole", mi dice sempre con quel suo tono pacato ed educato. Sorrido e mi godo ogni istante. Rimane fermo, si lascia gustare, mi dona il suo cazzo, mentre lui, immobile si prende tutto il piacere che posso dargli. Mi fermo ogni tanto perché sento che il suo cazzo è veramente al limite e gli dico "Mi sa che hai messo il colpo in canna", ride di gusto e mi dice che la cosa è fantastica e che davvero sta scoppiando di piacere. Decido però di tenere quel bel cazzo e quel bravo ragazzo ancora un po' sulla corda. La mia lingua lo fa impazzire, ed allora la sguinzaglio attorno al suo glande, con movimenti frenetici massaggio il frenulo, quel semplice e continuo movimento sento che lo porta sempre più vicino al coito, lo sento gemere lo sento fremere di piacere ed immagino tutti i muscoli del suo corpo contrarsi ed irrigidirsi per il piacere.
Quanto darei per vedere cosa succede dall'altra parte, quando questi uomini sono completamente appiattiti sulla parete del mio gloryhole, quando afferrano con forza e vigore le maniglie che sono state montate e si lasciano andare al piacere.
E' venuto il momento, mi fermo, afferro il suo cazzo, lo iniziai a segare, veloce e sempre più veloce e poi lo vedo esplodere e lui dall'altra parte esalare quel gemito di godimento che tanto mi esalta. Mi fermo, lo pulisco, gli restituisco il suo pene. Sembra sfinito ed estremamente soddisfatto, Così educatamente come era entrato, con la stessa educazione mi saluta e mi ringrazia.
Spero sinceramente di averlo di nuovo e presto al mio gloryhole, mi piace quando un uomo si dona totalmente al mio piacere, solo in tal modo posso dargli il godimento che merita.











sabato 5 luglio 2014

Un torello che viene da fuori

"Non lasciamo che sia il tempo a cancellarci senza un gesto. Far la fine dei graffiti abbandonati alle pareti. Lentamente sgretolati dalla pioggia e dal calore. Fino a quando c’è uno stronzo che passando li rimuove. Senza avere la certezza di aver dato tutto. Prima di mollare, di tagliare corto. Di imboccare quella strada senza più un rimorso. Fino a quando arriverà qualcuno che starà al mio posto. A lasciarci negli abbracci. A proteggerci dai sassi. A difenderci dagli altri. A lasciarci i nostri spazi. A toccare con un dito questo cielo che spalanca l’infinito. Quante volte ci ha deluso. E quante volte ci ha sorriso" - Canta Francesco Renga alla radio ed io sono svogliato. Fa caldo ma non troppo, tira una brezza che fa respirare.
In questi giorni avevo parlato con un ragazzo che però avevo rifiutato, non mi piacevano le sue foto. Poi però il tipo (39 anni) continuava a scrivermi, dicendomi che si poteva anche solo chiacchierare. Di certo il gloryhole lo intrigava moltissimo, però accettava la mia scelta di non accoglierlo e mi chiedeva di poter continuare comunque a parlare. 
Credo che questa sia una grossa ricchezza, intendo il non fermarsi al "Mi piaci? si, no, forse, vediamo".
Quando sei disposto anche a comunicare con un'altra persona invece di cercare avidamente e ciecamente solo una cosa, vuol dire che sei una persona che ha un cuore e che lo sai anche ascoltare.
Così, mentre cazzeggio, senza null'altro da fare, vedo on line questo ragazzone. Mi messaggia dicendomi che è in giro, a cercare non si sa cosa: sesso, sesso a pagamento, una semplice passeggiata. Un venerdì sera trasgressivo e non.
Io gli dico che sono a casa e gli chiedo dove è andato a fare danno. Mi indica una zona di Roma praticamente adiacente alla mia. E' veramente un caso, in quanto non gli avevo detto in che zona gravitavo. Parliamo un po', mi fa tenerezza, è educato, percepisco un velo di tristezza dal suo modo di scrivere e di rapportarsi. Non è di Roma ma di un paese vicino. Mi colpisce il fatto che sia venuto fin qui. Senza indugio gli dico se vuole passare, mi farebbe piacere farlo godere, piuttosto che rimandarlo a casa a segarsi, come preannunciato in un suo messaggio.
"Se per te va bene figurati a me! Non vedevo l'ora di provare questa cosa!". Così gli do l'indirizzo esatto, mi fa uno squillo sul telefono così sono tranquillo, e mi dice che in pochi minuti sarà da me.
Tempo di trovare il parcheggio ed eccolo che mi avverte "Sono sotto". Gli apro, gli do le ultime dritte e lo aspetta dietro al mio buco. 
Entrando bussa e chiede permesso, non mi sono sbagliato, è una persona educata e dai modi gentili. "Entra pure". Mi saluta con timidezza e riprendendo fiato dalla scale, inizia a sbottonarsi i pantaloni. Mi porge nel buco un membro non ancora perfettamente eretto, ma si sente che la sua eccitazione è grande. Prima di arrivare, mi aveva detto che aveva paura di venire subito, perché la cosa lo eccitava molto. Sapendo questo suo timore, mi dedico con estrema delicatezza al suo cazzo, faccio in modo che senta bene la mia lingua e la mia bocca ma nel modo giusto, allo scopo di tenerlo il più possibile sul quel paradisiaco confine tra orgasmo e piacere.
I suoi gemiti sono gemiti di sorpresa, mi piace sentire le sue esclamazioni di godimento. "Mamma mia, di certo lo succhi molto meglio delle donne". Lo ringrazio e continuo a farlo godere stando attento a non raggiungere quel limite del non ritorno. Mentre lo faccio godere gli chiedo come si chiama, quanti anni ha, dove vive, tutte informazioni che già vi ho dato. Mi piace intrattenerlo e parlando, lui, riesce a controllare anche meglio il suo coito, distrarre l'uomo serve molto.
"Sono contento che hai cambiato idea, mi piace molto quello quello che fai". Allora mi fermo un attimo e gli dico "Sai, a volte avere un cazzo di 25  o 30 cm non serve a molto se poi sei una persona maleducata o scontrosa, mi è piaciuto il tuo modo di porti, la tua gentilezza e la tua educazione, per questo ho deciso di farti venire". Sorride ed io riprendo a lavorare il suo cazzo.
Direi che non è enorme ma nemmeno piccolo, è molto duro e ben scappellato, tira fortemente a sinistra, direi un cazzo comunista. Sento che ormai non ce la fa più. "Hai visto? dicevi che saresti venuto subito e invece eccoti qui a reggere senza problemi", mi risponde "Hai ragione ma è anche merito tuo, credo". Sorrido di nuovo ed orgogliosamente. "Vuoi venire?" gli faccio conoscendo già la risposta e difatti "Si, si, fammi venire". Gli prendo il cazzo in mano, lo inizio a segare, e ben presto se ne viene copiosamente e sembra quasi una liberazione. Lo pulisco accuratamente e gli restituisco il suo membro. "Ok" mi fa "Ti ringrazio, mi è piaciuto molto a saperlo venivo con la moto stasera, ci ho messo un po' a parcheggiare". Allora gli rispondo maliziosamente "Bene allora la prossima volta vieni in moto".







mercoledì 2 luglio 2014

l'imbranato

E’ martedì, sono libero. In fondo quei martedì erano divenuti, col passar del tempo, un po’ faticosi, lo ammetto. Nonostante quel piccolo peso al cuore che avevo prima della serata, alla fine mi sentivo bene e spendevo quei momenti di gioia, senza alcun pensiero.
Oggi, invece, sono qui da solo, in questa stanza, nella mia stanza, solo ma sereno. Ho i miei abituali frequentatori che ormai sono diventati quasi degli amici, mi chiedono sempre come sto e come è andata la giornata. Ne vengono due, in momenti diversi, sono tra i più assidui e i più vogliosi. Sono teneri nelle loro chiacchiere con me, dall’altra parte del buco.
Sto sistemando tutto, quando mi squilla il telefono, mi ero dimenticato di un nuovo avventore, avevamo preso accordi ma pensavo non mi chiamasse, aveva una cena e si sa queste cene non finiscono mai. “Ciao, senti io ho finito la cena, ho lasciato la mia ragazza e potrei passare, però debbo dirti che sono con un amico, gli ho raccontato tutto e abbiamo pensato di fare una botta da matti e di venire a provare il gloryhole”.
La cosa mi lascia perplesso, non so se fidarmi, non conosco il tipo e dell’amico non so nulla. “E scusa ma questo amico è uno fidato?” e lui “Si, si, non ti preoccupare, abbiamo fatto un sacco di cose assieme, ci conosciamo da sempre, abbiamo fatto sesso anche con ragazze assieme, però ti dico che siamo un po’ tesi, nel senso, una cosa del genere non l’abbiamo mai fatta, cioè potrebbe pure essere che quando arrivo mi passa la cosa e non me la sento, insomma sto intrippato con il gloryhole ma allo stesso tempo mi sento un po’ timoroso”. Si sta cagando sotto, penso dentro di me. “Non ti preoccupare” – cerco di tranquillizzarlo – “Non succede nulla se cambi idea, mica te sparo! Ognuno fa quello che si sente di poter fare”. La mia opera di convincimento pare aver funzionato, quindi gli dico esattamente dove venire. Che sia la volta buona che si realizza questa mia fantasia di avere due amici complici al mio gloryhole. Vediamo.
“Eccomi, sono sotto casa che mi apri?” Ha usato il singolare, vediamo che succede. Gli do le indicazioni per arrivare da me.
Sono dietro il mio buco, si apre lentamente la porta di casa, la luce gialla del pianerottolo illumina il mio ingresso. La porta rimane aperta, interminabili secondi per me. Allora lo esorto ad entrare e a chiudere la porta. L’uomo entra, ha 35 anni, lo vedo estremamente timoroso. Gli chiedo dove ha lasciato il suo amico, mi dice che è rimasto in auto, e che gli ha detto di andare prima lui e che forse dopo, se gli va, sale anche lui.
“Senti ma la luce dove si accende?” mi dice imbarazzato. “Veramente la luce è già accesa, solo che sono basse. Sai, fanno atmosfera, non è gradevole avere le luci sparate addosso.” Gli rispondo piuttosto scocciato, ma l’accontento e aumento l’intensità delle luci. “Grazie, cosi va meglio, ma cosa c’è dietro quelle porte?”.
Comprendo che siamo in presenza di un tipo decisamente imbranato, coraggio pari a zero, è vero che la situazione in sè potrebbe essere potenzialmente pericolosa. Ma hai 35 anni mica 10. Lo tranquillizzo e gli dico che dietro quelle porte c’è il resto della casa e che ovviamente le chiudo per non far andare dappertutto l’eventuale ospite.
Poi mi chiede se sono nudo, gli dico che sono in mutande perché fa caldo, e a casa mia penso che posso stare come voglio. Mi osserva dal buco e dice “E’ vero stai in mutande”. Sono perplesso. Che me lo fai vedere? Mi tiro fuori il cazzo e lo metto nel buco, penso che vuole tranquillizzarsi vedendo come si fa e che effetto fa la cosa, me lo prende in mano lo tocca un po’ e poi lo lascia. Gli dico che sono venuti anche ragazzi molto giovani (vi ricordate il 18enne? O quanti 21enni?) che forse dovevano temere di più la situazione, vista la loro poca esperienza. Lo invito quindi a fare quello per cui era venuto, immagino che sarà difficile portarlo all’erezione. Non si tira giù nemmeno i pantaloni, abbassa la zip e tira fuori un bel membro ancora moscio. Me lo porge, lo accolgo nella mia bocca e con mia grossa sorpresa, raggiunge l’erezione in pochissimi istanti. Dentro di me penso che in fondo non è poi così timoroso, insomma la cosa gli piace, lo si capisce anche dai suoi gemiti. Sembra quasi che combatta contro se stesso, tra il desiderio e la paura, la ragione e la passione. Ha un bel cazzo, ben scappellato non lungo ma molto largo, ha un glande vellutato e morbido ed un asta bella massiccia e tosta. Giochiamo, sembra godere, ma di venire non se ne parla, ci proviamo, mi stanco a segarlo velocemente con la mia mano, ci prova anche lui a nel tentativo di avvicinarsi all’orgasmo, ma nulla, niente di niente, non ce la fa, eppure il suo cazzo è bello duro e dritto.
“Credo sia la tensione, insomma io già sono lungo a venire e poi il nervoso e questa situazione mi bloccano”. Allora lo tranquillizzo per l’ennesima volta, in questa mia operazione di sostegno psicologico. “Non ti preoccupare, non c’è nessun problema”.
“Allora io vado, vedo se il mio amico vuole salire, ciao”. Apre la porta e se ne va.

Inizio a sospettare che non esista nessun amico, avrà inventato una balla perché, se avessi avuto brutte intenzioni, tipo scioglierlo nell’acido dopo averlo affettato stile Dexter Morgan, sarei stato frenato dalla presenza di un amico che lo aspettava. Di fatti mi richiama e mi dice che l’amico non vuole salire e che se ne stanno andando. Io gli chiedo di passarmi l’amico, che magari lo convinco, ma lui mi dice che quello si vergogna e che non vuole parlarmi. Sorrido e gli dico che magari sarà per un’altra volta. Questa volta, era meglio se impegnavo questa oretta per leggere un libro.