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lunedì 18 gennaio 2016

A Lui piace così

Devo dire che al gloryhole non c'è limite alla fantasia e quando dico "al gloryhole" mi riferisco a tutto il luogo, non solo alla parete del gloryhole: un buco con un universo intorno di trasgressione e sensualità. Così, mi capita che le persone che vengono a trovarmi mi facciano alcune richieste a volte particolari e che io valuto se attuare oppure no. Ovvero, devono intrigare anche me.
Un mio avventore affezionato, mi ha chiesto tempo addietro di poter entrare nella mia camera ma bendato in modo che io possa usufruire totalmente del suo corpo. Vuole mantenere il mistero.
"Sto arrivando", "Ho preso il tram", "5 minuti". Scandisce le tappe per spezzare l'emozione di venire a provare un gran piacere che lo porta così tante volte a contattarmi e a programmare i nostri incontri.
Quando è sotto casa gli apro. 
La mascherina, di quelle che si usano per coprirsi gli occhi e poter dormire in santa pace, quando si fanno lunghi viaggi in aereo o in pullman, è sulla panca all'ingresso. La parete del gloryhole è in cucina, l'ingresso è sgombro e la porta della mia camera è chiusa. Sento che entra, chiude la porta, inizia a spogliarsi, una capatina al bagno e poi bussa alla mia porta. Apro, è un uomo di 40 anni, di statura più piccola rispetto la mia, rasato e depilato. 
Fa sport settimanalmente, ha un fisico ben strutturato e sufficientemente definito. Le gambe non mi entusiasmano, a me piacciono le cosce belle sode e grosse, lui non le ha molto sviluppate. 
Lo prendo per mano e lo porto fino al letto, lo faccio accomodare, sorrido mentre lo vedo che va a tentoni per poi affidarsi a me e recarlo nel luogo ove riceverà piacere intenso.
Lo faccio distendere, il suo membro è già barzotto, l'eccitazione divora il suo corpo, lo sfioro ed un fremito lo assale.
Mi basta sfiorare leggermente i suoi testicoli gonfi e depilati per fargli raggiungere subito una bella erezione.
Accolgo nella mia bocca il suo membro eretto e turgido. Ma la mia lingua esplora tutto, tutto il suo corpo. Percorre i suoi fianchi, il petto, il collo, le braccia, ritorna indietro e si sofferma nell'ombelico e poi scende di nuovo verso l'inguine. Pennello i suoi testicoli e poi scendo nella zona perianale. Sollevo le sue gambe e la mia lingua scivola dentro il suo ano. Lo sento gemere e fremere di piacere, non mi fermo e non sono pago.
Non mi fermo un momento, sono insaziabile. Ricalco i percorsi già segnati dalla mia lingua, ricomincio da capo e tutto questo carica di piacere il mio sportivo ospite.
I giochi si fanno lunghi ed estenuanti. La mia mano si sofferma sul suo membro ormai durissimo e gonfio, pronto a schizzare fiotti di caldo e bianco sperma. Il mio amico mi ha detto di averne tanto, perché non ha provveduto da solo al suo piacimento nell'attesa che fossi io a darglielo, nel modo che più amiamo condividere.
Inizio a giocare con il suo membro, lo sego con calma e poi più velocemente, il piacere intenso di tutto il gioco lo porta velocemente ad una esplosione di piacere che gli inonda il ventre di candide e calde gocce di sperma.



Lo ripulisco e lo lascio rilassare, quando è pronto lo alzo e lo conduco alla porta della mia stanza, chiudo e attendo che si rivesta. Mi saluta gentilmente e chiude dietro di se la porta di casa.
Tanti avranno da ridire su questo modo di fare. Chi dirà che non mi vogliono vedere perché sono brutto e vecchio, chi dirà che il mio avventore è uno senza palle che pur di farsi svuotare farebbe di tutto, che è un gay represso e tante altre cose su di me o su di lui.
A me non importa.
La vita, il sesso va vissuta nella misura che possiamo vivere, senza farci troppe domande ed avendo il maggior rispetto possibile per chi abbiamo di fronte.
Quindi, facciamo quel che vogliamo senza rompere le scatole al prossimo.
Buona notte a tutti




mercoledì 13 gennaio 2016

Il torello del nord

Natale è passato. Il capodanno è passato. Anno nuovo vita nuova? Assolutamente no. Non ci credo ai buoni propositi, quelli che ti poni più per far contenti gli altri che te stesso. Dimagrire? Ma che mi frega. Essere più buono? Gia lo sono, anzi, anche troppo. Lui, il mio gloryhole rimane sempre lo stesso, il mio rifugio, la mia isola che non c'è. 
Solo tre giorni fa, gli alieni hanno portato via uno di loro. Ascolto "Heroes".
"Ti dispiace se arrivo qualche minuto prima?". 
Adoro questa precisione.
"Ho parcheggiato"
Bene.
"Due minuti"
Benissimo.
"Sono sotto al portone!"
Questi sono gli uomini che piacciono a me: precisi, decisi e senza esitazioni.
Questo maschio poco più giovane di me, mi aveva contattato oggi pomeriggio ed in poche ore aveva preso appuntamento. Gli apro e lo aspetto dietro al mio gloryhole.
Entra, la luce del pianerottolo di nuovo riempie l'ingresso. Senza parlare si accosta, si apre la zip dei pantaloni che cala leggermente ed affaccia al mio buco un membro barzotto e pronto alla guerra.
Il suo pube non è depilato, i peli sono crespi e neri come la pece, intravedo una carnagione olivastra, le cosce sode e villose come piacciono a me.
Accolgo nella mia bocca il suo membro, parte subito un gemito inaspettato. Sì, perché non mi precipito come un falco che cade in picchiata sulla sua preda: aspetto, lo guardo, faccio sistemare il maschio e quando meno se lo aspetta, il calore della mia bocca avvolge la sua estremità più virile, pronta a godere. 
Il suo gemito è di piacere misto a sorpresa, come se, non solo non si aspettasse così all'improvviso quel piacevole calore che dà godimento, ma anche, che quello stesso piacere così inatteso fosse molto più piacevole del previsto.
La mia lingua scivola sui suoi testicoli, li pennella e li percorre tutti. Poi, preso dall'estasi, si sbriga a calare del tutto i suoi pantaloni ed abbassa completamente gli slip per lasciare libero tutto quello che di maschio ha tra le cosce.
Il suo pene diventa di marmo, si incurva delicatamente all'insù, diventa gonfio di piacere. Per me è un piacere immenso sentire i suoi gemiti e sentire il suo glande gonfiarsi a dismisura.



Il suo glande è morbido e vellutato e contrasta con la durezza della sua asta gonfia e venosa. Fino a quel momento non ho detto una parola, ho voluto solo fargli capire cosa posso fargli provare.
Mi fermo un attimo e gli chiedo come va.
"Va benissimo, sei molto bravo accidenti".
Il suo accento quasi mi gela, sembra di sentir parlare un mio amico veneto.
"Di dove sei?" gli faccio incuriosito.
"Son di Venezia"
Non dico altro perché, mentre mi risponde, io riprendo a succhiarlo e la sua frase termina con un altro gemito di piacere inaspettato.
Riprendo a godermi quel bell'uccello caldo e di marmo, lo ingoio fino alla fine, lo lecco per bene, mi soffermo con la lingua sotto il suo frenulo, sembra apprezzare questo mio ultimo movimento. Allora continuo e cerco di usare la mia lingua come meglio posso. 
Le mie parole sembrano aver rotto ogni indugio ed i suoi gemiti, prima leggeri e sommessi, ora son diventati più liberi ed eclatanti.
Dopo un po' di giochi di lingua mi fermo e gli chiedo: "Ti ha mai succhiato un altro uomo?"
"No, questa è la prima volta" mi risponde quasi sorpreso delle sue parole.
Allora capisco la sua precisione, carattere ma sicuramente ma anche una nota di ansia per una prima volta che però ha affrontato con gran decisione.
Il gioco si fa lungo, l'uomo ha una bella resistenza ma non mi stanco facilmente, per me è un piacere sentirlo godere.
Ad un tratto esclama "Questo è il più bel pompino che abbia mai ricevuto!" 
Lo dice con voce estasiata, sorrido ed ammicco e proseguo ancora più convinto.
Il gioco va avanti a lungo, il maschio è davvero resistente, il suo pene non ha mai avuto un'esitazione nell'erezione, massaggio i suoi testicoli mentre spingo avanti e indietro la mia testa per dargli un grande piacere. 
Mi fermo, mi tolgo, la mia mano leggere afferra il membro ormai pronto a godere.
Lo sego con decisione e grande delicatezza. I suoi gemiti aumentano di intensità, il suo respiro si fa sempre più rapido, sento le gambe sbattere contro la parete del gloryhole, mille brividi che corrono lungo tutto il suo corpo e poi il gemito finale e più acuto che precede il suo coito copioso. Proseguo a massaggiarlo, lentamente e gentilmente, fino a far uscire ogni goccia del suo caldo e candido sperma. Lo pulisco e gli restituisco il suo pene.
"Mamma mia" il suo accento mi piace un casino. I veneti non sono del nord, sono persone eccezionalmente calde e divertenti: sono dei pazzi, in senso buono ovviamente.
"Allora posso tornare tra qualche giorno?" 
Mi metto a ridere, è troppo simpatico e pare che abbia gradito, e di molto, la mia arte amatoria.
"Certo, ci aggiorniamo al telefono, non sono sempre disponibile ma mi fa molto piacere se torni a trovarmi".
Mi saluta e va via sicuramente soddisfatto. La sua prima volta è stata un successo a quanto pare.