E' una di quelle serate di aprile, quando il tepore soave del sole si fa sentire, riscalda la terra e ti rigenera. Passeggi la sera tra le vie dei locali, dove il brusio della gente ammansisce la tua solitudine. Tra quel vociare scorgi sempre un pezzo di frase che ti fa girare la testa, ti incuriosisce. Bicchieri ricolmi di birra, Mojito e Spritz serviti con noccioline e mais tostato, ragazzi giovani che ridono e si scambiano battute. Poi scorgi sempre un ragazzo intento a smanettare con il suo telefono, mentre scambia messaggi, whatsapp, Facebook. E' connesso con il mondo o con qualcuno in particolare. Poi lo vedi alzarsi "Regà, mi allontano per una mezz'oretta, ci ho da fa'". Cammina sicuro, allunga il passo deciso, sorride, ha le mani in tasca, il cappuccio gli copre la testa.
Poi arriva davanti ad un portone, smanetta ancora qualcosa sul telefonino e quel portone magicamente si apre, lui entra e sale le scale.
Arriva davanti ad una porta di casa, è socchiusa, la apre lentamente ed entra.
Ero la persona con cui era connesso.
Una volta entrato, chiude la porta, ma sembra confuso, non sa cosa fare, va dritto verso la porta del bagno la apre ed esclama "No, mi sa che non è qui". Allora il palmo della mia mano si spalma sulla mia faccia e penso "E' un cretino".
Lo richiamo all'ordine "Ehm scusa, il gloryhole è qui" e sporgo la mia mano dal buco. Lui scoppia a ridere "Cazzo, mica l'avevo visto, mi sa che la roba che ho fumato era bona". Gioventù bruciata.
Allora si avvicina al buco sicuro di sé e si spoglia, infila il suo membro nel buco ed aspetta di godere. Il suo pene ha un bell'aspetto, è profumato e di dimensioni già interessanti sebbene sia a riposo.
Quindi mi metto all'opera. Lo accolgo nella mia bocca, lo sento crescere ed in breve tempo diventa un bel membro duro e grosso, bellissimo da succhiare e da far godere. I suoi gemiti sono inequivocabili.
"Hai un bel cazzo complimenti" e lui mi risponde fiero "Si lo so, me lo dice anche la mia ragazza". Sorrido, c'è sempre una ragazza.
Lo tengo sempre sul filo, sento il glande, morbido e vellutato, sempre più gonfio pronto ad esplodere. Ma non voglio farlo venire subito, voglio che sia lui a chiedermelo esausto.
Continuo usando tutte le mie tecniche per dargli piacere, la mia mano lo massaggia dolcemente, poi la mia bocca, poi la mia lingua. Alterno e mi fermo quando sento il suo piacere allo stremo.
"Ti prego fammi venire, sto scoppiando" mi dice mentre lo sto massaggiando dolcemente e lentamente con la mia mano, una lentezza che è quasi sadica per un membro che vorrebbe un'azione veloce per potersi scaricare. Lo accontento.
Veloce e sempre più veloce finalmente sento i suoi gemiti aumentare di intensità e poi eccolo esplodere in uno schizzo copioso e potente che mi sfiora il viso e poi una colata di tanta crema calda e densa che vedo scendere goccia a goccia.
Lo pulisco, lui sospira felice, mi racconta dove stava e che aveva lasciato gli amici per venire da me ma doveva tornare da loro.
"E mo' dopo sta goduta, un'altra cannetta ce sta tutta, e via la serata in allegria". Gioventù bruciata.
"Allora buona serata e non fare danni mi raccomando" gli dico come fossi suo fratello maggiore o suo padre, peggio. Si mette a ridere, mi saluta e mi ringrazia e spera di tornare presto perché l'esperienza gli è piaciuta parecchio. Chiude dietro di sé la porta e torna dai suoi amici. E Tra quel brusio di voci, potresti sentire anche la sua.