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sabato 15 marzo 2014

La scadenza

Giorni e giorni di messaggi, sembrava non doversi realizzare questo incontro.
Un uomo maturo di 49 anni, deciso, educato, dall'italiano scritto corretto, cosa ormai rara. Si doveva trovare un orario giusto per lui e per me. Finalmente un pomeriggio di libertà incrociata.
Attendo come al solito dietro al mio buco che salga l'avventore. Nessuno dei due sa come è fatto l'altro, ma poco importa in questo gioco. Vale l'abilità di chi sta dietro al buco e la dotazione di chi lo mette dentro. Bieco e becero sembra questo gioco di sesso.
Entra in casa, nell'ingresso la luce è soffusa, quasi buio. Nella mia stanza risplende solo la mia lampada coperta da una federa bianca e blu. Un timido ed educato ciao per chi entra in una casa non sua. Attendo che si sistemi e si appresti al mio buco. Vedo spuntare un bel pene moscio ma ben fatto. Mi avvicino e lo prendo in bocca. Noto che l'uomo non è molto comodo. Deve abbassarsi allargando le gambe per poter raggiungere il buco: o è uno spilungone o ha le gambe lunghe e quindi il baricentro della vita alto. La mia lingua sa prendersi cura del suo pene che si ingrossa e diventa più duro. Ma la sua lotta con l'altezza del buco mi frena l'entusiasmo, la passione del mio lavorio è disturbata dal suo muoversi e sistemarsi. Penso che sia proprio scomodo per lui:"Ma va tutto bene?" gli dico sorridendo. Dall'altra parte:"Beh è abbastanza faticoso!" e ride di cuore. 
Dopo tutto quel parlare via sms mi sembra di conoscerlo da una vita. E allora, sapendo le sue preferenze per gli uomini e sapendo che non è uno di quelli che non vuole vedere chi sta dall'altra parte, gli propongo di passare di qua.
Lo so, qualcuno storcerà il naso leggendo questa cosa. Ma cosa debbo fare? Ho messo un muro che in realtà è un velo. Ho tentato di mettere distanze ed ho creato invece un imbuto di curiosità in cui le persone vogliono tuffarsi.
Smonto il manufatto e mentre sto per vedere quest'uomo, mi chiedo come sarà e cosa potrà pensare di me. 
"Ta daaaaaaa" rido e abbatto nuovamente il muro. Mi si presenta un uomo non più alto di me e io che pensavo che fosse gigante. Guardo le gambe ed in effetti ha il baricentro alto e delle lunghe gambe affusolate.
Certo vederlo a brache calate un po' mi fa sorridere. Penso che un uomo in quella situazione è indifeso, non può correre, rovinerebbe a terra. Penso anche che in quella situazione, un uomo sta quando si siede per deliberare in bagno, forse da qui la mia ilarità.
Ha i capelli mossi e corti, grigi o meglio sale e pepe, un poco arruffati. Ha degli occhi vispi ma dolci ed un sorriso timido e desideroso di affetto. La simpatia che provavo nel messaggiarmi con lui è definitivamente provata dal suo modo educato e simpatico di porsi.
Sorride vedendomi e lo faccio passare nella mia stanza. 
"Eccoci qui"- Sorride e lo prendo per i fianchi, mi avvicino a lui e lo sfioro, lo faccio spogliare e mi spoglio. E' una persona a cui piace il contatto fisico, le mie mani lo accarezzano e vedo che gradisce. "Preferisci in questo modo?" gli chiedo sorridendo e lui "beh si decisamente si" ma il gioco sembra finito, non succede nient'altro, non arriviamo alla conclusione del gioco.
Parliamo, forse è meglio e così accolgo le sue confidenze: "Sai, io ho una certa età e ho deciso, ma non adesso, questa cosa l'ho pensata diverso tempo fa, che a 50 anni mi sarei ritirato e mi sarei dedicato solo alla mia famiglia: mia moglie e i miei figli. Ed ora manca solo un anno".
Questa affermazione mi colpisce e incuriosisce e dico la mia: "Io credo che ci sono dei momenti nella vita in cui si devono prendere delle decisioni importanti. Se tu hai fatto questa scelta non posso che condividerla perché è quello che vuoi tu quindi è sacrosanta". Ho l'idea che forse è un pesce fuor d'acqua in quell'oceano di gay affamati di sesso. Ma allo stesso tempo rifletto che con un matrimonio e dei figli, cosa puoi aspettarti dai gay: sesso. Non possono esservi delusioni, non possono esservi costruzioni al di fuori di qualcosa che hai costruito diversamente. 
Le persone, le persone, le persone che vogliono? Cosa volevo io da quel muro posto tra me ed un altro? Lo ascolto parlare e penso a me. Mi domando poi se manterrà fede a quella scadenza. Io credo di si, però credo anche che a volte la carne ha un richiamo troppo potente. Obbligarsi a qualcosa, una rinuncia forzata, la vivo come una violenza gratuita fatto a noi stessi. 
Le strade andrebbero percorse e non evitate. Le strade si scelgono per arrivare ai nostri obiettivi, a volte nemmeno noi sappiamo quale è la metà della strada che abbiamo intrapreso.
Ti rispetto e ti ascolto. "Ma toglimi una curiosità" gli domando un poco a bruciapelo, mentre si sta rivestendo - "Ma che idea ti sei fatto di me? Quando hai letto il mio profilo, quando hai immaginato di venire qui da me?" - "L'idea che mi sono fatto di te, leggendoti sul blog, è esattamente quella che ho avuto conoscendoti e leggendoti ovvero quella di una persona per nulla banale". Sorrido e lo accompagno alla porta, lo saluto sperando che la sua strada sia sempre in discesa d'ora in poi.

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