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domenica 29 giugno 2014

Un uomo alla ricerca di trasgressione

Sabato pomeriggio, ed io a scartabellare fogli excel.  Un occhio ai conti un occhio alle mie pagine per eventuali incontri.
Facebook non è stata mai una grande fonte di incontro, vi girano un sacco di tamarri ed è sempre più difficile scovare persone che sappiano cosa è l'educazione.
Un mio caro avventore mi contatta per email, mi chiede se può passare, mi sembra giusto prendere una pausa, nello stesso tempo un ragazzo di 35 anni di Facebook, con cui ero in contatto da tempo, mi chiede anche lui di poter venire a provare il mio gloryhole.
Do una mezz'ora di differenza tra un appuntamento e l'altro. Il mio mitico guerriero arriva come al solito baldanzoso e voglioso, oggi se la prende con calma, accidenti!
Vuole resistere, non vuole venire, il suo cazzo è sempre il più duro tra quelli che mi vengono a visitare, è bello largo e consistente, un vero torello, però fa male i conti con la sua eccitazione e a forza di fermarsi per poi riprendere, si ferma troppo tardi e non gode come dovrebbe, il suo coito è mozzato. Vedi amico, devi lasciare fare a me, non devi muoverti troppo, so controllarti anche se ti rilassi. Mannaggia! Ormai è di casa, se ne va in bagno a lavarsi, mentre il nuovo avventore è già sotto casa.
"Mi spiace metterti fretta ma c'è un tipo nuovo che sta aspettando sotto casa". Sorride il mio torello, si veste, si allaccia le scarpe mi saluta e se ne va, non senza rammentarmi di scrivere nuovi post e pubblicar foto e video che tanto lo fanno eccitare.
Appena uscito avverto l'altro che, datogli le ultime informazioni per arrivare da me, entra nel portone e praticamente si incrocerà con il mio bel guerriero. Chissà cosa penseranno incrociandosi. 
Attendo dietro il buco. Entra ed educatamente mi saluta e mi fa "Credo di aver incrociato quello prima di me". Sorrido ed annuisco. Poi mi fa "Dimmi tu cosa debbo fare" ed io "Beh! Mettiti comodo come credi, avvicinati e rilassati".
Si tira giù la zip dei pantaloni, li abbassa leggermente e mi porge il suo membro moscio e un po' nascosto. E' rasato al pube, meno male, il suo membro è piccolino, sono un poco deluso. Lo prendo in bocca e ci vuole un po' per farlo crescere, ma mi accorgo che la sua crescita non si arresta subito e alla fine il mio utente di Facebook ha una bella minchia!
Lo sento godere e gemere, ma capisco che è molto eccitato perché si tira indietro ogni tanto perché quasi al limite dell'orgasmo. "Accidenti sei molto eccitato, ti deve piacere come situazione" gli dico sorpreso e lui "Si mi piace molto accidenti". Cerco di tranquillizzarlo "Dai non ti preoccupare ci penso io a farti durare un bel po'".
Ed allora prendo a leccare i suoi testicoli rasati, lo sento gemere di piacere, un gemito di sorpresa, per qualcosa che non si aspettava, e così alterno la mia lingua un poco sul suo glande un po' su i suoi testicoli. Prolungo il suo piacere quanto più posso ma poi decido che è venuto il suo momento. Lo masturbo dolcemente con la mia mano che delicatamente passeggia sulla sua cappella. Ed eccolo arrivare, quel coito quasi improvviso, ed un fiotto potentissimo parte dal suo glande seguito da altri piccoli e meno intensi, un vero fiume di sperma. Ahimè, non ho registrato l'evento e me ne cruccio ad alta voce "Sarà l'occasione di rivederci" gli faccio divertito e lui "Perché no".
Poi, mentre lo ripulisco, gli chiedo del perché è venuto al mio gloryhole, cosa lo ha spinto vista la sua eterosessualità, infatti mi aveva confidato che sarei stata la prima bocca maschile a succhiarlo.
"Sai, a me piace la trasgressione, quindi trovavo questa situazione molto intrigante e ho voluto sperimentarla". Ha un modo di parlare compito, educato, senza accenti dialettali, deve essere una persona di una certa cultura.
Soddisfatto gli dico "Allora ti ringrazio di averla sperimentata, questa cosa intrigante e spero ti sia piaciuta". Mi risponde divertito "Certo che mi è piaciuta, spero di tornare".
Poi mi saluta gentilmente, apre la porta e soddisfatta la sua trasgressione se ne va ben soddisfatto. Che peccato che ho sbagliato a registrare il video però le foto le ho fatte, meglio di niente.






venerdì 20 giugno 2014

Non me lo ricordavo così grosso

Il cielo è finalmente sgombro da nubi. Si vedono poche stelle sparute, le più luminose, quelle che riescono a sopraffare, con il loro vigore, le luci della città.
Questi giorni addietro, le nubi ci han tenuto compagnia per troppo tempo, essendo giugno. Non vi è stata notte in cui i lampi non hanno percorso quel lungo tratto che congiunge la terra alle nuvole.
Di sera le nubi grigie assumevano colori violacei, lividi del cielo. In lontananza i lampi illuminavano i contorni di queste in maniera netta e dettagliata. La pioggia scrosciava potente, sentivo il frastuono di miliardi di gocce infrangersi al suolo, mi affacciavo alla finestra e vedevo una nebbia fitta fatta di acqua, gente che fuggiva, cercando un riparo, formiche impazzite senza meta. Il vento schiaffeggiava gli alberi, spezzando rami o devastando i teneri germogli. Ma ora tutto è passato.
La sera prima ho aspettato pazientemente la mezzanotte, faceva freddo ma non nel mio cuore.
Questa sera aspetto un ragazzo che mi dice di esser già venuto, in tutti i sensi. Recupero nella memoria il suo incontro, era un ragazzo deciso e con un bell'arnese.
"Sono sotto casa", mi dice chiamandomi al telefono ed io:"Ti ricordi il piano? La porta?" e lui "Si, si".
Apro e lo aspetto. Entra deciso, sembra già eccitato, si sbriga a chiudere la porta e lo sento slacciarsi i pantaloni, la cinghia tintinna mentre se li cala già voglioso. Velocemente mi porge il membro dal buco, lo agita come fosse un'esca, un richiamo per me. Sorrido e mi appresto a farlo godere. 
Il membro è barzotto, lo accolgo nella mia bocca ed in tempi velocissimo si erge al massimo della sua potenzialità. E' un cazzo davvero importante, bello grosso, largo e lungo, non me lo ricordavo così grosso. Si ferma, lo toglie e poi lo rimette, sembra agitato oppure incredibilmente eccitato. Mi oriento sulla seconda ipotesi, perché il suo membro sembra scoppiare, è voglioso, carico e pronto ad esplodere. Mi chiede di fargli delle foto, lo accontento, per me e per lui; gli faccio  i complimenti e lui sembra sempre più eccitato. I suoi gemiti sono sempre più forti, ad ogni mio assaggio, ad ogni mio tocco. "Dai smanettalo" mi dice deciso. "Dai fammici divertire un altro po'" gli rispondo un po' deluso, mi sembra troppo presto per venire. Capisco però che non ce la fa, che è troppo carico ed ha bisogno di venire. Allora esaudisco il suo desiderio, glielo prendo in mano ed inizio a segarlo, non passano che pochi secondi ed il suo cazzo si svuota della crema candida e calda, si svuota con un gemito di piacere che riempie la stanza. Si tira indietro, non mi da il tempo di pulirlo, gli do un pezzo di carta, si pulisce da sé, mi saluta piuttosto rapidamente e se ne va. 
Di solito non amo queste prestazioni rapide e senza troppa passione, ma debbo dire che il suo cazzo me lo fa perdonare. Le stelle continuano a brillare e per fortuna la tempesta sembra finita.









venerdì 13 giugno 2014

Timido......ma non troppo

"Ciao, sono già venuto da te, non so se ti ricordi, posso passare tra poco?".
La notte è già scesa da un pezzo, l'aria non si è rinfrescata per nulla, sono in mutande, accaldato, cerco di aprire le finestre di casa, di creare favorevoli correnti d'aria che mi rinfreschino: qualcosa si muove. Una lieve brezza percorre le stanze di questa casa, dove passano e stazionano tante persone, per una ragione o per un'altra. Respiro piano, mentre qualche auto sfreccia sulla strada, una musica da lontano, dal ritmo serrato, rimbomba nella mia stanza.
Afferro il telefono, cerco di ricordare, non ho salvato il suo numero, decido che può venire, non ho altro da fare in questa notte calda di metà giugno.
"Passa pure", non gli rammento dove e come, ma si ricorda benissimo tutto, perché non mi chiede altre spiegazioni. "Dieci minuti e sono da te", una risposta celere e concisa. Fumo ed aspetto, penso a l'altro giorno e sorrido.
"Sono sotto casa", il mio breve rituale, gli apro e lo aspetto dietro al mio buco. Entra timidamente, con una voce sottile e leggera mi saluta brevemente. Si spoglia, si toglie la maglia ed i pantaloni, sbircio dal buco e vedo un un uomo ben fatto. Mi porge nel buco un pene già ben eretto. "Accidenti già sei pronto? sei molto eccitato, mi sembra di capire". Sommessamente sorride e conferma la mia ipotesi. Avvolgo il suo membro con la mia bocca, non è enorme, anzi, ma è ben fatto, ben scappellato, ed è pulito e profumato. Sento gemere il ragazzo, avrà sui trenta, al massimo trentacinque anni.
Ma non gli basta la mia tecnica e la mia sapiente arte, vuole di più. Inizia a muovere il suo pene nella mia bocca, lo vuole scopare, vuole godere col suo movimento. La cosa non mi aggrada molto, ma sono stanco, fa caldo, in fondo mi piace anche così ed in certi momenti non si può sempre agire, bisogna lasciar fare. E così faccio, gli porgo la mia bocca e le mie labbra, le serro leggermente quando tira fuori la cappella, in modo che quando la infila di nuovo, trova quel poco di resistenza che stimola il suo glande.
Ci prova gusto, lo sento gemere, lo vedo muoversi ritmicamente. Mi diverte, a volte, fermarmi,  togliere la bocca ed allora, lo vedo infilare il suo cazzo nel buco alla cieca, avviluppato dal desiderio, con lo scopo di cercare la mia bocca. E tutto questo mi diverte. Poi lo accontento e mi faccio trovare. Riprende allora, con i suoi movimenti ritmici, ad affondare nella mia gola il suo cazzo, toglierlo, passarmelo sulle labbra, ritrovare il piacere perso qualche secondo fa. Passano i minuti e godiamo entrambi, senza fretta.
"Vorrei venire, posso?". Sorrido, annuisco ed afferro nella mia mano il suo cazzo. Inizio a masturbarlo, con lentezza, poi più velocemente, lo sento godere, lo sento godere sempre di più, fino ad esplodere, ad arrivare a quel momento magico del "non ritorno", quando il piacere si mischia allo svuotamento della tua anima, del tuo respiro, delle tue ansie, dei tuoi dolori e ti ritrovi nudo, provando quel lieve sentimento di tristezza che però passa in pochi istanti.
Ti senti come se avessi perso qualcosa, quando arrivi all'orgasmo.
Lo pulisco, ma si ritira frettolosamente, vorrebbe andar via, gli passo un po' di carta. Mentre si riveste gli chiedo il suo nome, ci pensa, mi dice "Marco, mi chiamo Marco".
Alzo gli occhi al cielo, quanti mi hanno detto di chiamarsi Marco. Innumerevoli. Mi chiedo ancora perché mi si debba dire un nome falso. Magari si chiama Marco sul serio, poveracci i Marco, non vengono mai creduti.
Finisce di rivestirsi e mi saluta timidamente.
Timido? da come si muoveva nella mia bocca, da come scopava la mia bocca, forse tanto timido non  era.


mercoledì 11 giugno 2014

Il babà 2 la vendetta

Fa caldo. L'aria, carica di umidità, plana immobile sulla città. Questo caldo però non mi uccide, mi fa bene. Vedo la gente camminare senza meta, non è persa nei propri pensieri:è persa, semplicemente persa.
Mi è capitato, l'altra notte, di vedere un cinese camminare lungo la strada di fronte a casa mia, passeggiava senza meta, i pantaloni sintetici con la piega, una camicia di pessimo cotone, sicuramente mista a sintetico, quasi sicuramente più sintetico che cotone. Lo sguardo fisso nel nulla, sembrava uno zombie, ho pensato che non riuscisse a dormire e avesse cercato il fresco altrove, senza trovar pace però. E non era l'unica persona a vagare per le strade. Un sentimento di inquietudine mi ha riempito il cuore.
Con la finestra aperta, prego per una brezza leggera, creo correnti d'aria spalancando le finestre, la notte cala lentamente, ma quell'associazione mentale notte-fresco, non arriva. 
Squilla il telefono, una voce lontana, quasi sommessa, sembra quasi timido o che parli di nascosto:" Posso passare tra una decina di minuti?" ed io che non avevo riconosciuto il numero di telefono:"Sono a casa, si, puoi passare ma mi ricordi chi sei?". Quasi si mangia le parole, non capisco, poi concentrandomi bene, carpisco il suo accento, la voce giovane: è il ragazzo napoletano dalla grande dote! "Ah, ho capito, si, si, vieni pure ti aspetto".
Eseguo il mio rituale, con questo caldo non lo avevo ancora fatto. Passano le stagioni, cambiano le temperature, i gesti restano gli stessi. Attendo.
"Sono sotto casa". Gli apro e gli ricordo gli ultimi dettagli.
Entra silenziosamente, non spiccica parola, lo sento spogliarsi, scruto da lontano, dal buco. Vedo dei pantaloni corti di jeans, delle scarpe da ginnastica rosse, si sfila la maglietta e mentre si gira vedo un fondoschiena invitante. Liscio, delle chiappette d'oro direi, no, d'oro no, direi di marmo, di marmo di Carrara. Mi tiro indietro, non voglio essere scoperto. Si gira, si avvicina al buco e ci mette l'uccello.
Il suo pene è già sveglio. Lo immagino, mentre si reca da me, già pregustare la mia bocca, le mie labbra e così facendo, naturalmente il suo membro si ingrossava. Non farò fatica a portarlo a piena erezione.
Il suo cazzo giovane, liscio, morbido, profumato, incredibilmente grosso, perfettamente scappellato, curva in alto e leggermente a sinistra. Mi concentro sul suo giovane glande, lo lavoro con le labbra, lo accarezzo con la lingua, affondo lentamente tutta la sua lunghezza nella mia gola, lo prendo con facilità, ma forse ancora non è al cento per cento della sua erezione. Ad ogni affondo nella mia gola, ne sento crescere le dimensioni, ad ogni suo gemito, pulsa più sangue nelle vene dell'asta e l'affare si ingrossa.

Inizio a faticare ad accoglierlo totalmente nella mia gola, oltre alla lunghezza c'è anche la larghezza ad essere aumentata. Mi impegno, voglio sentirlo godere, voglio sentire i suoi gemiti aumentare ad ogni mio affondo. A volte mi fermo ad osservare quella verga stupenda, allora lo massaggio con la mano, mi soffermo sul glande, lo sento gemere ad ogni mio sfioramento e massaggio. Lo riprendo tra le mie labbra, accelero i movimenti, mi aiuto con la mano. "Vai di sega" mi fa con la sua voce timida. Capisco, vuol venire, è allo sfinimento.
Mi allontano, prendo il suo randello nella mia mano e inizio a smanettarlo con vigore, sento il suo orgasmo iniziare, lo sento gemere, i suoi respiri aumentano sempre di più, ed ecco, all'improvviso, esplodere il suo piacere, si lascia andare in un gemito più forte, strozzato in gola, un suono che parte dalla pancia e sale, sale e si ferma in gola poi esce come una liberazione dalle sue giovani labbra, che non posso vedere. Il suo sperma cola copioso, rallento il movimento, spremo il glande per farne uscire il seme, bene e tutto. Mi fermo per pulirlo, lo sento impaziente, non mi da tempo di pulirlo per bene, si ritrae velocemente. Si infila gli slip e i calzoni e si rimette le scarpe, che, solo ora capisco, si era tolto. E' pronto, un silenzioso ciao, detto a mezza voce, che mi dice tutto. Apre la porta e se ne va.


martedì 3 giugno 2014

Il ritorno del guerriero

L'ultima volta che venne da me, era in compagnia dei suoi 3 amici, vi ricordate il post? La sua prestazione non fu eccelsa. "Ho letto il post, mi dispiace di non essere stato al massimo, voglio rifarmi" mi dice in un messaggio. "Tranquillo, ci rifaremo", rispondo tranquillizzandolo, so bene che non ne ha bisogno, la situazione era difficile e complessa e le altre volte non aveva avuto problemi, mi aveva sempre donato erezioni fantastiche e goduriose.
Ed eccolo entrare dalla porta, simpatico ed arzillo come sempre. Saluta, mi chiede come va, si spoglia dei pantaloni e mi porge il suo bel membro già barzotto. Lo accolgo nella mia bocca, lo tengo al caldo, lo porto a piena erezione. Questa volta è duro come l'acciaio, si erge imperioso nel buco, lo guardo lo accarezzo, lo sento pulsare, sento i suoi gemiti ad ogni passaggio della mia bocca, della mia lingua, della mia mano. 
Gioco con il suo cazzo, il suo glande non è molto grande, e se ne lamenta il mio virile amico. Vede nei post bei cazzi con glandi più grandi del suo. Non te ne preoccupare amico, hai altre qualità.
Il suo cazzo è molto largo ed ha una erezione molto generosa, la sua asta è durissima. Con la bocca mi concentro sempre sulla sua cappella, lentamente la scoperchio e anche quando gioco con le mie mani, mi concentro in quella zona ed è così lo sento gemere di piacere, ringraziarmi per il godimento che gli dono.

Si diverte il ragazzo, non ha quelle resistenze che aveva quella sera in compagnia dei suoi amici, si lascia andare al piacere, lo condivide con me tramite i suoi gemiti, le sue richieste, le sue esclamazioni di godimento. Gioco con lui senza fretta, senza guardare l'orologio, mi concentro sul suo piacere, ricavandone il mio.
Mi piace avere a disposizione il suo bel cazzo, poterci giocare, tenerlo sempre sul limite del coito, vederlo muoversi e pulsare di piacere. Lui stesso vorrebbe che la cosa non finisse mai. Si ritrae, infatti,  ogni tanto, quando sente il coito avvicinarsi furtivo. Si ferma, guarda il suo membro incredibilmente eretto e duro, lo ammira soddisfatto, saggia la sua virilità e ne va fiero.
Lo rimette nel buco affinché possa donargli altro piacere, lo accolgo nuovamente come un figliol prodigo. Il gioco potrebbe andare avanti ore ma il coito reclama la sua venuta, i testicoli sono carichi e gonfi, salgono verso l'alto e mi avvertono che il ragazzo non può più resistitere. "Ora ti faccio venire ok?". Dall'altra parte un voglioso si conferma la mia decisione.

Prendo nella mano la sua grossa mazza, la sua asta larga me la riempie del tutto. Inizio a segarlo con decisione ma sempre con molta delicatezza, come si tratta una cosa a cui tieni. Si scioglie il suo piacere in schizzi di goduria ed il suo respiro si fa lento, esclama piacere al momento dell'orgasmo. Il guerriero è tornato in tutto il suo vigore.
Lo pulisco, gli restituisco il suo bel cazzo, si riveste, ha provato un enorme piacere e mi ringrazia, uscendo mi saluta gentilmente e mi dice:"Alla prossima". Soddisfatto ricambio i saluti:"Alla prossima bello!".