La sera scorre lenta, le auto sciamano innervosite verso le proprie case, persone affamate e stanche della giornata lavorativa, suonano i clacson al minimo ostacolo. La pioggia è scesa copiosa nei giorni passati, ha lasciato un velo di terra rossa su tutta la città. Ora l'estate sembra allontanarsi, il caldo asfissiante è stato spazzato via dall'acqua piovana. Temperature più miti rendono la notte serena e la mattina, il fresco ti sveglia mentre ti muovi per la città. L'estate sembra essersi spostata di un mese, è fine settembre ma l'anticiclone delle Azzorre staziona sopra di noi. Non dimentico le serate invernali al mio gloryhole, quando fuori il freddo gelava le mani e quando gli uomini entravano nel mio ingresso, trovano un tepore che diventava caldo grazie alla passione, la quale sgorgava dalle vene irrorate dal sangue, pompato dal cuore che smaniava per il piacere che si propagava per tutte le estremità.
Agogno adesso quel freddo.
Dopo tanto parlare e tanti appuntamenti, è giunto il giorno di un ragazzo dalla tenera età di 22 anni. Un ragazzo che mi ha colpito per la semplicità con cui mi parlava e per il fatto che a questa così giovane età fosse già sposato. Mi raccontava di un errore di gioventù e del tentativo di riappropriarsi della sua vita e dare una possibilità all'altre parte del suo matrimonio.
E' sotto casa, mi avverte ed io gli do le ultime dritte. La porta di casa si apre e sento un educato "Posso? E' permesso?" e nel frattempo un rumore di suole che si puliscono sullo zerbino.
Lo invito ad entrare, la porta si chiude dietro ad un paio di jeans puliti e profumati. Si avvicina al mio buco, si cala i pantaloni e mi dona il suo giovane membro pulito ed addormentato. Lo accolgo nella mia bocca, è morbido, succoso, la sua giovinezza di sente dalla pelle e dalla morbidezza del glande. Lo sento gemere e sento il sangue scorrere lungo il suo corpo ed affluire nel suo morbido membro fino a farlo ergere con forza e vigore: la bellezza di avere 22 anni. Non è un pene enorme ma molto duro e di una buona larghezza, a volte non guardo le dimensioni ma sono altri fattori che mi spingono ad invitare un maschio.
Il ragazzo sembra estasiato, come mi han detto altri, ci so fare meglio delle donne. Ma non è in dubbio questa cosa, come fa un uomo a non sapere cosa si prova quando te lo succhiano? Un uomo sa donarti piacere, non può farlo una donna che ha un corpo diverso dal tuo, per quanta passione possa metterci non potrà raggiungere questi livelli. Non dico che non ci siano donne capaci di farlo, ma sono sicuro che sono in poche a poterselo permettere.
Il ragazzo sembra estasiato, come mi han detto altri, ci so fare meglio delle donne. Ma non è in dubbio questa cosa, come fa un uomo a non sapere cosa si prova quando te lo succhiano? Un uomo sa donarti piacere, non può farlo una donna che ha un corpo diverso dal tuo, per quanta passione possa metterci non potrà raggiungere questi livelli. Non dico che non ci siano donne capaci di farlo, ma sono sicuro che sono in poche a poterselo permettere.
Il suo giovane cazzo sussulta ad ogni mia morbida carezza, ad ogni mio affondo di gola, il suo pube ha una peluria folta ed ispida ma profumata, i suoi testicoli sono ricoperti da morbidi peli neri come la pece, li pennello con la mia lingua.
Il ragazzo però non ha un'altezza consona al mio gloryhole, lo sento in difficoltà, credo stia in punta di piedi. Gli chiedo come va, e gli chiedo se vuole passare, ne avevamo già parlato e sembrava concorde nel fare questo passo.
Decidiamo di metterci più comodi, smonto il gloryhole e mi trovo davanti un ragazzo con un pizzetto che fa da corollario ad un viso rotondo e cordiale, un sorriso simpatico ed intelligente, quel pizzetto gli da qualche anno in più rispetto a quelli che ha, nel senso che senza sembrerebbe un ragazzino adolescente. Ha la maglietta mentre i pantaloni li ha già abbandonati all'ingresso. Lo faccio entrare, lo vedo sudare, e gli dico che forse è il caso che si tolga anche la maglietta. Si spoglia di fronte a me che lo guardo dal letto. Il suo fisico mi eccita, ha un petto villoso con un folto pelo nero. Non è alto, ma il suo fisico è massiccio ed il suo torace è largo e possente, le sue spalle sono muscolose e il suo addome non è piatto ma si sposa bene col resto del corpo, le sue gambe invece mi eccitano a morte, sono muscolose, pelose e mentre si piega per togliersi i calzini, le sue natiche fanno bella mostra di sé e sorrido.
Si adagia sul letto ed io riprendo a succhiare il suo bel membro leggermente addormentato, ma basta poco che ritorna vigoroso come prima, nel frattempo gli accarezzo le cosce muscolose e virili, le mie mani scorrono e percorrono tutto il suo corpo che amo accarezzare e a lui piace. Le sue mani scivolano sulle mie natiche e so cosa vuole. Mi metto carponi sul bordo del letto e lui in piedi, dietro di me, indossato un preservativo inizia a scoparmi con foga e decisione, mi monta come un vero torello, godendo e facendomi godere, con la voglia di sentire anche me godere dei suoi movimenti e della sua passione. Se la cava bene il ragazzo, è resistente ed affonda con forza e vigore senza essere ripetitivo nelle sue movenze. Lo sento accelerare, qualche colpo netto e forte e se ne viene godendo ed ansimando.
Ci rilassiamo, è sudato, ha lavorato il ragazzo. Lo asciugo e lo pulisco e parliamo della sua storia, gli chiedo curioso del suo giovane matrimonio cosa che, al giorno d'oggi mi risulta alquanto strana. Ascolto e comprendo, non ci sono bebè di mezzo ma preferisco tenere per me queste piccole ma pesanti confidenze. Permettetemi questa dimenticanza. E' un ragazzo intelligente, lavora e studia, come molti ragazzi di oggi ma non come tutti loro.
Si riveste il giovane virgulto, lo saluto e gli stringo la mano sperando di rivederlo quanto prima. So che non abita a Roma, ma credo che lo rivedrò. Prima di uscire mi chiede se ci sono tabaccai aperti, ha finito il tabacco, purtroppo non credo ce ne siano aperti, eccetto i distributori, ma quelli vendono solo pacchetti di bionde. Gli do allora qualcuna delle mie: "Me ne basta una, dai" ed io "No, non si da mai una sigaretta, se ne danno sempre tre, tienile". Mi sorride ed è leggermente imbarazzato "Ok la prossima volta te le riporto", io mi metto a ridere e lo gli do una pacca sulla spalla dicendo "Ma che mi ridai!". Ci salutiamo, bella serata.