Visualizzazioni totali

mercoledì 6 marzo 2019

All'odore di lavanda

Quanto tempo speso senza tornare a scrivere qui, in questo diario di bordo di un navigante perso in mezzo all'oceano del piacere. Questo viaggio solitario senza sosta, piccole barche che incroci per poi lasciarle andare, il sapore del mare e del sale ed il sole che cuoce la pelle ruvida e salmastra.
Le esperienze sono sempre più sovrapponibili tra loro, sono poche le cose che mi colpiscono e mi spingono a raccontarle o forse è il racconto stesso delle cose che mi ha un po' stancato. E' anche vero che per dare spazio a chi già conosco e conosce me, io steso lascio poco spazio a nuovi ospiti.
Ma l'altra sera qualcosa mia ha ispirato. Nelle migliori serate del gloryhole, riesco a organizzare un incorro, cotto e mangiato. Il maschio è deciso, voglioso, ruvido ma rispettoso. In realtà mi venne a trovare esattamente un anno e mezzo fa. 
Mi sorprende sempre piacevolmente quando qualcuno ritrova il mio numero e i nostri messaggi e so che nella mente rapidamente sente riaffiorare il ricordo del calore della mia bocca sul suo glande. Sono sicuro che per un attimo il suo cazzo comincia ad indurirsi ed il ricordo lo porta ad una solida e tenace erezione tanto da convincere il suo padrone a scrivermi e contattarmi nuovamente.
"Ciao, ci sei stasera? Vorrei passare a trovarti"
"Volentieri, ti ricordi dove sono?"
"Si più o meno mi ricordi il numero civico?"
"Ma certo, tra quanto?"
"Diciamo una mezz'oretta!"
"Ok! Perfetto! Ti Aspetto"
I gesti e i rituali non si scordano mai, il mio gloryhole è diventato quasi una religione, difatti, in ginocchio mi metto ma non pregare.
Traffico e parcheggio permettendo il giovane uomo si presenta la portone, apro e aspetto.
La luce che invade il soggiorno, il silenzio prima del piacere, il tintinnio della cinta dei pantaloni, il sordo rumore dei pantaloni che cadono a terra e poi lo spuntare del membro di maschio pronto a farsi accarezzare e coccolare: questo è il Gloryhole.
Mi avvicino, non prego ma mi inginocchio e mi accorgo che il membro è ancora imprigionato in un paio di boxer aderenti di colore scuro. Mi colpisce questa presentazione misteriosa e di sottile piacere. Con la bocca, inizio ad esplorare il morbido marsupio contenente la carne del desiderio. Il mio naso respira l'odore de boxer, sanno di lavanda, mi fermo e respiro quel profumo di bucato che mi porta in Provenza dove distese di fiori viola colorano il paesaggio e lo rendono meraviglioso. Per un attimo mi trovo in Francia e mi addormenterei su quel morbido cuscino che sa di lavanda. Ma poi mi risveglio e la lingua esplora, le labbra assaporano, la bocca morde dolcemente il contenuto di piacere.  La mia voglia sale, il desiderio cresce dentro me, resisto ma poi la mia mano afferra i lembi dell'intimo ed inizia a scartare quel pacco e come un bambino bramo dal desiderio di vedere il contenuto di quel prezioso regalo.
Le mie labbra attorno al suo membro addormentato, un sussulto e un gemito di piacere. Ad ogni lenta e calibrata leccata, il corpo del maschio reagisce come un riflesso incondizionato. Quando mi dedico ai testicoli, il giovane maschio sembra impazzire, è tutto un fremito, un brivido di piacere e la stanza risuona e si riempie di godimento.
Avevo lasciato la mascherina sulla panca, subdolo gli propongo il gioco. Lui si reca in bagno, si spoglia nudo e si benda indossando la mascherina. Nel frattempo, lesto, ho smontato il gloryhole e lo vado a rapire dal bagno per portarlo nella camera del piacere.
Minuto, ossuto, definito, dal verto villoso, dolcemente lo porto sul letto e una volta disteso, la mia lingua è libera di percorrere per intero il suo piccolo e tonico corpo. Ad ogni mio passaggio di lingua gemiti e grida di piacere si diffondono nella stanza, devo calmarlo e lo redarguisco, ma è incontenibile, ad ogni mio colpo di lingua sembra impazzire di piacere, quasi svenire ed è tutto un brivido e fremito. Il piacere pervade il suo corpo, afferra istintivamente il suo cazzo ed inizia segarsi mentre io mi dedico ai suoi testicoli e alla zona del piacere perianale. Ed è così che finisce ed esplode di piacere e con godimento vedo zampillare il suo bianco seme in tanti fiotti che gli bagnano il ventre asciutto e villoso. Lo pulisco si rilassa ma si vuole subito rimettere in piedi, lo accompagno alla porta e la chiudo dietro di lui. Si riveste e poi gentilmente ed educatamente mi saluta con voce dolce ma molto virile. 
Mi è rimasto addosso quell'odore di lavanda, penso alla la Provenza, l'estate, il sole, il caldo, il mare che presto rivedrò.