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domenica 19 aprile 2015

27anni....gioventù fumata

E' una di quelle serate di aprile, quando il tepore soave del sole si fa sentire, riscalda la terra e ti rigenera. Passeggi la sera tra le vie dei locali, dove il brusio della gente ammansisce la tua solitudine. Tra quel vociare scorgi sempre un pezzo di frase che ti fa girare la testa, ti incuriosisce. Bicchieri ricolmi di birra, Mojito e Spritz serviti con noccioline e mais tostato, ragazzi giovani che ridono e si scambiano battute. Poi scorgi sempre un ragazzo intento a smanettare con il suo telefono, mentre scambia messaggi, whatsapp, Facebook. E' connesso con il mondo o con qualcuno in particolare. Poi lo vedi alzarsi "Regà, mi allontano per una mezz'oretta, ci ho da fa'". Cammina sicuro, allunga il passo deciso, sorride, ha le mani in tasca, il cappuccio gli copre la testa.
Poi arriva davanti ad un portone, smanetta ancora qualcosa sul telefonino e quel portone magicamente si apre, lui entra e sale le scale.
Arriva davanti ad una porta di casa,  è socchiusa, la apre lentamente ed entra.
Ero la persona con cui era connesso. 
Una volta entrato, chiude la porta, ma sembra confuso, non sa cosa fare, va dritto verso la porta del bagno la apre ed esclama "No, mi sa che non è qui". Allora il palmo della mia mano si spalma sulla mia faccia e penso "E' un cretino".
Lo richiamo all'ordine "Ehm scusa, il gloryhole è qui" e sporgo la mia mano dal buco. Lui scoppia a ridere "Cazzo, mica l'avevo visto, mi sa che la roba che ho fumato era bona". Gioventù bruciata.
Allora si avvicina al buco sicuro di sé e si spoglia, infila il suo membro nel buco ed aspetta di godere. Il suo pene ha un bell'aspetto, è profumato e di dimensioni già interessanti sebbene sia a riposo.
Quindi mi metto all'opera. Lo accolgo nella mia bocca, lo sento crescere ed in breve tempo diventa un bel membro duro e grosso, bellissimo da succhiare e da far godere. I suoi gemiti sono inequivocabili.
"Hai un bel cazzo complimenti" e lui mi risponde fiero "Si lo so, me lo dice anche la mia ragazza". Sorrido, c'è sempre una ragazza.




Lo tengo sempre sul filo, sento il glande, morbido e vellutato, sempre più gonfio pronto ad esplodere. Ma non voglio farlo venire subito, voglio che sia lui a chiedermelo esausto.
Continuo usando tutte le mie tecniche per dargli piacere, la mia mano lo massaggia dolcemente, poi la mia bocca, poi la mia lingua. Alterno e mi fermo quando sento il suo piacere allo stremo.
"Ti prego fammi venire, sto scoppiando" mi dice mentre lo sto massaggiando dolcemente e lentamente con la mia mano, una lentezza che è quasi sadica per un membro che vorrebbe un'azione veloce per potersi scaricare. Lo accontento.
Veloce e sempre più veloce finalmente sento i suoi gemiti aumentare di intensità e poi eccolo esplodere in uno schizzo copioso e potente che mi sfiora il viso e poi una colata di tanta crema calda e densa che vedo scendere goccia a goccia.
Lo pulisco, lui sospira felice, mi racconta dove stava e che aveva lasciato gli amici per venire da me ma doveva tornare da loro. 
"E mo' dopo sta goduta, un'altra cannetta ce sta tutta, e via la serata in allegria". Gioventù bruciata. 
"Allora buona serata e non fare danni mi raccomando" gli dico come fossi suo fratello maggiore o suo padre, peggio. Si mette a ridere, mi saluta e mi ringrazia e spera di tornare presto perché l'esperienza gli è piaciuta parecchio. Chiude dietro di sé la porta e torna dai suoi amici. E Tra quel brusio di voci, potresti sentire anche la sua.

giovedì 9 aprile 2015

26 anni in cerca di novità

Con questo freddo sembra di essere in pieno inverno, altro che primavera. Il sole non manca, è vero, ma quanto gelo porta questo vento freddo dal nord. Le giornate sono più lunghe e la mattina l'angolo con cui il sole ci illumina mi fa sentire già in estate, mi rammenta la frescura delle prime ore del giorno in attesa del calore dell'ora di punta, ma è solo un triste inganno di un aprile distratto.
Squilla il telefono durante la mezza mattinata.
"Ciao, mi avevi dato il tuo numero qualche giorno fa, volevo venire a trovarti, vorrei provare il gloryhole, posso passare tra poco?" mi dice una voce fioca e spezzata dall'imbarazzo.
"Mi spiace ma al massimo potrei questa sera" rispondo io deciso.
"Ok, credo di poter passare, mi devo solo organizzate, ti chiamo più tardi" mi dice il ragazzo dalla voce giovanile e con un tono dispiaciuto. Ci salutiamo.
Passano le ore, gli impegni e la quotidianità. Squilla ancora il telefono nel tardo pomeriggio. 
"Ciao, sono sempre io, il ragazzo di questa mattina, non posso proprio venire mi spiace, dobbiamo rimandare". Lo saluto e mi rimetto chino sul computer.
La sera sopraggiunge quasi all'improvviso, l'ora legale e le giornate che si allungano mi traggono in inganno. Sono a casa tranquillo quando squilla il mio telefono. 
"Scusa, sono sempre il ragazzo di oggi, senti ma se passo adesso ci sei?" Sorrido e rido e gli do l'indirizzo.
Attendo, preparo il mio gloryhole, lo rispolvero dopo giornate in cui ho avuto altre cose da fare. Seguo con attenzione il mio solito rituale, ho perso un poco di abitudine.
Squilla il telefono, è lui, non è ancora davanti al portone e mentre mi parla cerca il mio numero civico "Ci sono che faccio?" Gli apro e gli do le ultime indicazioni.
Aspetto dietro al gloryhole. Si apre la porta, gli avevo raccomandato di sfruttare al meglio le sensazioni di mistero del mio gloryhole, non doveva parlare ma fare tutto con calma ed in silenzio.
Entra, si sistema, si lascia andare alle mie cure. Il suo pene è già per metà eretto, quando lo accolgo nella mia bocca sento un suo gemito di piacere quasi istantaneo. In pochi secondi la sua erezione è prepotente e sento pulsare tutto: il glande e l'asta che danza come un serpente al suono del flauto del suo incantatore. Il suo pene è bello grosso, il suo glande delicato e vellutato di un rosa acceso tendente al viola.






Spezzo il ghiaccio. "Insomma, quanti anni hai? Ma è la prima volta che fai una cosa del genere?".
Mi risponde tra un gemito e l'altro, mi sembra disposto a parlare, d'altronde non mi avrebbe chiamato direttamente al telefono, avrebbe cercato una comunicazione più distaccata con dei messaggi.
"Ho 26 anni, non avevo mai fatto una cosa del genere, poi leggendo il blog ho avuto proprio voglia di provare, non ho mai fatto nulla con un altro uomo e debbo dire che sei bravissimo"
Soddisfatto il mio ego, sorrido e riprendo a gustarmi il suo splendido uccello, il quale curva discretamente a destra, alla mia destra e ciò mi crea qualche problema ad accoglierlo tutto nella mia gola.
"Hai la ragazza?". Mi piace interrompere ogni tanto per dialogare.
"Si, anche se in questo periodo siamo un po' in rotta" mi risponde con un tono imbarazzato, sottilmente triste. Le sue paroloni suonano come una piccola scusa a se stesso, tanto per rendere ai miei occhi la sua visita al mio gloryhole meno colpevole. Ma forse è un impressione, gli credo.
Quando mi risponde, vedo che si allontana un poco, si deve sgranchire le gambe, solo ora mi accorgo che deve essere molto alto perché non arriva bene al buco. Le sue gambe sono muscolose e molto maschili, scorgo un bel ragazzo.
Proseguo a dedicarmi con dolcezza, passione, voglia, era molto che non lo facevo e lui mi stimola molto. Ogni tanto mi fermo e gli chiedo se gli piace quello faccio, se gli piace come gli dipingo, con la mia lingua, spirali di piacere sul frenulo o sopra il glande o sopra lo scroto. I suoi testicoli sono gonfi e alti.
"Vuoi che ti faccio venire?" gli chiedo dopo che per l'ennesima volta si era leggermente scostato e mi aveva detto che sentiva di star per venire. 
"O vuoi che prolunghiamo un po' il tuo piacere?" aggiungo malizioso.
"Beh, voglio ancora godere. Aspettiamo un altro po'".
Il ragazzo sembra non saziarsi mai, i suoi gemiti sottolineano il mio talento nel farlo godere, ma decido di farlo venire ed allora mi allontano ed afferro dolcemente il suo cazzo e con la mano lo masturbo fino a farlo eiaculare. Un fiotto caldo, intenso, potente di sperma bianco e caldo vola via  ed il suo respiro strozzato di piacere intenso, risuona nella mia stanza. Lo pulisco con devozione, mi ringrazia.
"Allora se ti va, posso tornare?". I brividi dell'orgasmo non hanno ancora finito di percorrere il suo corpo che già sta pensando alla prossima volta, ne sono contento. 
"Si certo, mi fa piacer se torni, non solo per le tue doti generose, ma anche perché sei un ragazzo educato, mi piaci come ti poni".
Ridendo ed augurandomi una buona serata mi saluta, esce da quella porta per tornare nel mondo fuori dalla mia stanza.