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venerdì 25 novembre 2016

A volte ritornano

E' un autunno feroce. 
Questo caldo umido, che ti fa sudare anche di notte, quando vorresti solamente appitonarti nel tuo letto abbracciato al tuo piumone, ecco, questo caldo umido mi stona come una corda di chitarra vecchia.
Qualche brivido di freddo e poi di nuovo caldo, venti gradi non sono inverno e nemmeno autunno. Gli alberi obbediscono alla stagione e stendono i loro tappeti di foglie gialle e rosse, un manto che accende il buio delle giornate che si accorciano sempre di più. 
Sento la mancanza del mare tiepido e della brezza che accarezza il mio volto. 
Sento la mancanza delle urla dei ragazzi che si godono le vacanze estive e che giocano per la strada. 
Sento la mancanza della cremosità del gelato e della cialda morbida e croccante che le giovani lavoratrici stagionali mettono in cima al gelato un po' maldestramente.
Mi sono accorto che senza accorgermene anche io mi sono preso una vacanza dal mio gloryhole. La mia fantasia non si ferma mai ed allora, mi dedico ad altre divertenti situazioni sessuali. Ma come posso dimenticarmi del mio gloryhole? 
Ogni tanto, quando mi sento di dovermi accoccolare nella mia tana, allora il gloryhole torna in pole position tra i miei desideri lussuriosi.
Così, colgo l'occasione che mi da un bel ragazzo che venne a trovarmi molto tempo fa ed eccomi di nuovo a sistemare con cura ed accortezza, tutto ciò che occorre per ricreare la magia del mio gloryhole.
L'uomo che mi fa visita, è un bel ragazzo, alto, magro, con pochi peli sul corpo ma le gambe villose e sode. Lo ricordo chiaramente. Mi ha fatto visita due o tre volte e ci siamo sempre molto divertiti. E poi, di certo non dimentico il suo membro: non vedo l'ora di rivederlo e riassaporarlo.
Esce dal lavoro e passa da me. E' sposato ma come tutti gli uomini impegnati, nasconde qualche piccolo segreto: che male c'è. Uno dei suoi è uscire un'ora prima per potermi fare visita.
Lo aspetto nel silenzio e nella penombra della mia stanza calda.
E' al portone, gli apro, il resto lo sa. Prima di entrare bussa.
"Si può?" dice con una voce calda e virile che non ricordavo e che solo a sentirla mi provoca eccitazione.
"Entra pure! Come stai? E' da un bel po' che non ci si vede"; sorrido, perché il verbo "vedere" non è proprio appropriato visto che il ragazzo non ha mai trovato il coraggio di passare dalla mia parte.
"Lo sai" rispose con la sua voce calda e virile - "sono sempre incasinato ed è difficile venirti a trovare nei tuoi orari". Si sa gli uomini sposati sono liberi in orari diurni e difficilmente lo sono la sera a meno che non ci siano partite di Champions League o similari.
"Si, si, lo so, non preoccuparti, l'importante è che oggi siamo riusciti a ritrovarci" lo rassicuro.
"Senti, io mi spoglio" mi dice con voce un po' stanca, quasi che il gesto dello spogliarsi sia un liberarsi del peso della giornata lavorativa ed io "Certo, mettiti più comodo che puoi".
Lo sento slacciarsi i pantaloni, sento la cinghia liberarsi e andare penzoloni, magari sfiorando il pene già eretto per l'eccitazione ma ancora intrappolato nelle mutande.
Si avvicina con la parte inferiore del suo corpo completamente nuda. Infila il suo uccello nel buco. E' parzialmente eretto, è molto lungo, il suo pube e tutto depilato e curato.
Accolgo nella mia bocca quel morbido e succoso uccello ancora addormentato. 
Il suo glande è morbido e profumato, riesco ad ingoiare per tutta la lunghezza quel pene così bello e morbido ma so che ben presto le sue dimensioni mi impediranno di farlo e ne approfitto allora per gustarmelo più che posso.




E difatti, il suo membro inizia a inturgidirsi, ad ogni mio bacio si ingrossa sempre di più fino a diventare troppo ingombrante per tenerlo tutto dentro, al caldo, nella mia gola vorace.
Mi concentro sul glande morbido e sensibile. Le mie labbra lo sfiorano dolcemente, la mia lingua pennella tutti i suoi contorni. Sento i suoi gemiti dall'altra parte, il ragazzo ha voglia e desiderio perché inizia a muoversi, inizia a scopare la mia gola, a far entrare il suo potente e lungo arnese fin dove può spingerlo. Poi si ferma e mi lascia fare e così ci alterniamo per un po'.
"Allora te lo ricordavi così?" gli faccio in un momento di pausa, mentre guardo ed accarezzo il suo bel membro.
"Cavolo, sei fantastico, mi fai sentire il tuo?" 
Mi ricordo allora, che anche le altre volte aveva voluto tastare la mia dote. Infilo allora il mio uccello nel buco, ovviamente sono eccitato e lui gradisce la cosa. Inizia a toccarmelo, me lo accarezza, me lo sega con vigore, anche troppo, devo toglierglielo un attimo. Poi lo rimetto dentro e ce lo faccio giocare un altro po' ma poi rivoglio il suo.
Mi tolgo e mi rimetto in ginocchio, lui capisce e infila nuovamente il suo cazzo nel mio gloryhole e mi ci lascia giocare ancora per un bel po'. Ogni tanto si sfila, sente il suo orgasmo avvicinarsi sempre più minacciosamente. A volte mentre lo faccio godere con la mia bocca, infila la mano nel gloryhole e cerca la mia bocca, la mia lingua. 
Sento il suo piacere sempre più vicino, il suo membro è sempre più grosso e duro e allora gli dico che lo voglio far godere. Lo succhio ancora un po' e poi afferro con la mia mano il quo bel cazzo e inizio a segarlo finché non sorgano fiotti di calda e bianca crema mentre dall'altra parte si levano profondi gemiti di piacere.




Il suo glande è imbiancato di sempre ed ancora pulsante e gonfio. Lo ripulisco con cura e glielo restituisco.
Ci salutiamo come due vecchi amici, lui infila nel gloryhole la sua mano grande e forte e gliela stringo felice di averlo riassaporato, felice di essere tornato a scrivere cogliendo questa occasione. Buonanotte mondo.